martedì 11 marzo 2014


giovedì 18 aprile 2013

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Introna sui vitalizi Proroga sarà cancellata Giallo su firma di Decaro

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Introna sui vitalizi Proroga sarà cancellata Giallo su firma di Decaro

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Miracolo alla Regione Vitalizi cancellati ora «resuscitano»

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Miracolo alla Regione Vitalizi cancellati ora «resuscitano»

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Decaro: non è mia la firma, non ero neanche presente

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Decaro: non è mia la firma, non ero neanche presente

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | A Bari le pepite d’oro del genero di Tedesco Solo gadget per i clienti

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | A Bari le pepite d’oro del genero di Tedesco Solo gadget per i clienti

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Introna sui vitalizi Proroga sarà cancellata Giallo su firma di Decaro

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Introna sui vitalizi Proroga sarà cancellata Giallo su firma di Decaro

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Regali all’Albania e consulenze nel buco milionario della Fiera

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Regali all’Albania e consulenze nel buco milionario della Fiera

martedì 3 luglio 2012

vizi della casta

L'amico di D'Alema a escort con la scorta


Giovanni Di Cagno, uomo forte del Pd in Puglia e vicino a Massimo, partecipava a incontri hard accompagnato dai carabinieri


Il vizietto degli uomini del Pd di andare ad escort, facendosi accompagnare dalla scorta, si è ripetuto anche in Puglia. I fatti emergono da un’informativa del Gico della Guardia di Finanza, citata ieri sul Fatto quotidiano, nei riguardi dell’avvocato barese Giovanni Di Cagno.

Di Cagno, per gli amici “Gianni”, è come si dice al sud, “uomo di mondo”. Il principe del foro, balzato agli onori delle cronache nel 2009 quando - a seguito della maxi inchiesta “Domino” e poi “Domino 2”- quando venne indagato e poi scagionato per riciclaggio, è in Puglia figura di spicco del centrosinistra. Di lui si dice che sia uomo di fiducia di Massimo D’Alema, con il quale ha collaborato alla creazione della Fondazione “Italiani-europei”, e di Onofrio Sisto, esponente del Partito Democratico ed ex vicepresidente della Provincia di Bari.

ALTA SOCIETA'

Membro del circolo del Tennis di Bari, ex componente laico di centrosinistra del Consiglio superiore della magistratura, è avvocato di Michele Labellarte, presunto cassiere, morto nel 2009, del clan Parisi, una delle cosche più potenti del capoluogo pugliese. Proprio Labellarte, di cui meglio parleremo dopo, avrebbe contribuito ai divertissement dell’avvocato. Per gli incontri tra Di Cagno e le belle donne, organizzati e talvolta anche pagati dal Labellarte, venivano sborsati dai 400 agli 800 euro, a prestazione. I rendevouz avvenivano a Roma o Montecatini. Ed è proprio nella località termale che avviene l’incontro più curioso. Labellarte è in ansia, l’appartamento prenotato per Di Cagno e la gentil dama è occupato da amici di un boss. Cosa fare? Dopo l’iniziale panico si attiva affinché l’alcova venga liberata subito. Ma il problema però, come si legge negli atti dell’inchiesta “Domino”, depositati nei giorni scorsi, è un altro. «L’avvocato Di Cagno si sarebbe recato nell’appartamento accompagnato dall’ auto di scorta dei carabinieri». Di Cagno, infatti, gode della scorta in quanto membro della Commissione di garanzia per il diritto di sciopero. Ruolo per il quale, secondo il suo avvocato, era potenziale obiettivo dei terroristi. Sappiate che, alla fine, è andato tutto bene. L’incontro amoroso è volto per il meglio. E Di Cagno soddisfatto se n’è andato con la sua scorta.

Al di là delle scappatelle di Di Cagno c’è un altro filone che emerge tra le carte di Domino. Il presunto legame tra Labellarte e Nicola Latorre, vicepresidente del gruppo Pd al Senato. Nelle informative redatte dalla polizia tributaria di Bari, allegate all’avviso di conclusione delle indagini notificato ai 17 indagati il 14 maggio scorso, si legge questo virgolettato dell’imprenditore dedito al riciclaggio: «Vedrai, quello che sto spendendo mi ritornerà con tutti gli interessi». Siamo nel 2005 e Labellarte, finito agli arresti domiciliari per bancarotta, decide di “investire” nella politica e offrire, sua sponte, il proprio sostegno a Latorre, che si presenta nel collegio senatoriale di Bari-Bitonto. Così il boss defunto punta tutto sul senatore braccio destro di D’Alema ed organizza un comitato elettorale nel centro di Valenzano, comune alle porte di Bari. «Non è dato sapere se l’attività elettorale “sponsorizzata” da Labellarte nel 2005 a favore di Latorre», si legge nei faldoni della Guardia di Finanza, «fosse stata una propria iniziativa o una attività “sollecitata” dai due professionisti», guarda caso proprio di avvocati Onofrio Sisto e Gianni Di Cagno . «Gli stessi», si legge, «parteciparono ad alcune manifestazioni elettorali e cene organizzate e pagate dall’amico Labellarte in sostegno di Latorre che apparteneva allo stesso schieramento politico dei due avvocati». A sostegno dello spirito mecenatistico nei confronti della politica di Labellarte c’è anche la testimonianza del comandante della stazione dei carabinieri di Valenzano Canio Mancusi che dice: «Labellarte aveva appena finito gli arresti domiciliari per una bancarotta, aveva lui a sue spese allestito un comitato elettorale, aveva preso in fitto un ufficio di fronte alle poste».

LA DIFESA DI LATORRE

Ieri intanto il senatore Latorre, intervenuto alla trasmissione de La 7 “Coffee break”, ha immediatamente allontanato le accuse. «Si è svolta in Puglia un’importante indagine sul riciclaggio di denaro sporco che si è conclusa nei giorni scorsi con il deposito degli atti, dai quali si evince che alcune persone hanno sostenuto senza alcun fondamento che Labellarte avrebbe finanziato la mia campagna elettorale del 2005», ha detto il senatore del Pd. Poi ha annunciato di aver dato mandati ai legali per intraprendere azioni a tutela della sua onorabilità dopo che alcuni quotidiani hanno accostato il suo nome a quello di Michele Labellarte. Per Latorre le circostanze di cui si parla negli atti depositati sono ritenuti privi di fondamento «anche da magistrati noti per il rigore con cui agiscono. Non ho mai avuto a che a fare con simili cose», ha chiarito, «e dunque può comprendere l’amarezza di chi come me ha ritenuto da sempre la lotta contro ogni forma di criminalità una ragione fondamentale del suo impegno pubblico».



giovedì 21 giugno 2012

Polizia arresti con speronamento dell'auto in Viale Pasteur, i malviventi arrestati dopo un lungo inseguimento a bordo di una Mercedes in possesso di arma da fuoco


 




                  


       
            CRIMINALITA' A BARI              

 A folle velocità dall'Ikea a viale Pasteur

Due arresti: hanno speronato la volante
L'operazione avviata dai carabinieri contro pregiudicati

I malviventi avevano a bordo anche armi e droga

BARI - Un inseguimento a folle velocità partito da Triggiano, proseguito all'esterno del parcheggio dell'Ikea (affollato di clienti) e terminato con un'auto della polizia speronata. È quanto successo nella serata di mercoledì a Bari: in manette i pregiudicati luigi Ventrella (triggianese di 31 anni) e Nicola Laudadio (barese di 23 anni). Sono accusati di tentato omicidio, violenza e resistenza aggravata a pubblici ufficiali, detenzione e porto d'arma e detenzione di hashish.

L'operazione è partita alle 20 mentre una pattuglia della radiomobile dei carabinieri era impegnata nel normale servizio di controllo. I militari hanno notato una Mercedes Clk di colore grigio, con a bordo due individui (uno dei quali pregiudicato). I malviventi per evitare le verifiche hanno accelerato bruscamente fuggendo in direzione del parcheggio del centro commerciale Ikea. La Mercedes, superata la struttura (erano presenti numerosi clienti) ha attraversato la statale 100 per poi deviare sulla 16 in direzione Brindisi, proseguendo la folle corsa per via Gentile, viale Japigia, viale Pasteur. A quel punto è intervenuta anche una volante inviata dalla questura di Bari. I due malviventi, pur di guadagnarsi la via di fuga, hanno speronato l’autovettura di servizio. Appena bloccata la corsa a causa dell’impatto, i due fuggitivi sono stati fermati dai due equipaggi, nonostante opponessero una violenta resistenza. Ventrella, in particolare, ha tentato di usare una pistola calibro 9.

Nel corso dell'inseguimento i malviventi si sono disfatti, lanciandole dal finestrino, di diverse bustine in cellophane contenenti sette grammi di hashish. L’autovettura Mercedes Clk è stata sequestrata anche perché priva di assicurazione.

21 giugno 2012






Ospedale pediatrico Giovanni XXIII              Attualità


21 giugno 2012 - 13:55

Trasferimento pediatria al Giovanni XXIII, ancora un rinvio

Il trasferimento della pediatria dal Policlinico di Bari al Giovanni XXIII, previsto per il 14 giugno scorso e non ancora avvenuto, non s’ha da fare. Almeno questo è quanto asseriscono medici ed operatori che da mesi sono in protesta per scongiurare il passaggio nell’ospedaletto di Via Amendola, struttura che presenterebbe non poche criticità dal punto di vista assistenziale. Non ultima l’assenza di una risonanza magnetica che oggi è garantita proprio dal Policlinico di Bari e la perdita di un pronto soccorso pediatrico molto attivo. Le criticità saranno responsabili secondo i medici di un aumento della migrazione extraregione per l’assistenza pediatrica perchè quella che si potrà garantire al Giovanni XXIII sarà una pedriatria di primo livello. Intanto il sindacato prosegue con la sua battaglia asserendo che non esiste alcun atto aziendale che pianifichi questo trasferimento. Dopo aver atteso un anno per una udienza presso il direttore generale Vitangelo Dattoli che non ha mai risposto, il sindacato ha deciso di appellarsi all’articolo 28: comportamento antisindacale. Dunque si vedrà come andrà a finire, per ora la direzione generale tace e rimanda di mese in mese la data del trasferimento quasi a confermare i dubbi sollevati dai medici dissidenti. Sulla decisione del trascloco, poi, pesa anche il rischio per l’azienda Policlinico di perdere 800 mila euro di fondi ministeriali destinati al polo pediatrico.

Queste le ragioni di chi vuol restare al policlinico. Non è affatto dello stesso parere il direttore della pediatria del policlinico di Bari, il professor Luciano Cavallo che difende invece l’utilità del trasferimento teso solo a migliorare il grado di assistenza a piccoli malati. Sulla risonanza magnetica tranquillizza dicendo che il nuovo apparecchio è stato già messo a gara, dunque ci sarà. Sulla chiusura del pronto soccorso pediatrico invece asserisce che quello del policlinico non è un vero pun to di soccorso e dunque con il trasferimento le emergenze avranno tutto da guadagnare così come dalla presenza di una cardiologia ed una radiologia dedicata. Dunque Cavallo minimizza sui moti di protesta ed è pronto a scommettere che il trasferimento è solo stato rinviato di qualche settimana e che sarà ultimato nel mese di agosto, quando c’è meno affluenza, per far sentire meno il disagio all’utenza.



giovedì 7 giugno 2012

Ecco lo schifo dei preti, poi ci chiedono di contribuire con 8x1000, alla fine a pagare le loro porcate siamo sempre noi. Non ci sono provvedimenti disciplinari o di radiazione nei confronti di questi sciacalli pedofili, fanno tutto quel cazzo che vogliono.

LECCE : Il vescovo dovrà risarcire



per la violenza sessuale del preteAccolta la richiesta della vittima, un marocchino di 28 anni: in caso di condanna, sarà la curia che dovrà provvedere a risarcire i danni per ora quantificati in 20mila euro

LECCE - In caso di condanna il vescovo dovrà risarcire per la violenza sessuale del suo parroco. La curia di Nardò, in provincia di Lecce, si è costituita come responsabile civile nel processo in corso a Lecce a carico di don Quintino Sella, parroco accusato di violenza sessuale nei confronti di un marocchino di 28 anni. La citazione della diocesi, nella persona del vescovo reggente monsignor Domenico Caliandro, era stata chiesta dalla presunta vittima, tramite l'avvocato Salvatore Centonze, secondo cui il rapporto di lavoro che legava il prelato alla curia rendeva quest'ultima responsabile degli eventuali illeciti commessi durante lo svolgimento delle mansioni a cui era adibito.

Chiesti i danni al vescovo Si dimette il parroco di Nardò

La parte civile ha chiesto un risarcimento di 20.000 euro. I fatti contestati a don Quintino risalgono all'autunno scorso, quando il giovane marocchino - stando a quanto denunciato - sarebbe stato attirato nella sacrestia della chiesa di San Gerardo Majella di Nardò con la scusa di dargli vestiti e cibo e lì il prete lo avrebbe molestato. Nel gennaio scorso il sacerdote è stato rinviato a giudizio dal gup di Lecce.

Il processo davanti alla prima sezione del Tribunale salentino è iniziato oggi con la costituzione delle parti e proseguirà il prossimo 10 ottobre.

martedì 15 maggio 2012

Grazie, Presidente Schittulli, questo è un motivo in più per dimostrare che le Province non servono, sono inutili, servono soltanto a riempire le vostre tasche, dice bene lo stato centrale che bisogna eliminarli. Lei prof. ha portato l'aliquota al massimo, dal 12,5% al 16%, come se non bastasse la tegola del governo centrale. Giustamente anche lei vuole partecipare al contributo del suicidio della gente. Mi chiedo se invece di aumentare l'aliquota rc - auto, non fosse più giusto tagliare i vostri onerosi stipendi, le vostre auto blu, tutte le agevolazioni, che lei Presidente in primis, con assessori e consiglieri avete con il mandato o nomina ? No, perchè a voi, la tegola, le tasse e quant'altro devono ricadere sulla testa della povera gente. SCIACALLI

Aliquota Rc auto, la Provincia di Bari l'aumenta dal 12,5% al 16% .

Grazie Presidente Schittulli lei si che è una persona ragionevole.

Piovono tasse anche dalla Provincia.

In attesa della stangata dell’Imu di giugno, i cittadini sono costretti a sorbirsi un altro balzello: l’aliquota della Rc auto (Responsabilità civile per l’automobile), tributo di competenza dell’amministrazione provinciale è stata aumentata di 3,5 punti percentuali, portandola fino al massimo permesso dalla legge (16%). Un’altra piccola goccia di sangue del contribuente, già anemico per l’Iva al 21% (diventerà il 23%), l’accise sui carburanti, l’Irpef, l’Irap e come detto anche la nuova Imposta municipale sugli immobili.
Sono gli effetti occulti del federalismo, che continua a ridurre i trasferimenti dallo Stato verso gli Enti locali, «costretti» così a provvedere da sé per non chiudere i bilanci in rosso e al tempo stesso rispettare la trappola del patto di stabilità. E intanto i cittadini pagano. Così, l’automobilista virtuoso, capace di non fare incidenti, anche nel 2012 anziché vedersi ribassare il premio dell’assicurazione, dovrà arrendersi all’evidenza di pagare di più rispetto all’anno precedente. Un film sempre uguale anno dopo anno.
«Siamo stati costretti ad aumentare l’aliquota della Rc auto, dal 12,5% al 16%, dopo averla lasciata ferma per due anni così come abbiamo continuato a fare con l’imposta di trascrizione, rimasta invariata», spiega il presidente della Provincia, Francesco Schittulli. «Per continuare a offrire servizi ai cittadini non avevamo scelta: scuole, strade, politiche sociali hanno un costo che in seguito ai tagli subiti nei trasferimenti da parte dello Stato, rischiavamo di non essere in grado di coprire». «In tal modo abbiamo trovato le risorse adeguate a sostenere tali spese, garantendo al tempo stesso un adeguato standard qualitativo degli stessi servizi», aggiunge il senologo, supportato dal direttore generale dell’ente di via Spalato.
«Lo scorso anno abbiamo ricevuto 13 milioni in meno da parte del Governo - afferma Onofrio Padovano - per cui l’unica fonte di sostentamento dell’ente sulla quale potevamo agire era l’aliquota della Rc auto, che ci ha consentito di recuperare 10 milioni». Ne mancano altri tre all’appello. «Per colmare i fondi mancanti - dice ancora Padovano - abbiamo provveduto da un lato tagliare alcuni costi, come il parco macchine ed i telefoni, dall’altra parte siamo riusciti a risparmiare su altre spese di natura non obbligatoria». «Capisco il sacrificio per i cittadini in un momento di grave difficoltà complessiva che stiamo vivendo - conclude Schittulli - ma, malgrado le ristrettezze, abbiamo ritenuto importante cercare di continuare a garantire alla gente i servizi in settori essenziali come scuola, viabilità e welfare».

Temi caldi anche nei lavori di preparazione del bilancio preventivo 2012 che approderà in consiglio provinciale in linea di massima entro la fine di giugno. Nei primi incontri tra presidente, assessori, direttore generale e tecnici per la stesura di una prima bozza del documento contabile è stata infatti ribadita la linea dell’amministrazione: manutenzione di scuole e strade, ma anche politiche sociali e formazione professionale, restano i settori ai quali vengono dedicate le maggiori attenzioni.

lunedì 7 maggio 2012

Giovanni era un amico, un signore amico, è per questo il nostro signore Dio lo ha voluto con lui. Il sottoscritto con tutta la sua famiglia porge un ultimo saluto a Giovanni Meola. Ciao Gianni.

BOLZANO / Un uomo di 54 anni è morto investito dal suo stesso pullman, di cui è l’autista. L’incidente dalla dinamica incredibile è avvenuto a Falzese, nella notte, in Alto Adige.

L’uomo, Giovanni Meola, Fratello di Antonio Meola ex infermiere, e di Nicola Meola (falegname) entrambi degni del defunto fratello stava probabilmente pulendo il pullman. Ad un certo punto, il mezzo per ragioni ancora da capire si è messo in movimento, andando a schiacciare Meola contro una parete.

L’intervento dei soccorritori della Croce Bianca purtroppo non è servito per salvare l’uomo.

Era originario di Triggiano nel Barese.

Della ricostruzione della dinamica se ne stanno occupando i carabinieri.

Porgiamo le nostre condoglianze ai suoi due figli e alla famiglia tutta.

Ciao Gianni sulla terra eri un signore, e tale rimarrai su nei cieli.

giovedì 3 maggio 2012

Le Iene Show, 29/03/2012: servizio shock sul prete che molesta i fedeli


A Le Iene Show, andato in onda ieri sera, 29/03/2012 è stato trasmesso un servizio shock su un prete che fa esplicite avance sessuali, delle vere e proprie molestie ai suoi fedeli. Immagini che turbano perché è davvero terribile vedere un sacerdote esprimersi in quel modo verso ragazzi andati in parrocchia a chiedere un aiuto. Per in inciso: sarebbe stato terribile anche se non si fosse trattato di un sacerdote, ma il fatto che lo sia aggrava ancora di più la cosa.

Giulio Golia storico inviato de Le Iene Show ha trattato un caso che ha dell’incredibile: con questo prete che non perde tempo e appena può molesta apertamente i suoi fedeli. Le immagini mostrano un ragazzo (inviato delle Iene) che va in parrocchia a chiedere aiuto al sacerdote: dice di avere bisogno di aiuto, di essere in difficoltà economiche. Il prete prima fa i suoi sermoni evangelici ma subito dopo comincia a parlare esplicitamente di sesso. Chiede particolari intimi ed estremamente volgari al ragazzo, puntando direttamente sul sessuale.

Lo stesso comportamento viene adottato anche con un ragazzino di soli 17 anni che dice di non andare d’accordo con i suoi genitori; il prete dopo aver parlato di Gesù e dell’amore cristiano inizia a chiedere particolari sull’anatomia del ragazzo. Chiede quali siano le pratiche sessuali del giovane e se mai abbia avuto rapporto sessuali. Poi si lancia nel raccontare le sue performance. Poi si spinge molto più avanti: chiede baci ed abbracci; chiede al ragazzino se gli voglia passare la gomma da masticare di bocca in bocca.




«Curia a luci rosse» indaga la Procura Potenza dopo la denuncia Claps

Il seminarista e la mamma. Il primo sostiene di essere una vittima degli abusi in seminario. La donna ha raccontato quello che sarebbe capitato a suo figlio, un ragazzo disabile durante gli incontri in parrocchia. Sono i testimoni di quanto ha denunciato in tv Filomena Iemma, la mamma di Elisa Claps. Sarà la Procura ad accertare se in quei due racconti si nascondano profili di natura penale. In Questura da qualche giorno c’è un fascicolo. Gli investigatori della Squadra mobile stanno cercando di ricostruire ciò che è accaduto.

La madre di Elisa aveva parlato di pedofilia negli ambienti della diocesi, attirando la reazione stizzita di molti ambienti cattolici del potentino. Ma cosa intendeva dire esattamente la signora Filomena? A quali episodi si riferiva?

Durante la trasmissione Rai «Chi l’ha visto?» andata in onda la scorsa settimana è stato spiegato: a Potenza un sacerdote, che avrebbe avuto un rapporto omosessuale con un ex seminarista, è accusato di aver molestato un ragazzo disabile. Sia la relazione gay, sia l’abuso, avvenuto all’interno di una parrocchia, sono stati segnalati da Gildo Claps, fratello di Elisa, al vescovo, monsignor Agostino Superbo. La comunicazione risale a qualche mese fa ed è stata trattata in modo «molto riservato» per evitare strumentalizzazioni.

La decisione di uscire allo scoperto è dettata dalla volontà di spiegare le accuse della signora Filomena che, impropriamente, ha parlato di pedofilia, in quanto il ragazzo disabile molestato è maggiorenne. Potrebbe trattarsi però di abusi su persona con problemi cognitivi e per questo «aggravati».

Le due vicende riguardano lo stesso sacerdote. Il processo di diritto canonico, avviato dopo la segnalazione al vescovo, pare si sia concluso con un trasferimento del sacerdote. Erano solo rapporti omosessuali quelli denunciati dall’ex seminarista (che per incastrare il sacerdote avrebbe addirittura scattato una foto)? E cosa è accaduto a messa finita nella parrocchia che amministrava il sacerdote?

Saranno gli investigatori ad accertare se durante gli incontri l’ex seminarista era consenziente e se il ragazzo disabile era capace di capire quello che stesse accadendo.





venerdì 27 aprile 2012

UN ESEMPIO CHE DOVEVA PRENDERE UN'ALTRO SCELLERATO PARROCO CHE VIVE ALLE SPALLE DELLA POVERA GENTE, E COME SE NON BASTASSE CACCIA UN RAGAZZO DI 24 ANNI DIVERSAMENTE ABILE DA UN POSTO SACRO, "CHE SCHIFO, UN GESTO CHE SUSCITA VOMITO".

                                        Don Francesco CaramiaLA LETTERA PER LE AMMINISTRATIVE









Amate la città come fanno le puttane» Lo slogan di don Francesco per Brindisi

Il parroco della Chiesa di San Giustino ai fedeli

«Ma non credete ad assurdi favori occasionali»

BRINDISI - Amare la propria città, gli spazi comuni e le persone «come sanno fare maestre e puttane» è l’invito rivolto ai suoi fedeli, in un’accorata lettera inviata ai residenti del quartiere Bozzano, da don Francesco, parroco della Chiesa di San Giustino. L’espressione forzata ma pur sempre una citazione di don Milani («Dio m’ha mandato Ferruccio e Enzo e una fila d’altri ragazzi di San Donato come per dire che devo seguitare ad amare le creature giorno per giorno come fanno le maestre e le puttane …. Un abbraccio, tuo Lorenzo»), è al centro dell’appello del sacerdote a votare alle prossime amministrative. «Schieratevi - ha scritto il parroco - con rabbia e passione e non soffermatevi su assurdi siparietti di parole. Non credete ad assurdi favori occasionali e scegliete con assennatezza». Poi don Francesco, che come consuetudine ogni anno invia ai fedeli nel periodo di Pasqua una lettera di augurio, si è spinto oltre la campagna elettorale su cui comunque non ha risparmiato commenti.

L'ANALISI - «In gioco c’è il potere della città», ha scritto, mettendo in guardia i brindisini e spingendoli a riflettere prima di votare. Quello alla partecipazione è un appello legato anche alla scelta però, che, sempre secondo don Francesco, non deve essere affrontato con superficialità. Un intervento che arriva dopo quello, molto criticato, di un altro sacerdote brindisino. Critiche copiose erano infatti piovuto sul candidato di centrosinistra Mimmo Consales il giorno di Pasqua quando, al termine della messa, il parroco del Seminario al quartiere Santa Chiara aveva invitato i fedeli ad uno scambio di auguri con il candidato.

giovedì 26 aprile 2012

I Preti? Sono la rovina della nostra Nazione!!!!!! Andassero a lavorare, questi sciacalli.


Caso Claps, la mamma: Prete gay molestò disabile


POTENZA - Altre ombre sulla chiesa potentina. Dopo le parole al vetriolo di Filomena Iemma con conseguente «anatema» del vescovo, ieri sera la trasmissione di Raitre «Chi l’ha visto?», condotta da Federica Sciarelli, è tornata ad occuparsi del caso Claps che si sta trasformando in una sorta di processo mediatico al clero.

La madre di Elisa, lo ricordiamo, aveva parlato di pedofilia negli ambienti della diocesi, catalizzando la reazione stizzita di molti segmenti cattolici del capoluogo. Ma cosa intendeva dire esattamente la signora Filomena? A quali episodi si riferiva? Ieri, sempre durante il programma televisivo, è stato svelato l’arcano: a Potenza un sacerdote, che avrebbe avuto un rapporto omosessuale con un ex seminarista, è accusato di aver molestato un ragazzo disabile. Sia la relazione gay, sia l’abuso, avvenuto all’interno di una parrocchia, sono stati segnalati da Gildo Claps, fratello di Elisa, al vescovo mons. Agostino Superbo.

Una comunicazione che risale a qualche mese fa e che è stata tenuta sottotraccia per evitare strumentalizzazioni. La decisione di uscire solo oggi allo scoperto è dettata dalla volontà di spiegare le accuse della signora Filomena che, impropriamente, ha parlato di pedofilia in quanto il ragazzo disabile molestato è maggiorenne. Ciò, però, non cancella lo scandalo, la vergogna, l’ennesima macchia sulla chiesa potentina, chiamata in causa ancora una volta dalla famiglia Claps che invoca giustizia e verità sulla morte di Elisa.

Le due vicende che riguardano lo stesso sacerdote sono state ricostruite attraverso le testimonianze dell’ex seminarista, con cui il prete avrebbe avuto una storia, e della madre del ragazzo disabile. Sul nome del prete protagonista è calato un velo, ma, come dicevamo, il vescovo è stato informato dell’accaduto. E pare che abbia avviato un’indagine interna, con tanto di processo di diritto canonico sul cui esito, però, campeggia un grosso punto interrogativo. Resta anche da chiarire se il prete accusato stia ancora celebrando messa in una parrocchia del capoluogo lucano, nonostante la pesante accusa, sia stato trasferito o messo in «quarantena».

Anche se don Marcello Cozzi, presente ieri in studio come rappresentante della diocesi, delegato dal vescovo, ha assicurato che sono stati presi provvedimenti.

Durante «Chi l’ha visto?», in premessa, Gildo Claps ha chiarito che la madre, nel parlare di pedofilia, è stata tratta in inganno dal suo racconto relativo all’abuso del ragazzo disabile, credendo che si trattasse di un minorenne. Poi è stata la volta dell’ex seminarista, con volto coperto e voce contraffatta per non farsi riconoscere, che avrebbe avuto una relazione con il sacerdote: «Una notte sognai che il mio parroco aveva una relazione con una star della televisione. Ho ritenuto opportuno dirglielo. A quel punto si è denudato davanti a me e mi ha chiesto di avere un rapporto sessuale. Ho accettato. A ottobre del 2009 ho detto tutto al vescovo, in confessione, ma lui mi ha chiesto delle prove. A quel punto ho incontrato di nuovo il prete e ho registrato il nostro colloquio, riuscendo anche a scattare una foto».

L’ex seminarista, nel suo racconto, incrocia la storia del ragazzo disabile, con problemi psichici, a cui la madre lo affida chiedendogli di aiutarlo. È in quell’occasione che l’ex seminarista viene a conoscenza dell’abuso. La donna, invitata a «Chi l’ha visto?», racconta di aver chiesto aiuto a un parroco per il proprio figlio alle prese con disturbi comportamentali e tormentato dall’attrazione per lo stesso sesso: «Volevo che si confidasse con il prete. Lui stesso aveva voglia di capire se stava commettendo peccato nel sentirsi attratto da altri uomini.
Ma dopo quel colloquio è tornato a casa e mi ha detto che non voleva tornarci più. Alla fine mi ha detto che il sacerdote ci aveva provato. Mi ha raccontato - aggiunge la donna, intepretata da un’attrice - che quando è arrivato in parrocchia il prete ha messo su un film pornografico preso da internet e poi ha tentato di avere un rapporto con lui, ma mio figlio è fuggito disgustato. Non ho pensato di denunciare il caso perché sarebbe stata la parola di un depresso contro quella di un parroco».