giovedì 21 giugno 2012

Polizia arresti con speronamento dell'auto in Viale Pasteur, i malviventi arrestati dopo un lungo inseguimento a bordo di una Mercedes in possesso di arma da fuoco


 




                  


       
            CRIMINALITA' A BARI              

 A folle velocità dall'Ikea a viale Pasteur

Due arresti: hanno speronato la volante
L'operazione avviata dai carabinieri contro pregiudicati

I malviventi avevano a bordo anche armi e droga

BARI - Un inseguimento a folle velocità partito da Triggiano, proseguito all'esterno del parcheggio dell'Ikea (affollato di clienti) e terminato con un'auto della polizia speronata. È quanto successo nella serata di mercoledì a Bari: in manette i pregiudicati luigi Ventrella (triggianese di 31 anni) e Nicola Laudadio (barese di 23 anni). Sono accusati di tentato omicidio, violenza e resistenza aggravata a pubblici ufficiali, detenzione e porto d'arma e detenzione di hashish.

L'operazione è partita alle 20 mentre una pattuglia della radiomobile dei carabinieri era impegnata nel normale servizio di controllo. I militari hanno notato una Mercedes Clk di colore grigio, con a bordo due individui (uno dei quali pregiudicato). I malviventi per evitare le verifiche hanno accelerato bruscamente fuggendo in direzione del parcheggio del centro commerciale Ikea. La Mercedes, superata la struttura (erano presenti numerosi clienti) ha attraversato la statale 100 per poi deviare sulla 16 in direzione Brindisi, proseguendo la folle corsa per via Gentile, viale Japigia, viale Pasteur. A quel punto è intervenuta anche una volante inviata dalla questura di Bari. I due malviventi, pur di guadagnarsi la via di fuga, hanno speronato l’autovettura di servizio. Appena bloccata la corsa a causa dell’impatto, i due fuggitivi sono stati fermati dai due equipaggi, nonostante opponessero una violenta resistenza. Ventrella, in particolare, ha tentato di usare una pistola calibro 9.

Nel corso dell'inseguimento i malviventi si sono disfatti, lanciandole dal finestrino, di diverse bustine in cellophane contenenti sette grammi di hashish. L’autovettura Mercedes Clk è stata sequestrata anche perché priva di assicurazione.

21 giugno 2012






Ospedale pediatrico Giovanni XXIII              Attualità


21 giugno 2012 - 13:55

Trasferimento pediatria al Giovanni XXIII, ancora un rinvio

Il trasferimento della pediatria dal Policlinico di Bari al Giovanni XXIII, previsto per il 14 giugno scorso e non ancora avvenuto, non s’ha da fare. Almeno questo è quanto asseriscono medici ed operatori che da mesi sono in protesta per scongiurare il passaggio nell’ospedaletto di Via Amendola, struttura che presenterebbe non poche criticità dal punto di vista assistenziale. Non ultima l’assenza di una risonanza magnetica che oggi è garantita proprio dal Policlinico di Bari e la perdita di un pronto soccorso pediatrico molto attivo. Le criticità saranno responsabili secondo i medici di un aumento della migrazione extraregione per l’assistenza pediatrica perchè quella che si potrà garantire al Giovanni XXIII sarà una pedriatria di primo livello. Intanto il sindacato prosegue con la sua battaglia asserendo che non esiste alcun atto aziendale che pianifichi questo trasferimento. Dopo aver atteso un anno per una udienza presso il direttore generale Vitangelo Dattoli che non ha mai risposto, il sindacato ha deciso di appellarsi all’articolo 28: comportamento antisindacale. Dunque si vedrà come andrà a finire, per ora la direzione generale tace e rimanda di mese in mese la data del trasferimento quasi a confermare i dubbi sollevati dai medici dissidenti. Sulla decisione del trascloco, poi, pesa anche il rischio per l’azienda Policlinico di perdere 800 mila euro di fondi ministeriali destinati al polo pediatrico.

Queste le ragioni di chi vuol restare al policlinico. Non è affatto dello stesso parere il direttore della pediatria del policlinico di Bari, il professor Luciano Cavallo che difende invece l’utilità del trasferimento teso solo a migliorare il grado di assistenza a piccoli malati. Sulla risonanza magnetica tranquillizza dicendo che il nuovo apparecchio è stato già messo a gara, dunque ci sarà. Sulla chiusura del pronto soccorso pediatrico invece asserisce che quello del policlinico non è un vero pun to di soccorso e dunque con il trasferimento le emergenze avranno tutto da guadagnare così come dalla presenza di una cardiologia ed una radiologia dedicata. Dunque Cavallo minimizza sui moti di protesta ed è pronto a scommettere che il trasferimento è solo stato rinviato di qualche settimana e che sarà ultimato nel mese di agosto, quando c’è meno affluenza, per far sentire meno il disagio all’utenza.



giovedì 7 giugno 2012

Ecco lo schifo dei preti, poi ci chiedono di contribuire con 8x1000, alla fine a pagare le loro porcate siamo sempre noi. Non ci sono provvedimenti disciplinari o di radiazione nei confronti di questi sciacalli pedofili, fanno tutto quel cazzo che vogliono.

LECCE : Il vescovo dovrà risarcire



per la violenza sessuale del preteAccolta la richiesta della vittima, un marocchino di 28 anni: in caso di condanna, sarà la curia che dovrà provvedere a risarcire i danni per ora quantificati in 20mila euro

LECCE - In caso di condanna il vescovo dovrà risarcire per la violenza sessuale del suo parroco. La curia di Nardò, in provincia di Lecce, si è costituita come responsabile civile nel processo in corso a Lecce a carico di don Quintino Sella, parroco accusato di violenza sessuale nei confronti di un marocchino di 28 anni. La citazione della diocesi, nella persona del vescovo reggente monsignor Domenico Caliandro, era stata chiesta dalla presunta vittima, tramite l'avvocato Salvatore Centonze, secondo cui il rapporto di lavoro che legava il prelato alla curia rendeva quest'ultima responsabile degli eventuali illeciti commessi durante lo svolgimento delle mansioni a cui era adibito.

Chiesti i danni al vescovo Si dimette il parroco di Nardò

La parte civile ha chiesto un risarcimento di 20.000 euro. I fatti contestati a don Quintino risalgono all'autunno scorso, quando il giovane marocchino - stando a quanto denunciato - sarebbe stato attirato nella sacrestia della chiesa di San Gerardo Majella di Nardò con la scusa di dargli vestiti e cibo e lì il prete lo avrebbe molestato. Nel gennaio scorso il sacerdote è stato rinviato a giudizio dal gup di Lecce.

Il processo davanti alla prima sezione del Tribunale salentino è iniziato oggi con la costituzione delle parti e proseguirà il prossimo 10 ottobre.