giovedì 30 luglio 2009

TIMBRAVANO IL CARTELLINO ED ANDAVANO VIA: SOSPESI DUE DIPENDENTI ASL DI BARI, SI TRATTA DI GIOVANNI MONTE 52 ANNI E FILIPPO PARTIPILO 60 ANNI

BARI - Dopo aver timbrato il 'cartellino' si allontanavano dal luogo di lavoro per sbrigare faccende private. È accaduto a Triggiano, in provincia di Bari, dove i carabinieri, nell'ambito di controlli sul fenomeno dell'assenteismo, hanno eseguito questa mattina due misure interdittive di sospensione dall'attività lavorativa, rispettivamente di due mesi ed un mese, nei confronti di altrettanti dipendenti della locale Asl Bari-Ovest, di 52 anni GIOVANNI MONTE (sospeso per 60 giorni) e 60 anni FILIPPO PARTIPILO (sospeso per trenta giorni).

Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Bari. I due dipendenti a dicembre del 2008, erano stati denunciati per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato. I fatti risalgono allo scorso anno quando in diverse circostanze gli impiegati, nonostante avessero registrato l'orario di inizio del servizio mediante il 'badgè in dotazione, sono stati sorpresi, senza alcuna giustificazione, al di fuori degli uffici dell'azienda sanitaria per cui prestano servizio. Mentre il più giovane era solito utilizzare auto diverse da quella di servizio per dedicarsi ad affari privati o trascorrere lunghi periodi di tempo a conversare con conoscenti in piazza o in vari esercizi pubblici per poi rientrare sul posto di lavoro ed allontanarsi nuovamente, omettendo di registrare gli orari di ingresso ed uscita, il collega timbrava il cartellino per poi ritornare in ufficio dopo svariati minuti di assenza non giustificata.

Entrambi, oltre a dover rispondere di truffa, sono stati quindi sospesi dal servizio.

martedì 21 luglio 2009

SATIRA POLITICA:VACANZE ROMANTICHE PER DUE VIP DELLA POLITICA TRIGGIANESI

IL SINDACO MICHELE CASSANO E IL SUO AMICO DEL CUORE NEGLIA (DOLGE & GABBANA) PER IL LORO MERITATO RIPOSO DAL 25 LUGLIO 2009 AL 06 AGOSTO 2009 DALLA SARDEGNA AUGURANO A TUTTI I CITTADINI TRIGGIANESI BUONE VACANZE, "ALLA FACCIA DEI FESSI COME VOI".


E TOTO' DICEVA " E IO PAGO".
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI
per il tramite Carabinieri Comandante Reparto Operativo
Via Tanzi, 5 - 70121 Bari (BA)

DENUNCIA

DENUNCIANTE: Consigliere Comunale di Triggianno (Ba) Michele Difino nato a Triggiano il 10/09/1960 ed ivi residente in Via Piave n.50.

DENUNCIATO: Comune di Triggiano.

Esposizione dettagliata del fatto indicando luogo e data:
In riferimento alla gara di appalto per rifacimento del bagno pubblico sito in Piazza Vittorio Veneto (Villa Comunale di Triggiano) con determinazione n.315 del 22/06/2009 settore assetto del territorio – provvedimento n.61 del 18/06/2009, l'ufficio preposto ha invitato per la gara come sopra cinque ditte che avessero i requisiti di legge per impiantistica legge d.m. 37/08.
Delle cinque ditte invitate tre di esse hanno i requisiti di legge e cioè Impiantistica Di Pietro srl, Calisi Costruzioni e Basile Filippo, le altre due e cioè Zucaro Giuseppe e De Palma Giovanni non sono in possesso dei requisiti di legge, come da certificati camerali allegati.
L'unico ad aver partecipato alla gara è la ditta Basile Filippo, le altre invece oltre a non aver i requisiti di legge non hanno partecipato perchè la ditta “Impiantistica Di Pietro srl” e “Calisi Costruzioni” gestiscono la Global - Service per il comune di Triggiano, quindi in assenza di fondi destinati alla realizzazione delle su idincate opere di cui si dovrebbe occupare la Global – Service vengono invitate ditte esterne, come in questo caso, e assegnate agli stessi senza attenersi ai requisiti di legge.

Tanto premesso, il sottoscritto Michele Difino, come sopra generalizzato, con il presente atto, sporge

DENUNCIA

nei confronti del Comune di Triggiano, per i fatti sopra indicati.

Si allega la seguente documentazione:
1.determinazione n.315 del 22/06/2009 settore assetto territorio – provvedimento n.61 del 18/06/2009;
2.lettera inviata via fax come da allegati e in seguito protocollata al n.16294 del 07/07/2009, della segnalazione per l'anomalia della gara, al Sindaco di Triggiano, al Segretario Generale e al Dirigente dell'ufficio tecnico;
3.N.5 visure camerali di cui attesti l'iscrizione alla Camera di Commercio di Bari e la mancanza dei requisiti delle due ditte come sopra elencate.



Triggiano, lì 10/07/2009

Michele Difino

lunedì 13 luglio 2009

Come truccare una gara d'appalto legalmente. Manuale per sindaci ed assessori inesperti (gli altri lo sanno già) della seconda e terza Repubblica.

1. Le caratteristiche dell'appalto

Per semplicità, chiamiamo qui appalto ogni richiesta pubblica di partecipazione all'assegnazione di un finanziamento o un lavoro. Ogni appalto contiene caratteristiche vincolanti di partecipazione. E' possibile sia inibire la partecipazione a quegli enti che non possiedono tali caratteristiche o assegnare punteggi più alti agli enti che le possiedono. Le caratteristiche possono essere ragionevoli, ma anche molto fantasiose. Eccone solo alcune:

la natura statutaria dell'ente (si possono riservare appalti solo a cooperative o solo ad associazioni o solo a società) il possesso di un bilancio , nell'anno o nel triennio precedente, superiore a X euro la presenza di x dipendenti regolarmente assunti da x mesi o anni l'esistenza di una sede legale nella città o nella Regione, da un tempo predefinito l'esistenza di una sede operativa in regola con tutte le norme di igiene, sicurezza, agibilità il possesso di un'esperienza precedente nello stesso settore, o addirittura esattamente uguale a quella appaltata l'obbligo di una cauzione più o meno elevata da versare insieme alla presentazione dell'appalto
Tutti questi caratteri vanno dimostrati con documentazione da consegnare. E naturalmente questa documentazione può essere passata al vaglio severamente o "discrezionalmente", tanto nessuno controllerà i controllori (salvo che in casi rarissimi). Il controllo severo è riservato ai partecipanti ignoti od ostili, che possono essere non ammessi alla gara anche per cavilli formali. Il controllo discrezionale consiste in tanti piccoli accorgimenti. Gli amici possono consegnare il tutto prima al funzionario amico e avere il tempo di effettuare correzioni; se sono privi di una qualche caratteristica, possono ottenere una deroga. Ecco un esempio reale. Molti appalti richiedono l'uso di sedi operative in regola dal punto di vista normativo. Un ente "amico" che vince molti appalti nel settore della formazione professionale, realizza i corsi in una cantina buia priva di ogni requisito: come ci riesce? Allegando una dichiarazione di lavori in corso per la "messa in regola" della sede. Nesssuno dei funzionari amici va a controllare come mai i lavori sono in corso da oltre dieci anni. E se proprio gli amici mancano di una qualche caratteristica ? Allora basta che nessuno controlli a fondo la documentazione.

Gli amministratori locali più esperti scelgono prima chi deve vincere un appalto e delineano il capitolato "ad personam", il che limita vistosamente il numero dei partecipanti alla gara. Se, per esempio, un ente amico possiede alcune caratteristiche di quelle richieste dal capitolato, e non altre, a quelle possedute viene assegnato un punteggio più alto, oppure quelle non possedute vengono omesse dalla gara. Se malgrado questo, arrivano concorrenti inaspettati, a costoro viene riservato un vaglio più stringente in modo che molti vengano non ammessi alla gara. Per esempio, se il capitolato richiede la presenza di almeno n.5 dipendenti, gli amici possono anche allegare un'autodichiarazione sostitutiva, a tutti gli altri viene richiesta una prova documentale dei pagamenti INPS effettuati.

2. Gli ostacoli formali

Anzitutto il bando di gara va tenuto il più possibile segreto: solo gli amici ne conoscono l'esistenza con largo anticipo. Gli altri devono scovarlo su siti web mai funzionanti, su bacheche esposte in posti pubblici ma accessibili solo in certe ore e alla fine di labirintici corridoi, su gazzette o pubblicazioni che in genere sono fatti circolare due giorni prima della data di scadenza per la presentazione. In certi casi il bando viene inviato, ma a pagamento.

In secondo luogo i tempi vengono calcolati in modo che la scadenza avvenga nel mese di agosto o nel mese di dicembre, comunque a ridosso di vacanze, ponti o festività. Questo trucchetto non riguarda gli amici, avvisati molto in anticipo, ma gli estranei che trovano difficoltà al loro interno (molti operatori sono in vacanza), sia all'esterno, che deve fornire l'infinita documentazione richiesta.

In terzo luogo, chi controlla che la scandenza sia rispettata? Un usciere o un funzionario che possono sempre chiudere un occhio (per gli "amici") su richiesta dell'assessore o del sindaco.

Oltre ai trucchi sulla pubblicità e la data di scadenza, sono decine i trucchetti formali usati per eliminare partecipanti sgraditi. Eccone una lista contenuta:
la domanda di partecipazione può essere inoltrata solo via web, da un sito che funziona pochissimo la documentazione deve essere inviata in 5-10 copie, firmate in ogni pagina la busta contenente domanda e documentazione deve essere chiusa con ceralacca la somma richiesta per il servizio appaltato deve essere espressa in lettere e non in numeri ogni foglio della proposta deve avere una marca da bollo, ovviamente annullata con firma i curricula degli operatori dell'ente che partecipa, devono essere in "formato europeo"
I creatori di questi capitolati possono poi sempre affidarsi alle ambiguità semantiche, in modo che una regola formale possa essere interpretata erroneamente da chi non gode di spiegazioni preventive. Ottenere delucidazioni sul capitolato d'appalto a volte è impossibile, a volte è difficilissimo (le domande di chiarimento vanno formulate per iscritto a qualcuno che può anche rispondere un giorno prima o un giorno dopo la scadenza del bando).

Chi non è fra gli amici può essere escluso dalla gara perchè manca una firma su una delle 100 pagine della dcumentazione; o perchè la somma offerta per l'appalto è scritto in numeri e non lettere (ho assistito alla esclusione di un partecipante che aveva scritto 350.500 coi numeri e trecentocinquantamila in lettere - omettendo i cinquecento finali); o perchè manca una marca da bollo o perchè una marca da bollo non è stata annullata con firma.

3. La commissione giudicante

Ogni gara d'appalto prevede una comissione giudicante, che deve controllare che la domanda sia ineccepibile, ma soprattutto che l'offerta (il progetto) sia compatibile col bando e della migliore qualità. Qui il trucco è molto semplice: basta che la commissione - i cui nomi sono sempre segreti- sia composta da una maggioranza di fedeli dell'assessore o del sindaco. A volte non serve neppure una maggioranza: è sufficiente che la commissione abbia un presidente con un certo potere, e dei membri facilmente asservibili.

In nessun appalto del settore immateriale le commissioni giudicanti sono note, nè sono tenute a rendere pubblici i criteri di giudizio. Le commissioni sono scelte dall'ente appaltante, e raramente contengono professionisti esperti nel settore oggetto dell'appalto. Nei casi in cui ciò avviene, si tratta di professionisti subalterni o ricattabili, ben lieti di accontentare il politico di turno. Il quale spesso non deve neppure segnalare il vincitore desiderato. Si sa che la tal cooperativa è nella cordata del sindaco e la talaltra associazione è nella cordata dell'assessore. I commissari faranno autonomamente la scelta più gradita a chi comanda, il quale sarà lieto di affidare loro premi, prebende, aiuti nel prossimo futuro (se non l'ha già fatto prima).

La commissione giudicante può decidere di assegnare l'appalto ad un ente perchè il suo progetto è migliore, senza dover dire perchè. Oppure può utilizzare il criterio economico, e dare la vittoria al progetto che costa meno. Oppure premiare un partecipante perchè presenta le migliori credenziali, senza dover dire perchè sono migliori. Il criterio e le motivazioni restano segreti, quindi tutto è legalmente possibile.

4. I controlli in itinere

Abbiamo già visto quale libertà offrono i controlli preventivi, ed in fase giudicante. Legalmente, è possibile favorire gli amici e ostacolare i nemici, nella fase di presentazione ed in quella di valutazione dei partecipanti alla gara. Ma il bello deve ancora venire. Una gara in genere offre al vincitore o ai vincitori (nei casi di assegnazione di fondi) del danaro in cambio di una qualche attività. Chi vince deve realizzare un progetto o gestire un servizio, secondo le specifiche indicate del capitolato di gara.

Ma chi e come controlla che tutto ciò avvenga veramente? Dipende. Sei il vincitore è un "amico", non controlla nessuno. Vinci l'appalto, e fai quello che vuoi/puoi senza dimenticare di mostrare gratitudine verso l'assessore e il sindaco. Puoi non fare del tutto o in parte quello che la gara richiedeva, puoi chiedere varianti in itinere (o farle, senza chiedere), puoi non pagare nessuno dei collaboratori o fornitori, puoi non avere nessun fuitore del servizio appaltato, puoi fare male il servizio richiesto: salvo tragedie, sei praticamente insindacabile.

Questa gratitudine può essere mostrata in tanti modi. Evitando quello più rischioso, cioè dare un bell'assegno o regalare un viaggio a Parigi, puoi sdebitarti assumendo la figlia del cugino dell'assessore, o facendo assumere la "fidanzata" del sindaco in un ufficio che ti deve un favore, o offrendo all'assessore stesso una bella consulenza non al tuo ente (troppo rischioso!) ma ad un ente che a sua volta regala all'assessore che gli ha fatto vincere un appalto, una consulenza al tuo ente. In molti casi non sono nemmeno necessari questi scambi: per chi comanda è sufficiente sapere che l'ente che vince un appalto non sarà mai fra i critici delle sue scelte; o credere che, in caso di elezioni, i capi, gli operatori, gli utenti dell'ente appaltatore (e le loro famiglie) voteranno "come si deve".

Se invece hai vinto la gara senza essere un "amico" deve rendere conto prima e dopo di ogni azione che fai nell'espletamento dell'appalto. Non puoi fare la minima variazione senza essere prima formalmente autorizzato. Se qualcuno dei tuoi operatori o degli utenti o dei fornitori fa arrivare una lamentela all'ente appaltante, rischi la sospensione dell'appalto o, anche peggio, il mancato pagamento del servizio. Se i partecipanti previsti al servizio appaltato erano 15 e sono invece 12, rischi una decurtazione del compenso. Se invece di 15 sono 7, rischi l'azzeramento del compenso. A Milano si è sviluppata una nuova professione: il partecipante ai corsi finanziati dall'Unione Europea. Gli enti che non sono abbastanza "amici" strapagano i partecipanti e consentono loro di iscriversi a 2/3 corsi contemporaneamente (omettendo di registrare le assenze). Così un giovane che accumula 2/3 diarie ottiene un quasi-stipendio. Al contrario, un ente formativo abbastanza "amico" mi ha offerto di realizzare un corso aziendale, senza andarci davvero: nelle ore in cui si fingeva il corso "on the job" i dipendenti svolgevano il loro lavoro normale. Alla mia perplessità, la risposta fu: "Tanto nessuno mi controlla!".

Dunque, se sei "amico" la tua vita sarà semplice. Se non lo sei, impari (legalmente!) che non ti conviene partecipare ad altre gare indette da quell'assessore o quel sindaco.

5. Anticipi e rendiconti

Se tutti i trucchi sopra descritti non funzionano abbastanza, per punire gli estranei e beneficiare gli amici, c'è la madre di tutti i ricatti: il danaro.

Quasi tutti i capitolati, specie quelli che implicano grandi spese per l'appaltatore, prevedono l'erogazione di un anticipo che dovrebbe essere versato dopo l'aggiudicazione e prima dell'inizio dell'attività. Qui la differenza fra gli "amici" e gli altri è notevole: i primi ricevono l'anticipo tempestivamente, i secondi anche sei mesi dopo. Lo stesso vale per tutte le tranches di pagamento che l'appalto prevede. Quelli che non sono "amici" ricevono i pagamenti mesi dopo le scadenze, e senza alcun interesse. Così imparano a non partecipare ad appalti che dovrebbero essere assegnati ad altri.

Il trucco finale riguarda i rendiconti. Le gare nel settore immateriale prevedono quasi sempre che i pagamenti vengano effettuati a fronte di giusticativi regolari. L'ente assegnatario per venire pagato, deve presentare le fatture pagate ai fornitori, le ricevute di pagamento al personale, i biglietti dei treni presi, gli scontrini degli eventuali pasti consumati e tutto quanto speso per realizzare il progetto o gestire il servizio oggetti della gara. Tutto ciò che ha un giustificativo formale, essendo previsto dalla gara, viene pagato: il resto viene detratto.

Questa regola, che non si capisce come mai valga per le gare immateriali ma non per quelle relative a case, strade o discariche, apre voragini interpretative, grazie al fatto che la normativa fiscale ed amministrativa è un labirinto deciso da legislatori ubriachi. Questo nel migliore dei casi, cioè quelli in cui il funzionario preposto ai controlli sia in buonafede. Per cui si possono aprire infiniti contenziosi (che durano mesi nei quali il danaro dovuto non viene erogato): l'iva deve o non deve esserci? quali fatture devono essere "bollate"? il treno in prima classe si può prendere? perchè il tale operatore è pagato di più di un altro? come si dimostra che la segretaria ha lavorato 100 ore o 200 ? gli interessi pagati alla banca per i ritardi dei pagamenti da parte dell'appaltante sono rimborsabili? e via di seguito.

Tutti questi problemi non riguardano gli "amici". I quali possono anche non presentare niente, come giustificativo. Chi dovrebbe controllare? Oppure possono presentare giustificativi errati, incompleti, palesemente falsi: basta che chi è preposto al controllo del rendiconto riceva un caloroso invito, dall'assessore o dal sindaco, a pagare in ogni caso e subito.

Il controllo sull'erogazione del danaro è il trucco finale. Se non sei fra gli "amici", ma sei riuscito a superare i trucchi iniziali, gli ostacoli formali, la commissione giudicante, difficilmente superi la "prova dei soldi", ed impari finalmente che non devi partecipare mai più ad una gara pubblica o devi diventare un vero "amico" di qualcuno che conta.

N.B.: Con le opportune modifiche gli stessi trucchi si possono applicare per truccare i concorsi pubblici, le gare per i finanziamenti

martedì 7 luglio 2009

Annullamento gara determinazione n. 315 del 22/06/09 (Settore assetto del territorio – provvedimento n. 61 del 18/06/09).

COMUNE DI TRIGGIANO

Alla c.a. SIG. SINDACO MICHELE CASSANO
E p.c. Segretario Generale Dott.ssa Anna Maria Guglielmi
Dirigente Ufficio Tecnico Ing. Felice Rubino



OGGETTO: Annullamento gara determinazione n. 315 del 22/06/09 (Settore assetto del territorio – provvedimento n. 61 del 18/06/09).




Ill.mo Sig. Sindaco Michele Cassano,
mi permetto di porre alla Sua cortese attenzione questa mia segnalazione innanzitutto in qualità di consigliere comunale, ma anche nelle vesti di un normale cittadino che non può tacere a se stesso l’evidenza dei fatti.
L’oggetto della presente, come avrà già constatato è la gara d’appalto di cui all’oggetto. Lo spirito che mi porta a formalizzare questa richiesta non vuole essere di contrapposizione, ma semplicemente collaborativo, avendo osservato delle irregolarità che potrebbero in seguito nuocere alla Sua causa e quindi agli interessi di tutta la cittadinanza triggianese.
Come potrà osservare dalla nota che elenca le aziende invitate alla gara quali ditte di fiducia del Comune di Triggiano, sono presenti alcune imprese che sono orfane dei requisiti di impiantistica previsti dal bando stesso (Legge D.M. 37/08) e, nella fattispecie le ditte “DE PALMA GIOVANNI” (Via Pistoia, 6 – Terlizzi) e “ZUCARO GIUSEPPE” (Via Perosi, 13 – Triggiano).

Con la presente pertanto si chiedono le seguenti disposizioni:
1. Annullamento del bando di cui all’oggetto.
2. Un nuovo bando che preveda che le ditte invitate alla gara siano in possesso di tutti i requisiti richiesti.
3. Comunicazione a tutte le aziende Triggianesi che volessero iscriversi ai vari bandi, in modo da dare le medesime possibilità a tutti e soprattutto alle imprese che siano in regola con i requisiti richiesti per legge.
4. Conseguente aggiornamento dell’albo ditte di fiducia.

Allorquando le richieste di cui sopra (con riferimento alla gara di cui all’oggetto) non dovessero essere accolte, il sottoscritto provvederà a denunciare nelle sedi competenti quanto posto con la presente alla Sua/Vostra cortese attenzione.
In attesa di un Suo/Vostro cortese riscontro alla presente, porgo cordiali saluti.


Triggiano, lì 07/07/09

IL CONSIGLIERE COMUNALE
Michele Difino

giovedì 2 luglio 2009

La verità sui bagni pubblici di Piazza Marinullo

Durante la campagna elettorale per le provinciali, alle quali il sottoscritto era candidato, nonché in qualità di consigliere dell’attuale amministrazione comunale, sono stato contattato da un gruppo di abitanti di Piazza Marinullo che chiedevano il mio intervento in merito al restauro della citata piazza comprensiva dell’installazione di un bagno pubblico.
Le notizie con foto erano reperibili sin dal mese di settembre sul blog di “Triggiano Democratica”, senza che neppure la maggior parte dei consiglieri comunali – tra i quali sicuramente il sottoscritto - ne sapesse niente.
Appresa la notizia, chiedo telefonicamente ragguagli all’ingegnere comunale Felice Rubino, il quale mi assicura che è tutto già stabilito nel progetto esecutivo.
Immediatamente il sottoscritto si attiva con l’affissione di manifesti di denuncia dell’accaduto in tutto il centro storico.
Due giorni dopo, un sabato mattina, mentre si trovava nel proprio comitato elettorale con amici, i sottoscritto riceve la visita dell’ingegnere Magnanimo in compagnia di un suo amico, per chiedere il motivo dell’affissione. Il sottoscritto chiede all’ingegnere il perché del suo interessamento e questi, di rimando, affermava di essere il progettista dell’opera (comprensiva della realizzazione di un bagno pubblico), ma che sui dettagli si poteva discutere.
Il sottoscritto chiedeva quindi all’ing. Magnanimo se era disponibile ad un confronto diretto con gli abitanti della Piazza interessata. Accordata la sua disponibilità, l’ingegnere partecipa il pomeriggio seguente ad un dibattito pubblico al quale partecipa anche il direttore de La Tribuna Luigi Ottolino.
L’ing. Magnanimo conferma quanto detto al sottoscritto compresa la possibilità di apportare modifiche al progetto fino alla completa eliminazione del bagno pubblico.

Il 22 di maggio, il sig(?) sindaco ha in programma l’inaugurazione dell’avvio dei lavori in Piazza Mercato con tanto di festa musicale. Il sottoscritto, saputo dell’iniziativa, chiede al Dott. Nico Giannelli, dirigente del settore Cultura, il perché dello spreco di danaro pubblica per festeggiare l’inaugurazione dell’inizio dei lavori quando lo stesso giorno viene comunicata la dismissione delle mense scolastiche comunali per mancanza di fondi.
L’intervento del sottoscritto riuscì a evitare l’ennesimo spreco di soldi pubblici. Senza fronzoli musicali, il sindaco sale sul palco, allestito per l’occasione, guarda caso, in piena campagna elettorale, e comincia ad inveire contro chi ha paventato la realizzazione del bagno pubblico in Piazza Marinullo solo per farsi pubblicità in vista delle elezioni. Assistono al discorso una cinquantina di persone - tutte vicine al sindaco, comprese sorella e fratello del sindaco – e mia suocera. Le parole del sindaco furono salutate dal roboante applauso di tre fan scatenati: il fratello, la sorella e mia suocera. Gli altri presenti evidentemente sapevano o erano state presenti all’incontro con l’ingegner Magnanimo e quindi avevano bastevoli elementi per ritenere del tutto campate in aria le dichiarazioni del primo cittadino.
La sera stessa, verso le 21.30, il sottoscritto, incontrato per caso il sindaco in Piazza Marinullo, non perdeva occasione per spiegargli la figuraccia di qualche ora prima: il sindaco, infatti, non era ancora stato informato dell’incontro tra cittadini e ingegner Magnanimo. La faccia che fece il sindaco (sebbene non differisse di molto da quella sua inespressiva abituale) non poteva nascondere un certo stupore. Al ché il sindaco mi lusingava a modo suo assicurandomi che se fossi stato dalla sua parte già avrebbe premiato me e mio fratello con un incarico a testa. Per chi mi conosce è inutile fare cenno alla mia scontata e irreprensibile risposta. Tutti gli altri possono arrivarci da soli.

Consigliere comunale
Michele Difino

CASSANO COME LE TRE SCIMMIE: NON VEDO - NON SENTO - NON PARLO

L’amministrazione comunale sta rifacendo il trucco nel centro storico di Triggiano,(non in maniera adeguata vista la corrosione delle tubazioni acqua e fognatura e di cui denuncio sin da ora l’ inadeguatezza) ma l’apertura del cantiere e soprattutto i tempi di realizzazione delle opere indispettiscono in particolar modo i commercianti del rione Ponte.

Il senso di malessere è diffuso tra la maggior parte dei commercianti delle vie che conducono in Piazza La Croce, che rilanciano :

"Gli amministratori hanno deciso che il centro storico di Triggiano andava abbellito”?

Un vero disastro(mancanza totale dei parcheggi) invece, si perderanno clienti, e non so quando si rivedranno".

"Nessuna informazione, ne’ dal Sindaco ne’ da parte dell’ufficio competente, si prendono in giro i commercianti e a pagarne le conseguenze sono i negozianti.

"Inoltre una volta aperto il cantiere la vera difficoltà è quella di trovare parcheggio durante e dopo i lavori, - un disagio per loro, per i loro clienti e per i cittadini che ci vivono.

Ma quel che è peggio è che a fine lavori verranno a mancare del tutto i posti auto lungo le strade del centro storico.

Ci vorrebbe una programmazione più seria e logica.

Prima si dovevano costruire dei parcheggi, per esempio il Sindaco aveva parlato di ulteriori zone di parcheggi, il sottoscritto ha proposto una costruzione di parcheggi modali, ma senza risposta, il centro storico diventerà certamente più bello, ma la gente a piedi non ci andrà perché ama la comodità dell’auto, i commercianti hanno il sospetto che dalla sera alla mattina verrà meno completamente l’affluenza agli esercizi commerciali della zona.

Questo discorso è strettamente collegato all’attuazione di parcheggi nell’area succitata e di cui si vogliono chiarimenti e anticipazioni e soprattutto la loro precisa collocazione.


Consigliere Comunale
Michele Difino