martedì 29 marzo 2011

giovedì 24 marzo 2011

SCHIRALDI SI RITIRA DALLA COMPETIZIONE AMMINISTRATIVA PER LA CANDIDATURA A SINDACO DI TRIGGIANO DEL 15/16 MAGGIO 2011




             il diavolo                                   e                         l'acqua santa

Che Schiraldi fosse un signore nei confronti di Cassano, lo sapevamo da tempo, dimostrandolo, già cinque anni fa ed oggi, facendo un passo indietro, come diceva il mitico Totò signori si nasce non si diventa e Cassano non lo nacque. Schiraldi è un debole in sottoscritto non l'avrebbe mai fatto, facendo cantare vittoria al Cassano. Che Cassano sia un traditore, il sottoscritto lo ha più volte apostrofato nei scorsi anni di amministrazione comunale, fino all'ultimo consiglio comunale, e chi meglio di me può capire Schiraldi, visto che ho pagato con la mia pelle, uscendo da una maggioranza che mi ha visto vincente alle scorse amministrative, per fare spazio agli amici di merenda di Cassano.
A Cassano vorrei ricordare che il passo indietro di Schiraldi non è una sua vittoria, e che Schiraldi lo potrebbe sconfiggere in qualsiasi momento della vita politica, e che Cassano politicamente parlando è un perdente.
A Schiraldi gli porgo la mano, se ti vuoi candidare sindaco, il sottoscritto potrebbe fare un passo indietro, perchè non sono legato alla poltrona come Cassano, non ho interessi personali, se non gli interessi dei miei concittadini, non ho nessuna B/6 da approvare di qualche consigliere comunale come i Neglia in Cacucciolo.

mercoledì 23 marzo 2011

Parla chiaro il Codice di diritto canonico, al paragrafo 3 del canone 285: «È fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici, che comportano una partecipazione all’esercizio del potere civile». E il paragrafo 2 del canone 287 specifica: «Non abbiano parte attiva nei partiti politici e nella guida di associazioni sindacali, a meno che, a giudizio dell’autorità ecclesiastica competente (non credo che sia stato autorizzato), non lo richiedano la difesa dei diritti della Chiesa o la promozione del bene comune». Canoni che, tuttavia, non vincolano i diaconi permanenti. (Canone 288).

Non è credibile neanche la chiesa, ormai si sa che i preti fanno i politici, i politici fanno i preti.

Già il sottoscritto non era d'accordo dell’iniziativa di Don Salvatore, di portare in Africa tutto il ricavato delle somme raccolte all'ultima sagra del cavatelo, oltre 20.000 euro.


Ma, Don Salvatore, lo sa, che nel nostro comune c'è gente che sta peggio di loro?

Non ho niente contro di loro, e non sono razzista.

Dico a Don Salvatore che, se voleva scoprire il terzo mondo non c'era bisogna di andare fino in Africa, perché lo trova nel nostro comune, perché c'è solo fame.

E a riguardo delle somme della sagra, con una parte del ricavato, poteva benissimo fare una mensa sociale per i nostri poveri, visto, anche, i tanti spazi che gli abbiamo messo a disposizione.

E pensare che altri parroci di Triggiano non si possono permettere neanche una iniziativa per la comunità cattolica, come per esempio un ritrovo per i bambini disagiati, come da tempo Don Mimmo della Parrocchia del Crocifisso sta cercando di realizzare, ma non può, perchè  non ha fondi.

Comunque è anche colpa nostra per aver dato tanto agio a Don Salvatore.

Sia chiaro che la mia non è una vendetta politica, (ben vengano tutti quelli che vogliono far bene per il nostro paese), nei confronti di Don Salvatore o della lista civica, si poteva fare lo stesso stando dietro le quinte, e non esporsi così tanto, ma evidentemente Don Salvatore soffre di protagonismo, qualità vietata dal Codice di diritto Canonico.

Giusto per concludere, un qualcosa di personale, prima di questo ero diffidente nel andare a confessarmi ai preti, ma dopo di ciò, difficilmente andrò a raccontare i c...i miei a loro.

Scusatemi per il linguaggio, ma certe cose vanno dette, il sottoscritto è fatto così, parla in faccia, dice quello che pensa, non sono come altri politici e civili che si nascondono dietro un dito, ma la pensano ugualmente come il sottoscritto,  non me ne vogliate.

Michele Difino




Inchiesta sanità, il gip conferma richiesta di arresto per Tedesco

Secondo il gip, l'interrogatorio del senatore non avrebbe modificato il quadro indiziario sia dal punto di vista delle accuse, sia per quanto riguarda il pericolo di reiterazione dei reati, da parte sua ma più ancora da persone a lui vicine. La Giunta delle immunità del Senato deciderà sull'arresto entro il 5 aprile

Alberto Tedesco va arrestato. Il gip del tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare, avanzata dalla difesa del senatore il 5 marzo scorso. La decisione è stata depositata nella tarda serata di ieri. Tedesco - ex assessore alla Sanità della Regione Puglia - si è autosospeso dal partito e dal gruppo del Pd il giorno dopo la notifica della richiesta di arresto avvenuta nell'ambito delle indagini sulla gestione della sanità in Puglia.

Secondo il gip, l'interrogatorio di Alberto Tedesco - avvenuto venerdì scorso - non avrebbe modificato il quadro indiziario sia dal punto di vista delle accuse, sia per quanto riguarda il pericolo di reiterazione dei reati, da parte sua ma più ancora da persone a lui vicine. "Emerge con chiarezza - ha commentato la legale di Tedesco, Rosita Petrelli - che il giudice ha omesso ogni valutazione in ordine all'attualità delle necessità cautelari. La gravità indiziaria, peraltro, da noi fortemente contestata nel corso dell'interrogatorio, non è sufficiente a giustificare l'adozione e la permanenza di una misura cautelare". "E' necessario offrire la prova quanto meno della reiterabilità dei comportamenti assertivamente illeciti; ciò è escluso nel nostro caso - ha aggiunto Petrelli - laddove il senatore Alberto Tedesco oggi svolge attività del tutto diversa e distante da quella che avrebbe consentito i presunti illeciti dei quali oggi egli è chiamato a rispondere. Ovviamente - conclude la legale - porremo in essere ogni ulteriore necessaria attività difensiva".

Nello stesso provvedimento il gip ha disposto, come chiesto dalla procura nell'ambito della stessa inchiesta, l'interdizione per Tommaso Antonio Stallone, 47enne, di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), direttore amministrativo dell'Istituto De Bellis di Castellana Grotte. Nei suoi confronti il Giudice ha riconosciuto la correttezza delle procedure seguite dai vertici della Regione nel designarlo come direttore amministrativo. Ha, però, dato ragione all'accusa sul presunto episodio di abuso d'ufficio per l'assunzione di una bibliotecaria al De Bellis. Per questo la misura interdittiva avrà durata di un mese e non di due come chiesto dai pm. "Non sono state tenute in considerazione - ha commentato il legale di Stallone, l'avvocato Leonardo Iannone - le prove documentali prodotte e allegate a dimostrazione della regolarità e della trasparenza dell'assunzione".

Mentre da Bari il gip conferma la richiesta d'arresto del senatore Alberto Tedesco che si è autosospeso dal Pd, la Giunta delle immunità del Senato decidera sull'arresto dell'ex senatore alla Sanità della Puglia martedì della prossima settimana o al massimo tra due martedì, quindi entro il 5 aprile. Dopo l'audizione della settimana scorsa, infatti, oggi la Giunta ha discusso della vicenda, in attesa che arrivi la proposta del relatore Alberto Balboni (Pdl). "E' probabile - spiega la senatrice del Pd Marilena Adamo - che il relatore Balboni porti in Giunta la sua proposta la settimana prossima, comunque il presidente Follini ha sottolineato che al massimo tra due settimane la Giunta dovrà deliberare".

Anche il senatore del Pdl, Paolo Tancredi, indica come probabile per la prossima settimana l'arrivo della relazione e "a quel punto si andrà al voto". Sarà poi la conferenza dei capigruppo a calendarizzare per l'Aula il voto favorevole o contrario al verdetto che verrà emesso dalla Giunta delle immunità.

martedì 22 marzo 2011

A TUTTI I CONCITTADINI ABBIATE IL CORAGGIO DI DENUNCIARE QUESTO SCIACALLAGGIO, PENSIAMO AD UN FUTURO PIU' ROSEO, SPECIALMENTE PER I NOSTRI FIGLI.

L’aria è cambiata
Egregi cittadini siamo arrivati al momento tanto atteso, l’imminente voto  per la scelta di una amministrazione  che guarda gli  interessi di tutta la cittadinanza e non gli interessi di qualche singola famiglia.
false promesse
In questi giorni fino alla fine della campagna elettorale, sciacalli della politica scenderanno in campo o sono già scesi per accaparrarsi il voto, offrendo  false promesse di posti di lavoro o 100 euro o forse anche di più per un voto come già si sente in giro, facendo dei cittadini prostitute che vendono il proprio consenso al migliore offerente. Non ha prezzo la propria dignità. Non ha prezzo il proprio consenso. Bisogna meritarlo.

Ai rappresentanti della legge non coinvolti in questa competizione
chiedo più controllo e verifiche a 360 gradi, invece, ai rappresentanti  della legge coinvolti, dico state attenti a quello che dite e quello che  fate, che il grande fratello vi guarda attentamente.

candidati mascherati
L’aria deve cambiata  !!!!!!!
Dobbiamo pensare alla ricostruzione del nostro paese portato alla rovina dalle precedenti amministrazioni !!!! 
Chiedo a tutti i cittadini di non porgere l’altra guancia a questi sciacalli dando loro, modo di mettere le mani nelle casse comunali.

Questa volta il sottoscritto vi condurrà a votare senza l'inganno o altro stratagemma a “doppio taglio”!!!! armi solite dei candidati mascherati alla Casa Comunale !!!
Certa gente da dove prende i soldi per campagne elettorali a dir poco sontuose?

Come dice un detto proverbio non è oro tutto quello che luccica.

politica Cash & Carry
La gente attende da anni di vedere garantiti i propri diritti, guadagna con sangue e sudore i propri obiettivi.
Attenti ai falsi che continueranno a riempire le loro tasche a discapito della vostra vita e dei vostri diritti.
Chiedo a tutti i cittadini di non scendere a compromessi per un solo centesimo, per non ritornare a subire le conseguenze della solita amministrazione politica Cash & Carry !!!!


Michele Difino

Candidato Sindaco liste civiche



sabato 12 marzo 2011

PUGLIA: EMILIANO, TEDESCO? SE NON C'E' PERSECUZIONE SI VOTI PER L'ARRESTO.

 Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - "La decisione di arrestare una persona va lasciata alla magistratura". Cosi' il sindaco di Bari Michele Emiliano, intervenuto a '24 Mattino' su Radio 24, ha risposto a una domanda su come a suo parere dovra' votare il Pd sulla richiesta di arresto del senatore Tedesco, ex assessore regionale pugliese.
''Se i senatori non dovessero trovare nell'ordinanza alcun elemento che faccia pensare a una persecuzione di natura politica nei confronti di Tedesco - ha aggiunto Emiliano - dovrebbero lasciar decidere i magistrati''. Quindi votare si' per l'arresto? ''E certo'' ha concluso il sindaco di Bari che ha aggiunto: ''Come e' noto la vicenda e' nella nostra carne, riguarda la Puglia, riguarda Vendola e anche me perche' sono stato segretario del partito. Ma e' una vicenda dalla quale emerge un modello politico assolutamente inaccettabile''.

11/03/2011

giovedì 10 marzo 2011

Puglia: Li Giotti(idv) su Tedesco nessun "giallo" ma rigore doveroso.
Roma, 9 mar. (Adnkronos) - "Ho sollevato in giunta il problema della documentazione afferente la posizione del senatore Tedesco per la semplice ragione che la giunta ha il termine di trenta giorni per decidere sull'autorizzazione all'arresto". Lo ha detto il vice presidente della giunta per le autorizzioni a procedere del Senato, Luigi Li Gotti, dell'Italia dei valori.
"E ' necessaria chiarezza -aggiunge- sull'arrivo della documentazione e sull'autorita' che l'invia, al fine di non commettere errori procedurali. E' interesse della Giunta percorrere con esattezza i binari del regolamento. Il presidente Follini verifichera' i termini del problema posto. Quindi -conclude- nessun giallo, ma doveroso rigore attesa la decisione delicata che dovremo assumere".

09/03/2011

Sen. Tedesco in Aula «C'è fumus persecutionis» e Vendola sapeva
ROMA – «Sono assolutamente tranquillo. In Giunta ho ribadito gli elementi presenti nella memoria che ho consegnato e che tende a dimostrare l’esistenza di una sorta di fumus persecutionis». Il senatore Alberto Tedesco al termine dell’audizione in Giunta delle immunità del Senato, che lo hanno ascoltato in merito alla richiesta di autorizzazione all’arresto del gip di Bari nell’ambito di una inchiesta sulla sanità in Puglia, riferisce ai cronisti della sua arringa difensiva nel corso di una riunione cominciata alle 13,30 e sospesa alle 16,30 perchè cominciano i lavori d’Aula.
La seduta è stata interrotta e riprenderà questa sera o domani. Tedesco spiega, rifacendosi alla prassi parlamentare, che esistono «tre ipotesi di fumus persecutionis. La prima è di dolo evidente dell’inquirente che ti vuole danneggiare politicamente o personalmente. E questo lo escludo. La seconda è collegata alle modalità e ai tempi di esecuzione dell’indagine e io sostengo che i tempi e i modi si sono svolti in maniera oggettivamente persecutoria anche se non volutamente persecutoria». «Il terzo elemento – aggiunge – riguarda l’infondatezza dell’indagine che io ritengo di aver dimostrato nel corso dell’audizione».

Il senatore, che si è autosospeso dal Pd, ribadisce di sentirsi «un perseguitato» e indica due esempi: «Il fatto che in tre anni non sono mai stato interrogato e la perquisizione nella mia abitazione per cercare un appunto che era già in mano alla Procura di Bari». «Perquisizione che ha originato un clamore mediatico che mi ha danneggiato» osserva l’ex assessore alla Sanità della Puglia.

ORE 17:36 - IL PD NON HA UN «PROBLEMA TEDESCO»

«Il Partito democratico non deve porsi il problema del senatore Tedesco, ma quello di una corretta azione giudiziaria. In questa vicenda la posizione del partito è stata irreprensibile. C'è stato solo qualche commento dissonante che appartiene alla spregiudicatezza di chi l'ha fatto». Così il senatore Alberto Tedesco risponde ai cronisti che gli chiedono dei suoi rapporti con il Pd al termine dell’audizione in Giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione all’arresto del gip di Bari nell’ambito di una inchiesta sulla malasanità in Puglia.
«Anche da Vendola – aggiunge Tedesco – non ho sentito commenti malevoli nei miei confronti, altri lo hanno fatto». Quanto alle voci di un possibile cambio di casacca, il senatore che per ora si è autosospeso ed è nel gruppo misto taglia corto: «Io vengo da un partito di sinistra e rimango convinto della militanza a sinistra. L’unica alternativa è, nel caso, tornare a casa».

ORE 17:46 - «VENDOLA SAPEVA, QUANTO ME»

«Io avevo chiesto di fare il presidente del Consiglio regionale, un posto richiesto anche da un’altra forza politica, che ha prevalso. Allora Vendola mi chiese di fare l’assessore alla Sanità». Lo riferisce il senatore Alberto Tedesco al termine dell’audizione in Giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione all’arresto nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità in Puglia. In Giunta, peraltro, il senatore del Pdl Ferruccio Saro aveva chiesto a Tedesco perchè aveva scelto di fare l’assessore alla Sanità visto che ha nel settore familiari e conoscenti.
Alla domanda se il presidente Vendola era a conoscenza di quanto avveniva nella Sanità pugliese, Tedesco risponde: «sulla gestione e il governo della sanità, Vendola sapeva esattamente quanto ne sapevo io. Non poteva non conoscere quanto accadeva nel governo del settore più rilevante della regione e che assorbe il 75% del bilancio». «Vendola era a conoscenza delle politiche di intervento nel settore della sanità e le condivideva con me. Anzi, a volte, ero io che seguivo i suoi indirizzi» afferma Tedesco.

ORE 18:21 - IL «GIALLO» DELLA TELEFONATA TRA LAUDATI E FOLLINI
È giallo intorno a una telefonata tra il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati e il presidente della Giunta delle Immunità del Senato Marco Follini per la vicenda del senatore Alberto Tedesco per il quale il gip ha chiesto la concessione dell’autorizzazione alla custodia cautelare.
Follini, la settimana scorsa, rende nota la telefonata intercorsa tra lui e il procuratore capo della Repubblica in merito alle carte dell’inchiesta sulla sanità pugliese. Il rappresentante Idv Luigi Li Gotti interviene sottolineando l'irritualità dell’intervento del magistrato dell’accusa, dato che la Giunta deve pronunciarsi esclusivamente sulla base della documentazione fornita dal Giudice delle indagini preliminari.
Lo ha riferito oggi a margine dell’audizione del senatore Tedesco, lo stesso Li Gotti. «Non mi è mai capitata – spiega - una cosa del genere è del tutto irrituale. Io – spiega – voglio esaminare solo le carte che sono autorizzato ad esaminare. E invece veniamo a sapere che il pm ha offerto, nell’ambito di una sinergia tra istituzioni, delle carte che ora vogliamo sapere se sono le stesse inviate dal Gip o se sono documenti ulteriori». Analoga eccezione è stata sollevata dal Pd Felice Casson. «Follini – riferisce sempre Li Gotti – ha chiesto a Laudati di scrivere una lettera contenente i termini della questione e si è impegnato a fare chiarezza su quali siano i documenti che esaminiamo. Capite, si tratta di quattro faldoni e di un disco con altri 45 faldoni...».
Follini si trincera dietro il riserbo del suo ruolo di presidente della Giunta ma quando una giornalista gli dice che la procura di Bari ha fatto sapere che sarebbe stato proprio lui a chiamare Laudati, replica: «Posso ricevere delle telefonate, ma ne faccio raramente come possono attestare i miei amici».
Il relatore Alberto Balboni (Pdl), conferma la telefonata tra Follini e Laudati, per dire che quest’ultimo «non ha offerto altre carte ma ha dato la sua disponibilità qualora servissero le carte». Dal canto suo Tedesco ai cronisti che, al termine della prima parte dell’audizione, gli riferiscono delle perplessità di Li Gotti afferma: «Laudati è persona correttissima. Se c'è stato un intervento, ma dovete chiedere a Follini, è stato 'ad adiuvandum', per agevolare l’invio del materiale».

ORE 18:32 - SARO, PD E VENDOLA COME PILATO
«Noi siamo garantisti non a senso unico e non siamo giustizialisti. Nella storia del nostro Paese sono stati rari i casi in cui si è autorizzato l’arresto e non possiamo andare contro la storia del Paese e dei nostri principi». Lo dice il senatore del Pdl, Ferruccio Saro, a margine della seduta della Giunta delle immunità parlamentari del Senato, in cui si è audito il senatore Alberto Tedesco sulla richiesta di arresto del Gip del tribunale di Bari.
«Certo – sottolinea Saro – qui si tratta di capire fino in fondo le contraddizioni interne del Pd. Ci sono due elementi: il Pd ha candidato Tedesco e non può adesso lavarsene le mani». «Poi – prosegue il senatore del Pdl – dobbiamo capire le responsabilità di Vendola. Non saranno penali, ma politiche sì. Quindi su quanto accadeva nella sanità pugliese o Vendola sapeva tutto e ha coperto politicamente oppure se non se n'è accorto dormiva e non credo che dormisse visto che è una persona sveglia». «Dunque se sono veri gli addebiti a Tedesco, Vendola avrebbe delle responsabilità politiche e non può tirarsi fuori» conclude Saro.

ORE 18:41 - PDL, NESSUN GIALLO SU ATTI DI TEDESCO
«Nessun 'giallo' sul ruolo del procuratore di Bari in merito alla trasmissione dei documenti inerenti la posizione del senatore Tedesco». Lo dicono in una nota congiunta i senatori del PdL, Ferruccio Saro, e Carlo Sarro, rispettivamente capogruppo e segretario nella Giunta per le Immunità del Senato. «Alle osservazioni del senatore Li Gotti – riferiscono Saro e Sarro – il presidente Follini, nella seduta odierna, ha risposto in modo chiaro ed esauriente, ribadendo che tutta la interlocuzione istituzionale è avvenuta con il gip competente e che il trasferimento degli atti dalla Procura di Bari alla Giunta per le Immunità non presenta anomalie, ma anzi testimonia lo spirito collaborativo da parte del pm nel rispetto assoluto delle prescrizioni dettate dal gip nel provvedimento con il quale è stata richiesta al Senato l’autorizzazione all’arresto del senatore Tedesco».
«Attesa la serietà delle vicende di cui la Giunta si sta occupando, auspichiamo che nessuna facile dietrologia o strumentale ricostruzione dei fatti possa condizionare il buon andamento dei lavori» concludono i due senatori del Pdl della Giunta delle immunità.

martedì 8 marzo 2011

07-03-11


SANITA': BOCCIA (PD), TEDESCO VA ARRESTATO. LINEA PARTITO SIA CHIARA

(ASCA) - Roma, 7 mar - Il senatore del Pd, Alberto Tedesco - su cui pende una richiesta d'arresto, a seguito di un'inchiesta sulla gestione della sanita' nella Regione Puglia - ''va arrestato e la linea del Partito deve essere chiara, senza eccezioni''. Lo ha detto Francesco Boccia, deputato del Pd, intervenendo alla 'Zanzara' su Radio 24.

''Non ho letto l'istruttoria - prosegue l'onorevole del Pd - ma la linea del partito e' quella della legalita' e quindi quella di dare l'autorizzazione a procedere agli arresti.

Tedesco si deve mettere nelle mani della magistratura e si deve difendere come tutti i cittadini''.

Alla domanda di Cruciani, ''se fosse in Senato cosa voterebbe?'', Boccia risponde: ''Se io fossi in Senato voterei di si alla richiesta per Tedesco. Dopo di che mi auguro che Tedesco riesca a dimostrare la sua estraneita' ai fatti''.
Lunedì 07 Marzo 2011 15:03


PUGLIA: ZAZZERA (IDV) SU PRIMARIE PD A TRIGGIANO (BA), VINCE UOMO DI TEDESCO
12345(AGENPARL) - Roma, 07 mar - “Alle primarie tenutesi ieri presso il comune di Triggiano (BA) – dichiara l’On. Pierfelice Zazzera (Idv) - il Pd ha scelto come candidato sindaco Adolfo Schiraldi, indagato nell’inchiesta della sanità pugliese ed indicato nell’ordinanza del GIP come elemento funzionale al sistema di concussione ambientale nell’ambito della sanità pugliese, al cui vertice, come noto, c’è il Sen. Alberto Tedesco, nei confronti del quale è stata già chiesta al Parlamento l’autorizzazione d’arresto. L’esito delle primarie di Triggiano rappresenta la replica di quanto accaduto a Napoli: vince il candidato di Tedesco, coinvolto nell’inchiesta sulla sanità pugliese. Credo sia opportuno un segnale di cambiamento radicale e invito il PDF a bloccare il risultato delle primarie individuando un nuovo candidato sindaco fuori dalle inchieste giudiziarie. Visto l’esito di queste elezioni – conclude Zazzera – personalmente ritengo che il centro sinistra si stia avviando ad una sconfitta politica. L’Italia dei Valori, che da tempo denuncia gli interessi di Tedesco nella sanità regionale, non potrà sostenere un candidato sindaco espressione dell’ex assessore e del conflitto di interessi di cui è portatore. Queste primarie rappresentano un ulteriore campanello d’allarme rispetto alla credibilità di un meccanismo di partecipazione, che allontana sempre più i cittadini dai partiti”.

lunedì 7 marzo 2011




La faccia triste di Cassano, guarda con uno sguardo malinconico Schiraldi, non apre bocca, ma nei suoi pensieri naviga la sconfitta  dicendo "sei riusciuto a farmi il culo".

dall'altra parte:
Schiraldi pensieroso ma vincente legge nel pensiero di Cassano e dice  "mica ci voleva tanto".



Nelle elezioni primarie tenutesi ieri (6 marzo), presso la sala consiliare del palazzo comunale di Triggiano, il Partito Democratico ha scelto il suo candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative del 15 e 16 maggio: è Adolfo Schiraldi (presidente del Consiglio uscente).

Su 2.749 votanti, 1.578 si sono espressi per Schiraldi, 1.147 per Michele Cassano (sindaco uscente) e 24 hanno deciso di render nulla la scheda o lasciarla in bianco.

venerdì 4 marzo 2011


IL CASO
Consulta, terremoto nella sanità
annullate migliaia di assunzioniLa Corte costituzionale ha bocciato la legge regionale sulle stabilizzazioni: per migliaia di dipendenti torna lo spettro della precarietà. Coinvolti dirigenti, medici dei reparti e del 118, lavoratori socialmente utili. L'assessore Fiore: "Sconfitta politica"

di PIERO RICCI

L'assessore Tommaso Fiore

Quelli che temevano di più la sentenza della Corte costituzionale, i lavoratori "schiavizzati" da aziende di servizi che speravano di essere internalizzati dalle società in house costituite dalle Asl, saranno i meno colpiti dal giudizio della Consulta: potranno anche essere assunti nelle società pararegionali, ma possono scordarsi un contratto a tempo indeterminato.

La legge 4 del 2010, quella che dettava norme urgenti in materia di sanità e di servizi sociali, è stata praticamente decimata in tutti gli articoli studiati ad hoc per declinare al passo la precarietà del lavoro nel sistema sanitario pugliese. Dopo la relazione del giudice Sabino Cassese, per migliaia di lavoratori che erano stati stabilizzati, assunti a tempo indeterminato, c'è la barriera insormontabile della Consulta.

"È una sconfitta politica", osserva l'assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore. Ma lo dice, a caldo, conoscendo solo una parte della sentenza appena pubblicata e che gli avvocati della Regione stanno studiando. "Hanno lasciato in piedi il giocattolo delle società in house", aggiunge l'assessore. Ma quello che è stato smontato è il complesso delle stabilizzazioni e delle assunzioni.
Per esempio è incostituzionale la norma che consentiva ai dirigenti medici di restare in servizio dopo cinque anni in una disciplina diversa di quella per la quale erano stati assunti. È illegittima anche la norma che ha permesso al personale a tempo indeterminato presso aziende o enti del servizio sanitario nazionale (SSN) ma in servizio a tempo determinato al 31 dicembre 2009 presso un'azienda o ente del servizio sanitario della Regione Puglia, di restare in Puglia a tempo indeterminato.

La mannaia dei giudici costituzionali colpisce anche la stabilizzazione degli ex Lsu in servizio da cinque anni nei servizi di riabilitazione, tossicodipendenze, assistenza domiciliare integrata e prevenzione. Così per i co. co. co adibiti al servizio di assistenza domiciliare, riabilitazione e integrazione scolastica.

Salta la norma per i medici precari del 118 da almeno tre anni. A farne le spese sono anche i medici precari che lavoravano per l'Ares e quelli in servizio negli istituti penitenziari. Ce n'è anche per i direttori generali: non perderanno il posto, ma non potranno avere uno stipendio annuo superiore ai 111mila euro.

E ancora: non è valida la riserva del 50 per cento dei posti nei concorsi per gli interni tra i quali erano stati ripescati (in modo incostituzionale) anche i titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato nelle asl per progetti finalizzati. Via dai concorsi anche la riserva del 10 per cento per i lavoratori in mobilità delle cliniche private. Illegittime anche le norme che non escludono dalle norme di stabilizzazione "il personale delle aziende ospedalierouniversitarie o, comunque, non prevedono un rinvio a protocolli di intesa tra università ed enti ospedalieri nè alcuna forma di intesa con il rettore". La meno devastante delle censure costituzionali è appunto la parte che riguarda le internalizzazioni.

"La Corte smonta la nostra ipotesi del tempo indeterminato che per noi è un valore perché noi lottiamo contro ogni forma di precarietà. Per il resto - ha concluso l'assessore - le sentenze si applicano. Chiederemo subito un incontro al ministro Fitto, dopo gli impegni assunti per individuare una soluzione". E così auspica il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna: "Sono certo che il governo regionale troverà le soluzioni più opportune". Per Rocco Palese (Pdl) "è una sconfitta amministrativa ed è una bocciatura dell'uso politicoelettorale di leggi regionali".

giovedì 3 marzo 2011

I VELENI SULLA SANITA'



Formigoni: «Vendola è un vero ipocrita

Perché ora sta scaricando Tedesco?»

L'attacco del governatore Lombardo: «Per il senatore chiesto arresto, a lui neanche un avvisetto di garanzia»


Roberto Formigoni

MILANO - «Nichi Vendola continua a fare sfoggio di ipocrisia: a pochi interessa sapere come voterebbe se fosse in Parlamento circa l’arresto del suo ex assessore Tedesco». Così Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, risponde alle dichiarazione del presidente della Regione Puglia in merito all'inchiesta sulla sanità che ha coinvolto l'ex assessore della sua giunta, ora senatore del Partito democratico.

LA DOMANDA - «A tutti invece interessa sapere cosa risponde Vendola a Tedesco, che ieri ha detto con chiarezza: "Io e Vendola abbiamo commesso lo stesso reato, i fatti contestatici sono gli stessi"; ma per Tedesco è stato chiesto l’arresto - spiega Formigoni - e Vendola non ha ricevuto nemmeno un avvisetto di garanzia». «Sì, siamo proprio curiosi di sapere cosa pensi di questo trattamento privilegiato, ma - ha concluso il Governatore lombardo - siamo anche sicuri che ipocritamente a questa domanda non risponderà».

Redazione online

03 marzo 2011

Vendola: "Sottovalutai il conflitto di Tedesco"


Il governatore in consiglio regionale chiamato arelazionare sulla vicende giudiziarie per le quali è stato chiesto l'arresto anche del senatore Pd. La giunta per le autorizzazioni a procedere ascolterà l'ex assessore la prossima settimana. Il presidente: "Lo spoil system è una tragedia per il Sud"

"Ho sottovalutato all'inizio della vicenda, nel 2005, il peso che nella contesa politica avrebbe potuto determinare il conflitto d'interesse dell'assessore Tedesco, ma il mio tormento era quello di trovare il profilo di un amministratore capace e di moralizzare la macchina pubblica". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nella relazione in consiglio regionale sulla situazione politica dopo le ultime vicende giudiziarie sulla sanità pugliese. Per l'ex assessore Tedesco, oggi senatore Pd, la Procura di Bari ha chiesto l'autorizzazione all'arresto alla competente giunta di Palazzo Madama, che ha deciso di ascoltarlo la prossima settimana.
LO SCANDALO 
Sanità, gli atti dell'inchiesta al Senato




Tedesco sarà ascoltato dalla giunta. La decisione al termine dell'incontro per valutare la richiesta di arrestato per il senatore ex assessore alla Regione Puglia.

La giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato che si è riunita oggi ha deciso che nella prossima seduta, da convocare per la settimana che verrà, procederà ad ascoltare il senatore Pd, Alberto Tedesco, nei cui confronti il gip di Bari ha spiccato una richiesta dicustodia cautelare per le vicende legate alla Sanità alla Regione Puglia. "Dipenderà naturalmente dalla sua disponibilità a presentarsi" ha poi sottolineato il senatore Lucio Malan (Pdl), mentre il relatore nominato, Alberto Balboni (Pdl) ha ricordato che "dalla settimana prossima Tedesco potrà essere sentito, anche in più occasioni, come pure presentare memorie difensive".

Nelle disponibilità della giunta sono già i numerosi (una quarantina) faldoni dell'inchiesta alla base della richiesta di custodia cautelare del gip, mentre sono attesi già in serata anche gli allegati, che completano la documentazione. "Ricordo che compito della giunta è verificare l'esistenza o meno del fumus persecutionis", ovvero un'azione di sviamento da parte dei magistrati in modo da perseguire un parlamentare in quanto uomo politico e non per le azioni commesse, ha detto il relatore.

"I tempi di esame della giunta non saranno brevi - ha poi aggiunto Balboni - ma neppure lunghi, poiché entro 30 giorni dobbiamo decidere". Il relatore ha quindi ricordato i motivi addotti dai pm e dal gip nella richiesta di custodia cautelare nei confronti del senatore Tedesco. "Si parla di accuse importanti - ha sottolineato - come associazione a delinquere, concussione, gestione clientelare della Sanità, insieme a 23 indagati, secondo un sistema diffuso e noto. Un sistema, va rimarcato, conosciuto e tollerato, sempre secondo l'istanza del gip, dai vertici politici e amministrativi della Regione. A sostegno della richiesta della custodia il gip indica la possibilità di reiterazione del reato: il gip sostiene infatti che anche al di là del ruolo di Tedesco, attualmente senatore, il politico manteneva funzioni direttive nel sistema delineato, in forza dei suoi agganci e delle sue relazioni".











SANITA' La Regione firma l'ordine


"Diciotto ospedali chiudono"Dal 14 marzo chiudono 18 ospedali pugliesi: il piano di rientro dal deficit sanitario sta per entrare in corsia. Al Policlinico soppressi 16 tra reparti ospedalieri e cliniche universitarie. Ieri. l´assessore alla Salute Tommaso Fiore ha firmato la circolare che detta i tempi di chiusura di ospedali e repartidi

PIERO RICCI

Il piano di rientro dal deficit sanitario sta per entrare in corsia. Dopo le polemiche e le intese, le firme e le leggi, nelle aziende sanitarie e ospedaliere e negli istituti pubblici di ricerca, è arrivata la circolare dell'assessorato alle Politiche della salute che detta i tempi di chiusura di ospedali e reparti. Due le scadenze. La più importante è il 14 marzo: entro quella data i manager devono "predisporre e adottare gli atti deliberativi relativi alla chiusura degli ospedali e delle unità operative come previsto dal piano di rientro e come concordato con la cabina di regia in sede di analisi delle road map delle singole aziende". Un'altra data, più recente, è quella del 7 marzo: entro lunedì prossimo i manager devono "predisporre l'atto deliberativo relativo alla rideterminazione della dotazione organica".

Sul personale, l'assessorato è generoso di dettagli: ricorda che l'atto "deve comprendere un piano dettagliato di rientro della spesa per il personale" e "va precisato che la nuova dotazione organica deve prevedere una spesa non superiore a quella sostenuta per il personale in servizio" fino alla fine di febbraio.

Nulla che i capi del personale e gli stessi direttori non sapessero già. Gli uffici avevano già provveduto a convocare gli uni e gli altri lunedì scorso per concordare i primi passi per applicare il piano da "lacrime e sangue" e percorrere la lunga strada che porterà la Puglia ad incassare mezzo miliardo di euro.

L'operazione, ora, è imminente e parte, rispetto alla tempistica definita in estate, anche in ritardo perché chiusure e soppressioni andavano fatte a fine 2010, se non ci fossero stati gli "approfondimenti" ministeriali sulle internalizzazioni che hanno permesso di firmare quel piano solo a fine novembre.

Gli ospedali da chiudere, si sa, sono 18: quelli di Ruvo di Puglia, Bitonto e Santeramo nel Barese, Minervino Murge e Spinazzola nella Sesta Provincia, Cisternino e Ceglie nel Brindisino, Monte Sant'Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis nel Foggiano, Gagliano del Capo, Maglie, Poggiardo nel Leccese, Massafra e Mottolo nel Tarantino. A Noci e Rutigliano già sanno che le strutture ospedaliere diventeranno centri di riabilitazione. Mentre la Asl di Bari ha già fatto sapere che il destino è segnato anche per Grumo Appula e Gioia del Colle.

Mano pesante dei manager anche nelle strutture che conserveranno lo status di ospedali ma si vedranno decimare i reparti. Le unità operative con posti letto che dovranno chiudere sono 40. Il più impegnato dei manager sarà quello del Policlinico, Vitangelo Dattoli che dovrà chiudere 16 tra reparti ospedalieri e cliniche universitarie, compresi quelli già chiusi per ferie in estate e non più riaperti.

Sospeso, invece, rimane il futuro degli ospedali da chiudere. La circolare che detta gli "adempimenti riferiti al piano di rientro" è partita martedì, proprio mentre il consiglio regionale avrebbe dovuto discutere la legge presentata dal partito democratico per garantire la contemporaneità tra la chiusura degli ospedali e l'attivazione di day service (chirurgia senza posti-letto) e residenze sanitarie. L'approvazione della legge è stata rinviata al 15 marzo: "Serve approfondire alcuni aspetti per evitare che venga poi impugnata dal governo", ha detto l'assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore al termine della seduta del consiglio regionale.

martedì 1 marzo 2011

Arresto sen. Tedesco

Giunta Senato deciderà la settimana prossima
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ROMA – La giunta per le immunità del Senato ascolterà la prossima settimana il senatore del Pd Alberto Tedesco (che attualmente, autosospeso dai Democratici, fa parte del gruppo misto). Lo ha deciso la giunta, che deve giudicare la richiesta di arresto del parlamentare, nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità pugliese. La giunta, presieduta da Marco Follini (Pd), ha nominato il vicepresidente Alberto Balboni (Pdl) relatore. La richiesta del Gip consta di oltre 700 pagine.

Il relatore Balboni sottolinea che la giunta, una volta acquisiti tutti gli atti, ascolterà una o più volte il senatore Tedesco, che potrà difendersi anche con memorie difensive. Alberto Balboni ricorda inoltre che compito della giunta è verificare se la vicenda non rilevi la presenza di ”fumus persecutionis" nei confronti del senatore.

"Verificheremo – dice Balboni – l'esistenza o meno del fumus persecutionis”, ovvero un’azione di sviamento da parte dei magistrati in modo da perseguire un parlamentare in quanto uomo politico e non per le azioni commesse”. “Quanto ai tempi – osserva il relatore – non saranno brevissimi ma neppure lunghi: entro 30 giorni dobbiamo decidere”. I motivi addotti dalla magistratura nella richiesta di custodia cautelare, sono – prosegue Balboni “accuse importanti quali associazione per delinquere, concussione e una gestione clientelare della sanità nella Regione Puglia, insieme ad un gruppo di altri 23 indagati”.

Secondo Balboni, dalla richiesta della magistratura a sostegno della necessità di custodia cautelare è indicata la possibilità di reiterazione del reato. Il Gip sostiene che anche al di là del ruolo parlamentare di Alberto Tedesco, egli aveva mantenuto funzioni direttive nella gestione della sanità della Regione Puglia, “in forza dei suoi agganci e delle sue relazioni”.



Cosa significa Fumus persecutionis in latino significa letteralmente 'fumo di persecuzione' e indica un intento persecutorio da parte di qualcuno ai danni di un altro. Viene usato in campo giuridico per indicare situazioni in cui gli atti di un magistrato sembrano dettati piu' da un intento persecutorio piuttosto che dalla legge.

UN PESCE IN FACCIA A ME, UN PESCE IN FACCIA A TE.

                         Abbracciati così, sembrano una vera coppia di amici, invece:

VELENI NEL CENTROSINISTRA

Vendola: «Emiliano sostenne Tedesco


Fitto? È diventato ministro da indagato»


L'attacco del governatore dopo la bufera sulla sanità


«Il sindaco di Bari? Disse: è crisi se tocchi l'assessore»


Vendola ed Emiliano

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Respinte le dimissioni, ma Decaro non molla: vuole lasciare l'incarico (1 marzo 2011) .

BARI - Fendenti a destra e a manca. Contro il ministro Raffaele Fitto e contro il presidente del Pd Michele Emiliano. Il governatore Nichi Vendola torna a parlare delle inchieste relative alla sanità e della questione morale: replica a muso duro al ministro che nei giorni scorsi aveva lamentato il «doppiopesismo» degli uffici giudiziari baresi (inflessibili con Fitto e teneri con Vendola); e poi respinge il fuoco amico del sindaco di Bari sulla ricostruzione degli anni in cui il senatore Alberto Tedesco (raggiunto da una richiesta di arresto) ha retto l’assessorato alla sanità. Michele Emiliano Al sindaco risponde in maniera articolata. «È vero - dice il governatore - che nel 2005 sono stato io a nominare tutti gli assessori, compreso Tedesco». Che era segretario dei Socialisti autonomisti e dunque ancora estraneo alle componenti che poi avrebbero dato vita al Pd (come proclama Emiliano).

«Tuttavia - continua il presidente della giunta - Tedesco era considerato allora un cavallo di razza della politica pugliese, un socialista uscito indenne da Tangentopoli. L’ho nominato e non scarico su nessuno le scelte, sono in grado di assumere le mie responsabilità». Detto ciò, è diversa la ricostruzione degli anni successivi. Soprattutto del 2008, quando si interrompe il rapporto di fiducia tra il governatore e l’ex assessore. «Finora - dice Vendola - ho consentito che Emiliano ricostruisse a modo proprio la vicenda, senza che io replicassi. Ebbene, non è vero che egli, da segretario del Pd, mi abbia chiesto di sostituire Tedesco ed io mi sia rifiutato. Le intercettazioni apparse in questi giorni sui giornali dicono cose diverse. E cioè che Emiliano minacciava la crisi di governo nel caso avessi toccato Tedesco». L’intercettazione «Io a questo punto - dice nelle intercettazioni il sindaco rivolgendosi al senatore sotto accusa - gli ho detto (a Vendola, ndr) scusa ma tu pazzo sei. Cioè tu vuoi sottrarre un assessorato chiave alla scheda di influenza di D’Alema».

«Non mi piace lo scaricabarile - chiosa Vendola - ma tutti devono assumere le proprie responsabilità». Invece, quello che si vede è proprio il tentativo reciproco, tra il Pd e il governatore, di lasciare ciascuno la patata bollente nelle mani dell’altro. Il senatore Tedesco guarda spaesato e commenta: «Devo dire che provo grande delusione nei confronti di entrambi, di Emiliano e di Vendola: per le cose che dicono e per i comportamenti che assumono. E ciò indipendentemente dalla vicenda giudiziaria, che mi devo gestire da solo, e per la quale non ho bisogno di aiuto». Raffaele Fitto Vendola, intanto, un giudizio sull’inchiesta l’ha già formulato e ieri l’ha ribadito: «Doveva essere un’indagine per mafia, invece è caduta anche la contestazione di associazione a delinquere. Non voglio minimizzare, ma non è infondato dire che l’inchiesta si sia sgonfiata». Ad ogni modo, le reazioni della politica alle indagini della magistratura sono diverse. «Al primo avviso di garanzia - dice Vendola - ho sostituito l’assessore alla Salute. C’è invece chi dopo una richiesta di arresto è diventato ministro, altro che doppiopesismo».

La battuta polemica è indirizzata a Fitto, per le allusioni che il ministro aveva fatto nei giorni scorsi alla presunta disparità di trattamento tra lui e Vendola ad opera della Procura. Ma Vendola allarga anche lo sguardo. «Io ho azzerato la giunta - dice - mentre il mio collega Roberto Formigoni ha accompagnato in cella il suo assessore arrestato». Il consiglio regionale Intanto, oggi si riunisce il Consiglio regionale. Il governatore sarà accolto dalla richiesta del Pdl di relazionare in Aula sulle ultime vicende giudiziarie. Il presidente dell’assemblea Onofrio Introna è certo che Vendola parlerà. Il governatore è attendista: «Sempre pronto ad informare il Consiglio, ma vorrei capire su che cosa». Si vedrà. Intanto il Pd, nei giorni scorsi, ha avanzato la proposta di azzerare i vertici di tutte le Asl. Il governatore appare scettico. «La politica - sottolinea - non può emettere un giudizio sommario, peraltro su direttori che stanno svolgendo un buon lavoro. Quando è emersa una relazione inappropriata, come nel caso di Lecce, allora sono intervenuto. Si sta per concludere il percorso per la nomina dei nuovi manager: aspettiamo quel passaggio e poi decidiamo». Qualche settimana ancora e poi si andrà al rinnovo. Ma inutile aspettarsi un repulisti. Alberto Tedesco Oggi, intanto, la richiesta di arresto per Tedesco arriva nell’apposita giunta senatoriale. Occorreranno diversi giorni prima che l’organismo si pronunci. Il senatore democratico, nel frattempo, chiederà al Gip di essere ascoltato. E subito dopo si rivolgerà al Tribunale del riesame per la revoca del provvedimento.

Francesco Strippoli

01 marzo 2011
                                                                 
INCHIESTA SANITA'
Senato, in giunta il caso Tedesco


Follini: "Ma non facciamo processi"Nel pomeriggio si riunisce la commissione. L'ex esponente socialista chiede di essere interrogato dal gip

di LELLO PARISE

Il senatore Alberto Tedesco

L'appuntamento è per oggi, alle tre del pomeriggio: a Palazzo Madama si riunisce la giunta per le immunità parlamentari. Stabilirà se deve autorizzare "l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Bari nei confronti del senatore Alberto Tedesco". Marco Follini, presidente della giunta, assegna ad uno dei suoi due vice, Alberto Balboni (Pdl), il compito di vestire i panni del relatore. "La questione è delicata" racconta lo stesso Balboni, avvocato, classe 1959, in Parlamento da tre legislature.

Le "carte" del caso Tedesco sono a disposizione della giunta "da venerdì", fa sapere il senatore di Ferrara: "I capi d'imputazione risultano molto gravi, ma noi non facciamo né dobbiamo fare un processo". A quello ci penserà la giustizia ordinaria. Quanto all'assemblea del Senato cui, alla fine, toccherà pronunciare l'ultima parola - precisa Balboni -, valuterà se per Tedesco esiste il pericolo di fuga ("non mi sembra"), c'è la possibilità di reiterare il reato ("come assessore regionale alla Salute, si è dimesso") o c'è il pericolo di inquinare le prove ("il sospetto è che possa sfruttare la sua autorevolezza in quanto senatore della Repubblica, per condizionare qualche testimone").

Balboni di più non dice, né potrebbe essere diversamente. Aggiunge soltanto che la seduta di oggi servirà ad incardinare il procedimento, ma niente di più. Passeranno almeno dieci giorni prima che Palazzo Madama esprima il suo verdetto. La partita è aperta. Tedesco dovrà difendersi di fronte ai senatori della giunta. Lo stesso Tedesco comunica attraverso il suo legale, l'avvocato Rosita Petrelli, che chiederà di essere interrogato pure dal gip De Benedictis per i delitti di cui sarebbe responsabile, quelli di concussione, turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso d'ufficio. "Da due anni e mezzo" aveva fatto notare il senatore del Pd non senza avere un diavolo per capello "ho domandato più di una volta di essere ascoltato dai requirenti, ma inutilmente. Non hanno mai avvertito l'esigenza di sentirmi. Perché se io parlo, ai pm gli smonto l'inchiesta".

Adesso ci riprova, a quanto pare. Nel frattempo il giudice chiamato ad ordinare il suo arresto, lo spiega così: "Anche se Tedesco non è più un politico della Regione, è e resta comunque il rappresentante di un partito politico importante. In virtù dei suoi indiscussi rapporti con gli imprenditori emersi dalle indagini, ma pure con vari funzionari tuttora in servizio nell'establishment burocratico della sanità pugliese, può ben far sentire ancora il suo peso sulle decisioni di questi ultimi, i quali non sono certo ingenui da non credere che in un futuro, magari prossimo, Tedesco possieda tutte le carte in regola per tornare ad occupare quello stesso posto". Avvertite Vendola.