giovedì 29 settembre 2011

INCHIESTA


"Così pilotava nomine e appalti"

Tutti i nomi della cupola di Tedesco

Sono 41 le persone coinvolte. Fra i reati contestati all’ex assessore l’associazione finalizzata al finanziamento illecito dei partiti

Due Asl, quella di Bari e quella della Bat, nelle mani di una «associazione a delinquere». Il vecchio management delle aziende sanitarie (Lea Cosentino, Rocco Canosa, Guido Scoditti, Vincenzo Valente, Felice De Pietro) travolto dall’inchiesta con un’accusa gravissima: essere al servizio dell’assessore Alberto Tedesco e del «sodalizio crimonoso violando costantemente la normativa in tema di norme e assunzioni di personale dirigenziale», e applicando costantemente una «turbativa delle gare di appalto che venivano illecitamente aggiudicate a ditte vicine agli interessi familiari, economici ed elettorali dell’assessore Tedesco».

Secondo la procura di Bari, in sostanza, la sanità pugliese dal 2008 al 2009 è stata nelle mani di una cupola criminale. L’accusa è scritta nero su bianco nelle 16 pagine di avviso di conclusione delle indagini che i carabinieri hanno notificato nel pomeriggio di ieri a 41 persone. Oltre a Tedesco, il politico più in vista coinvolto nell’inchiesta è il capogruppo del Pd alla Regione, Antonio Decaro. È accusato - insieme con il padre - di aver raccomandato, procurandogli le tracce di esame, il cugino per un concorso (che non vincerà) all’Arpa. Ad accusarlo alcune intercettazioni ambientali nella stanza dell’allora assessore alla Sanità. «Ma io - si difende Decaro - con Tedesco quel giorno parlavo di un’occupazione di suolo pubblico ad Acquaviva e posso dimostrarlo». Gli altri politici indagati sono l’allora assessore di Triggiano Adolfo Schilardi e il consigliere comunale di Terlizzi Aldo Sigrisi.

Secondo gli investigatori a promuovere l’associazione c’era anche il braccio destro di Tedesco, Mario Malcangi. I manager indagati sono invece gli ex direttori generali di Bari, Lea Cosentino e Nico Pansini, della Bat, Rocco Canosa, di Lecce, Vincenzo Valente, di Brindisi, Guido Scoditti. L’ex direttore amministrativo della Bat Felice Di Pietro, il direttore sanitario di Bari Alessandro Calasso, e quello di Lecce, Francesco Sanapo, il responsabile dell’oncologico Luciano Lovecchio, gli allora direttori generali dell’Irccs di Castellana Giuseppe Liantonio, amministrativo Vincenzo Stallone, e sanitario Vincenzo De Filippis. Sotto accusa anche alcuni dirigenti delle aziende sanitarie (Filippo Tragni, Nicola del Re, Antonio Colella, Gaetano Fiore, Giuseppe Boraccino, Rita Dell’Anna, Stefano Rossi), medici (Antonio Acquaviva ) e imprenditori considerati vicini a Tedesco (Emilio Balestrazzi, Francesco Petronella, Carlo e Michele Columella, Diego Rana, Giovanni Garofali, Vitantonio Roca, Domenico Marzocca, Elio Rubino, Biagio Buttazzo, Gabriele D’Addato). Tra gli indagati anche un uomo della scorta del presidente Vendola, Paolo Albanese, accusato di aver fatto pressioni con Tedesco per ottenere il trasferimento di un’infermiera.

(29 settembre 2011)





venerdì 12 agosto 2011

I cravattari della politica

Ecco come ti trasformo la Regione in un bancomat

Si chiama «assegno di fine mandato», teoricamente dovrebbe servire al reinserimento lavorativo di chi per un certo periodo si è impegnato per la collettività trascurando i propri interessi personali. Ma, nei fatti, è un altro dei privilegi che derivano dalla legge 8 del 2003. Che, grazie all'ingegno dei politici pugliesi, si è trasformato con gli anni nel bancomat dei consiglieri regionali. Il motivo è presto spiegato. Per ogni legislatura trascorsa in via Capruzzi, il consigliere ha diritto a una «liquidazione » pari a un anno pieno di indennità (134.290 euro). Ma per prendere i soldi non deve attendere di diventare ex, perché una normetta ben nascosta in una legge di bilancio (l'articolo 57 della legge 1/2004) consente di richiedere, dopo soli due anni e mezzo di contribuzione, anticipi dell'assegno di fine mandato fino all'80%. Una possibilità che solo nell'ultimo anno della passata legislatura è stata esercitata da 19 consiglieri in carica, imitati quest'anno da almeno un'altra dozzina di colleghi. Per molti consiglieri regionali prendersi la liquidazione a pezzi è quasi obbligatorio: ritirando tutto insieme il «tesoretto», infatti, si rischia di lasciarne metà allo Stato in tasse. Meglio, molto meglio, ritirare 20-30mila euro l'anno, così da non sforare nello scaglione Irpef più alto. Il mese scorso lo hanno fatto ad esempio Nicola Marmo e Pino Lonigro, mentre a giugno è stata la volta di Giacomo Olivieri. Marmo, ex An di lungo corso, già nel 2010 aveva chiesto 34mila euro, quest'anno ne ha ottenuti altri 26mila che si sommano ai 262mila ottenuti a rate nel corso degli anni su un assegno di fine mandato totale (dunque ancora teorico) pari a circa 406mila euro. Lonigro, alla sua seconda legislatura, non aveva mai chiesto anticipi e ha così potuto ottenere tutti i 115mila euro (su 144mila maturati) di anticipo che gli spettano. Situazione simile per Olivieri, che però aveva già ritirato 60mila euro nel 2008 e dunque a questo giro ne ha avuti circa 55mila. Siccome l’assegno di fine mandato non è una liquidazione, i consiglieri regionali ricevono l’intero importo (al netto delle tasse sul reddito) e non devono lasciarne un pezzetto ai fondi di categoria come accade per il Tfr che spetta ai comuni lavoratori. E siccome lo scorso anno sono andati «in pensione» (nel senso che non sono stati rieletti) una trentina di consiglieri, l’onere delle liquidazioni è costato alle casse regionali quasi 8 milioni, dei quali 4,7 già erogati nel 2010: a dicembre – nonostante i vincoli del patto di stabilità – per soddisfare le richieste ancora in attesa la giunta regionale ha dovuto effettuare una variazione di bilancio da 2,6 milioni.

mercoledì 10 agosto 2011

 
Un'intercettazione per la Procura  inchioda Tedesco

BARI – Che il sen.Alberto Tedesco (ex Pd, ora gruppo Misto) per la Procura di Bari fosse a capo di un sodalizio criminale che manovrava la sanità pugliese lo si evince da una conversazione ambientale registrata nel suo ufficio quando era l’assessore regionale al settore e che fa parte del fasciscolo con il quale il Tribunale del riesame ha chiesto ieri al Senato l’autorizzazione ad arrestare il parlamentare e di porlo ai domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere.

21 novembre 2008: un uomo dall’accento leccese (non identificato) – scrivono i giudici – «declamava a Tedesco quello che può essere definito lo statuto dell’associazione per delinquere, teorizzando che attraverso nomine di persone di propria fiducia nelle istituzioni pubbliche, perpetuando di fatto una politica di occupazione delle poltrone, sarebbe stato garantito un bacino di voti idoneo ad assicurarsi la prossima campagna elettorale». Ecco il testo: «Tu ti prendi...non sto scherzando, 10, 15, 20 mila voti in più...oltre a quelli che prendi normalmente...e devi avere un collegamento in ogni Asl e in ogni ospedale...cioè, tu ti sei creato una rete di persone...questa rete sarà l’intelaiatura della tua campagna elettorale".

In un’altra registrazione ambientale (13 novembre 2008) Tedesco parla con due dirigenti della Asl di Bari della stabilizzazione di un’impiegata, la cui identità non è stata accertata. Il parlamentare – rileva il Riesame – «con forza ribadisce: tu forse non hai capito! Le dobbiamo stabilizzare tutte. Le dobbiamo stabilizzare, lo dico al direttore, al vicedirettore, al condirettore, fategli una cosa! Chi verrà mai a vedere le carte!». «Emerge evidente da questo colloquio - sottolineano i giudici – non solo l’assoluta tracotanza di poter impunemente violare la legge nella presunzione di non essere soggetto ad alcun controllo, ma anche e soprattutto il potere derivante dalla disponibilità di una struttura amministrativa asservita a quel modus operandi».

martedì 9 agosto 2011

Sanità, per Tedesco anche associazione a delinquere
BARI – Il senatore Alberto Tedesco (eletto nel Pd e ora nel gruppo Misto), ex assessore pugliese alla Salute, sarebbe stato per anni il capo, il vertice, il promotore e l’organizzatore di un’associazione per delinquere finalizzata a raccogliere voti in cambio di appalti, attraverso una rete di rapporti e persone fidate nelle Asl regionali. Lo si apprende da fonti giudiziarie in merito al provvedimento depositato questa mattina con cui il Tribunale del riesame ha accolto l’appello della Procura di Bari contro il mancato riconoscimento da parte del gip, il 23 febbraio scorso, del reato di associazione per delinquere a suo carico e di altri indagati nella stessa inchiesta sul malaffare nella sanità in Puglia.

Per Tedesco la Procura aveva chiesto l’autorizzazione a procedere all’arresto per i reati di concussione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e concorso in falso, ma il Senato il 20 luglio scorso, tra tante polemiche, aveva votato contro la richiesta. Ed è lo stesso Riesame, ora, a chiedere di nuovo al Senato l’autorizzazione a procedere all’arresto, ritenendo adeguata la misura dei “domiciliari”. Il senatore ha dieci giorni per ricorrere in Cassazione.

Secondo i giudici del Riesame, atto costitutivo del sodalizio sarebbero state le nomine dei direttori generali delle varie Asl della Puglia, mentre i terminali erano gli imprenditori a cui favore erano pilotate le gare d’appalto e che, in cambio, fornivano stabile supporto elettorale ed economico al politico. Quello che emerge, in sostanza, è l’esistenza di un gruppo di potere finalizzato alla lottizzazione politica degli appalti.

Il Riesame si esprime solo su Tedesco, ma nel provvedimento farebbe riferimento anche agli altri presunti componenti del sodalizio, alcuni dei quali sarebbero stati inviati da Tedesco in sua vece a fare indebite pressioni e raccomandazioni sui manager della Asl. Le indagini avrebbero dimostrato che la violazione dei principi di legalità non riguardavano solo le nomine dei 'primariuccì, come emblematicamente definiti in una intercettazione riportata anche nell’ordinanza di custodia cautelare del 23 febbraio, ma investiva direttamente i vertici delle aziende sanitarie.
Chi manovrava ed assumeva le decisioni era Tedesco, si apprende ancora da fonti giudiziarie, ma poteva farlo soltanto in quanto poteva contare su una struttura di potere pronta ad eseguire quelle indicazioni. Se quella struttura di pubblici funzionari asserviti e disponibili a violare sistematicamente la legge non fosse esistita, Tedesco da solo non avrebbe potuto fare nulla, dall’attribuzione di singoli posti di lavoro all’assegnazione degli appalti.

Ora la palla torna al Senato che dovrà pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di arresti domiciliari per il senatore, questa volta per reati ben più gravi. Il no del Senato del 20 luglio ha provocato polemiche e accese discussioni tra i partiti, con il Pd (ex partito di Tedesco e favorevole all’arresto) che ha accusato la Lega di avere salvato il senatore votando contro l’arresto (la votazione fu a scrutinio segreto) nonostante si fosse pubblicamente dichiarata favorevole alla misura cautelare.

Tra l’altro lo stesso Tedesco fu duramente contestato all’indomani del voto del Senato per la scelta di non dimettersi, nonostante prima del voto avesse apertamente invitato i colleghi a votare a favore dell’arresto.

Il parlamentare non si è detto sorpreso per il provvedimento odierno: “Non lo escludevo considerando che fino a questo momento il Riesame si è adeguato sempre alle richieste dei pm avendo però avuto in qualche occasione torto dalla Cassazione”.





venerdì 17 giugno 2011


Michele Cagnazzo                     
Sesso in cambio di un lavoro: bufera sull'on. Zazzera (Idv)


BARI - «Nei miei confronti è in atto una vera e propria azione diffamatoria»: così il deputato dell’Idv Pierluigi Zazzera commenta la notizia riportata da siti internet secondo la quale il 14 giugno scorso l’ex responsabile per l’Idv dell’Osservatorio pugliese sulla legalità, Michele Cagnazzo, dimessosi dall’incarico più di un anno fa, ha denunciato alla Procura di Bari una storia di sesso e politica.

La vicenda – diffusa sulla base di anticipazioni del settimanale «l'Espresso» – coinvolgerebbe lo stesso Zazzera e il senatore dell’Idv Stefano Pedica, accusati da Cagnazzo di aver, un anno fa, costretto una donna di 31 anni ad avere rapporti sessuali con loro per ottenere in cambio un posto di lavoro nell’ufficio legislativo del partito.

«Nei confronti di Cagnazzo – afferma Zazzera – ho già presentato una querela penale a febbraio, quando su internet Cagnazzo affermava queste cose, e una denuncia nei suoi confronti è stata presentata anche da Pedica».

«L'unica cosa certa – aggiunge – è che Cagnazzo ha una querela penale nei suoi confronti. Così come appare poco chiaro perchè la denuncia non è stata presentata dalla donna ma è stata presentata da Cagnazzo. Mi sarei aspettato che mi querelasse la persona interessata, invece lo ha fatto lui”.

“Ho già dato mandato ai miei legali – continua Zazzera - per querelare Cagnazzo la seconda volta. E’ un diffamatore. Una persona che non è rimasto evidentemente soddisfatto da questioni interne all’Idv e ha reagito così, diffamando. E’ una «vendetta» da parte di chi non ha evidentemente ottenuto ciò che voleva”.

«Provo amarezza – continua Zazzera – nel vedere che c'è chi fa politica in questo modo. E’ molto triste. Sono senza parole per tutto quello che viene raccontato. Chi mi conosce sa bene come sono fatto: io – aggiunge Zazzera – non frequento serate mondane. Non temo nulla. Siamo sereni e vedremo quello che accadrà, vedremo se la Procura riterrà di approfondire la questione, di ascoltarci».

Secondo quanto scrive «l'Espresso» in un’inchiesta che riguarda anche altre questioni riguardanti il partito di Di Pietro, Cagnazzo avrebbe incontrato la donna nell’aprile 2010 negli uffici baresi dell’Italia dei Valori e avrebbe ricevuto da lei stessa confidenze secondo le quali era «vittima di insistenti avances e ricatti» da parte dei due parlamentari dell’Idv

La vicenda sarebbe andata avanti dall’autunno 2009 al gennaio 2010, “finché‚ – scrive il giornale che riporta parole di Cagnazzo – constatando che nulla si muoveva sul fronte del lavoro, M. interruppe i rapporti anche telefonici con i due. La donna, poi, riferisce sempre Cagnazzo, “scoprì in seguito con somma sorpresa, di risultare tra i candidati alle elezioni regionali 2010 per la Puglia, nella lista Idv, pur non avendo mai proposto n‚ tantomeno accettato la propria candidatura».

Alla Gazzetta, Zazzera aggiunge che «non voglio parlare di quello che il calunniatore scrive, ma parlo del calunniatore e del diffamatore».

Specifica di «non volere entrare nel merito dell’esposto che un signore ha deciso di portare alla Procura che mi sta calunniando. Questa persona è stata da me querelata per diffamazione. Provvederò alla querela.

Ma la donna di cui si conoscono solo le iniziali è stata candidata dell’Idv? «Ma sa quante persone si sono candidate nell’Italia dei valori che hanno le stesse iniziali. Quando ci sarà un ulteriore approfondimento chiarirò tutto.

Ci sono riferimenti precisi ad alberghi in cui sarebbero avvenuti gli incontri? «Ma faccio incontri per attività politica in tanti alberghi... ma io parlo del calunniatore. C’è stato tanto clamore quando non c’è ad oggi nessuna indagine in corso. C’è stato un esposto presentato due giorni fa ed è finito sui giornali. Anche questo dovrebbe farci riflettere un poco».

martedì 14 giugno 2011

Sanità, esenzione  ticket: così in Puglia

BARI – Restano in vigore in Puglia le esenzioni sui ticket previste dalla legge statale. L'assessorato regionale alle politiche della salute precisa infatti oggi che, dopo l’approvazione ieri del ddl che cancella le esenzioni previste a livello regionale, “il diritto all’esenzione ticket per visite ed esami specialistici sarà comunque mantenuto dalle seguenti categorie di cittadini:

- Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (codice esenzione E01);

- Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E02);

- Titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico (Codice E03);

- Titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant'anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E04)”.

“Perdono, invece, il diritto all’esenzione ticket - sottolinea l’assessorato – per visite ed esami specialistici”:


- “Lavoratori in mobilità e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E97);

- Lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E98);

- Inoccupati e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E99)”.

Per l’assessorato regionale, “la modifica approvata dal Consiglio regionale di Puglia si è resa necessaria dopo il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Corte Costituzione alla previgente normativa regionale e in relazione al Piano di rientro, anche al fine di allineare il regime delle esenzioni ticket per visite ed esami specialistici al quadro normativo nazionale”.

“Nulla è mutato, invece, rispetto alle altre esenzioni – è detto ancora nella nota - riconosciute ai cittadini per invalidità e patologia, a tutela della maternità e per altre particolari condizioni”.

Sul sito del Portale regionale della Salute (www.sanita.puglia.it) sarà pubblicato, dopo l’entrata in vigore della nuova norma, l’elenco aggiornato di tutte le esenzioni previste.
Il sottoscritto da pugliese dico di essere orgoglioso nel vedere il mio Presidente della Regione Puglia sorridente e felice!!!!!!!! Per essere tale, è evidente che si trova a suo agio nel suo mondo.

Buon divertimento Presidente!!!!!!!

Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, all'Europride di Roma
11-06-2011
 «Abbiamo bisogno di vivere in un Paese che rispetti le diversità, che non sono una minaccia ma una ricchezza», ha detto il leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola, intervenuto all’Europride 2011. «Essere all’Europride significa testimoniare la necessità che l’Italia possa diventare europea – ha proseguito Vendola - adeguando i propri standard di diritti civili. Il nostro è un Paese in cui si fa fatica anche a bandire l’omofobia, che è stata sdoganata persino nel lessico istituzionale». Vendola ha sfilato tra la deputata Pd Paola Concia e Vladimir Luxuria. «Davvero una manifestazione matura e felice» ha commentato il presidente della Regione Puglia al termine del corteo.
Per colpa di una amministrazione Schittulliana inefficiente.
Concorsi per dirigenti il Tar boccia la Provincia di Bari.

BARI - Hanno preferito mettere un biologo a dirigere un servizio amministrativo o un architetto a capo degli informatici piuttosto che far scorrere una graduatoria e reclutare una persona che ne aveva diritto, ma forse poco gradita. I giudici parlano di «sviamento», ma gli ingredienti per una «combine» modello calcistico, in chiave concorsi, ci sarebbero tutti.

La Provincia di Bari finisce sotto i colpi di scure del Tar sui (contestati) concorsi per dirigenti: accogliendo il ricorso presentato da una dipendente collocata in graduatoria per dirigente amministrativo, l’ente ha preferito assumere altra gente o modificare la pianta organica pur di non assumere quella persona. Maria Grazia Magenta, da un anno e mezzo in «guerra» con l’amministrazione, ha avuto ora ragione del Tar che ha annullato una serie di atti giudicati illegittimi e irrazionali che porteranno probabilmente a una sua assunzione, salvo appelli al Consiglio di stato, e condannato l’ente a pagare 3mila euro di spese.

Con un articolato provvedimento (18 pagine) pubblicato venerdì, i giudici amministrativi della II sezione (presidente Antonio Pasca, relatore Giacinta Serlenga, la stessa che ha messo sotto accusa i concorsi alla Bat) hanno infatti messo l’ente di via Spalato in una situazione di grande imbarazzo istituzionale: secondo i magistrati, la Provincia - pur di non assumere la Magenta - avrebbe preferito raddoppiare le procedure di concorso (con bandi per assunzioni a tempo determinato pubblicati a Ferragosto), adottando così scelte irrazionali e generando «un evidente inutile dispendio di energie e di denaro pubblico».

I fatti risalgono al 2008 quando la Provincia bandisce, tra gli altri, un concorso per cinque dirigenti amministrativi. La Magenta (che lavora in via Spalato) arriva sesta ma si ritrova il posto praticamente in tasca perché la prima classificata della graduatoria rinuncia all’assunzione. Tuttavia, l’ente decide di non procedere allo scorrimento della graduatoria, cioè non assumere la Magenta come dirigente. E, per fare questo, si avventura in un tortuoso percorso di atti amministrativi che passano prima per una ridefinizione della pianta organica dei dirigenti (preferendo i profili tecnici a quelli amministrativi) ma cadendo poi in contraddizione nel momento in cui procede a nuove assunzioni - a tempo determinato - bypassando l’obbligo di chiamata della Magenta e assegnando a un biologo o un architetto servizi come l’Economato o gli Affari generali. Per ribattere alle due ordinanze del Tar dei mesi scorsi, riformate in sede cautelare dal Consiglio di Stato che ha ritenuto - in questa fase - non illogica «la scelta dell’amministrazione provinciale di incrementare in senso perequativo il numero di posti di dirigente tecnico», l’ente prosegue per la sua strada. Ferma i concorsi a tempo indeterminato fissati dal nuovo piano del fabbisogno del personale nel quale però inserisce sei profili tutti rigorosamente tecnici: nonostante ciò, procede - sbagliando - ad affidare ad interim servizi amministrativi a professionalità di tipo tecnico, o lasciandosi andare in alcuni casi a far ricoprire posti come dirigente del servizio informatico a un architetto ambientale (unico concorso sospeso). La sentenza del Tar si appunta essenzialmente sulla scelta della Provincia di prediligere i tecnici agli amministrativi, senza una adeguata motivazione. Tesi in qualche modo smentita dall’evidenza da cui emerge in maniera inconfutabile un bilanciamento tra le due categorie dirigenziali soprattutto se la preferenza ai tecnici non appare scaturita «da una meditata ponderazione delle reali esigenze e necessità dell’ente». Da qui l’esempio citato dal Tar per Economato e Affari generali che non possono toccare a tecnici ma ad amministrativi o, a conferma di scelte irrazionali, vi sarebbero alcune decisioni adottate al contrario: destinando cioè a posti tecnici dirigenti con capacità amministrative.

Per comprendere gli effetti della sentenza, sarà necessario ricostruire l’iter nel frattempo avviato dalla Provincia: appare a questo punto improbabile che la Provincia possa procedere con i nuovi concorsi se prima non sanerà la posizione con la Magenta vista la decisione del Tar «limitata agli interessi della ricorrente». Anche se l’amministrazione rischia non poco vista l’illegittimità dichiarata dei concorsi a tempo determinato. A ciò si aggiunga l’assenza di risorse per assumere la Magenta visti i vincoli nel frattempo imposti dai piani di finanza pubblica.

E a conferma dei pasticci sui concorsi per dirigente va ricordato che non più tardi di qualche mese fa, sempre il Tar, ha di fatto annullato le procedure di assunzione di due dirigenti, uno di Bari l’altro della Bat: entrambi sono al loro posto in attesa del giudizio di appello.


Sanita': Regione Puglia,ticket anche a bimbi,anziani, poveri.

Per l'impegno assunto a causa del deficit sanitario(meglio dire, per i furti che ha fatto la prima giunta Vendola).

13 giugno, 20:05

(ANSA) - BARI, 13 GIU - In Puglia tutti pagheranno il ticket per le visite e gli esami specialistici: anche i bambini ''di eta' inferiore a sei anni'', gli anziani (da 65 anni in poi) e le persone con basso o nessun reddito. E' l'effetto dell'approvazione da parte del consiglio regionale - avvenuta oggi pomeriggio all'unanimita' - del ddl di abrogazione dei commi 1 e 2 dell'art. 13 della legge regionale di bilancio 2011.

La cancellazione di ogni tipo di esenzione dal ticket e' legata all'impegno assunto dalla Regione con il Governo per il Piano di rientro 2010-2012 dal deficit del sistema sanitario pugliese.

(ANSA).

mercoledì 8 giugno 2011

mercoledì 8 giugno 2011

Referendum sul legittimo impedimento
Legittimo impedimento, l’istituto che permette all'imputato di giustificare la propria assenza in aula. Se si tratta della prima udienza, il giudice ne dichiara la contumacia (il procedimento non subisce interruzioni), mentre alla seconda udienza l’imputato è dichiarato assente (contumace se assente per causa o forza maggiore, caso fortuito).
Due gli articoli del Codice di procedura penale che lo regolano: l’art. 599, comma II (Decisioni in camera di consiglio) secondo cui «l’udienza è rinviata se sussiste un legittimo impedimento dell’imputato che ha manifestato la volontà di comparire»; l’art. 420-ter (Impedimento a comparire dell’imputato o del difensore), per cui «quando l’imputato, anche se detenuto, non si presenta all’udienza e risulta che l’assenza è dovuta ad assoluta impossibilità di comparire per caso fortuito, forza maggiore o altro legittimo impedimento, il giudice, con ordinanza, anche d’ufficio, rinvia ad una nuova udienza e dispone che sia rinnovato l’avviso all’imputato»
Legge sul legittimo impedimento. 3 febbraio 2010, la camera dei Deputati approva il Ddl «Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza», con il voto favorevole di Pdl e Lega Nord, contrari Pd e Idv (astenuto l’Udc). Il Senato lo ratifica il 10 marzo 2010.

La legge, applicata anche ai processi penali in corso, assicura il «sereno svolgimento delle funzioni attribuite dalla Costituzione e dalla legge» al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri: il Premier, se imputato, può invocare il legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale in caso di concomitante esercizio delle attribuzioni previste per legge o dai regolamenti e di ogni attività coessenziale alle funzioni di Governo (art.1, comma I), mentre per i Ministri costituisce legittimo impedimento l’esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni (art.1, comma III).

Il processo penale è rinviato a altra udienza (art. 1, comma IV), senza che il giudice abbia il potere di discernere l’effettiva legittimità dell’impedimento reclamato. Introdotta la nozione di «impegno continuativo» (nel caso di impedimento continuativo, correlato allo svolgimento delle funzioni governative, limitato a un massimo di 6 mesi), il rinvio dell'udienza non influisce sul corso della prescrizione del reato, sospeso per l'intera durata del rinvio: la prescrizione riprende il suo corso quando cessa la causa della sospensione (art.1 comma VI).


mercoledì 11 maggio 2011

Messaggio a Don Salvatore parrocco S.Giuseppe Moscati Triggiano. Sono esempi da prendere in considerazione. Altro che l'Africa.


NUOVO FINANZIAMENTO PER LA MENSA SOCIALE

Barletta 9 maggio 2011 – Si rinnova l‘impegno dell’Amministrazione a favore della “Mensa sociale” avviata nel 2009 presso i locali della Parrocchia di San Giovanni Apostolo (via Barberini 256).
Con una recente deliberazione la Giunta ha approvato i contributi necessari per la continuazione del servizio ritenuto ormai indispensabile per l’utenza composta da indigenti ed immigrati.
La Mensa sociale, lo ricordiamo, è destinato a persone e famiglie residenti e non, in condizioni di estrema povertà accertata e grave disagio sociale, nonché nell’incapacità totale o parziale di provvedere ai bisogni primari.
In particolare con l’atto deliberativo viene erogato un contributo di quasi 150.000 euro per la fornitura dei pasti per un anno e di 12.000 euro a favore della Caritas che, oltre a garantire il servizio quotidiano, mette a disposizione i locali idonei e il personale qualitativamente e numericamente adeguato per l’accoglienza e la distribuzione dei pasti. La Caritas, inoltre, offre un servizio docce e la possibilità per l’utenza di usufruire di un centro di ascolto e assistenza.
L’intervento ha una eseguibilità immediata in quanto vi è stata una crescente richiesta che ha comportato una erogazione dei pasti superiore alle previsioni

martedì 10 maggio 2011

Questa comunicazione è stata inviata all'ufficio urp comune di triggiano il 07/05/2011 via email e protocollata soltanto stamattina dientro la mia forzatura, con prot. 11135 del 10/05/2011 indirizzata al sindaco, al segretario generale e affari generali.

 Spett.le     Comune di Triggiano - Segretario Generale - Ufficio Elettorale 
Oggetto:  Incompatibilità Presidenti di seggio , scrutatori e segretari .                

In riferimento a quanto indicato in oggetto, si fa presente che da una attenta lettura delle nomine dei  Presidenti di seggio effettuata con lettera prot. N. 8722 del 13/04/2011 dal Comune di Triggiano, per le elezioni amministrative che si terranno in data 15 – 16/05/2011, emerge una presunta incompatibilità tra i candidati Sindaci e  candidati consiglieri a svolgere le attività indicate in oggetto.
                Pertanto, si  INVITA  chi di dovere ad effettuare i vari controlli sui nominativi dei Presidenti di  seggio e sulla composizione degli stessi al fine di rendere le operazioni di spoglio più­­­ trasparenti e nella regolarità delle norme vigenti. 
A tal fine  si allega stralcio decisione n. 48 del 27/2/1992 del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione siciliana
Il Presidente di seggio incompatibile o impossibilitato a svolgere le funzioni deve darne tempestiva comunicazione al Sindaco ed all'ufficio elettorale della Corte di Appello, onde consentirne la sostituzione nei modi e nei termini di legge.
In occasione di consultazioni elettorali amministrative (regionali, provinciali, comunali):
a) è incompatibile: il candidato, l'ascendente (nonno, genitore), il discendente (figlio/a, nipote in linea diretta), parente o affine sino al 2° grado (fratello, sorella, suocero/a genero, nuora, cognato/a) o coniuge (marito, moglie) di candidato;
b) il Segretario non può in alcun caso appartenere al medesimo nucleo familiare del presidente del seggio né può essere legato da rapporto di parentela o affinità sino al terzo grado (art. 16 l.r. 15/9/1997, n. 35).
Triggiano 07/05/2011                                               Michele  Difino



lunedì 2 maggio 2011

Intorno a queste quattro foto c'è una storia vera, realmente accaduta: un terreno incolto, due bottiglie di Don perignon una mazzetta da 10.000 euro x ?.

La racconteremo al più presto possibile.
meditate gente meditate

Mazzette di Euro. Bundle of notes....
10.000 euro

mercoledì 27 aprile 2011

BARLETTA COME TRIGGIANO, ANZI, ANCORA PEGGIO A TRIGGIANO, VISTO CHE SI PAGANO I VOTI FINO A CENTO EURO.
E GLI ADDETTI AI LAVORI DOVE SONO? FORSE IN QUALCHE COMITATO ELETTORALE DI CANDIDATO/A SINDACO?
UN APPELLO INUTILE

Mennea: "Basta al mercato dei voti
A Barletta 40-50 euro per preferenza"
La denuncia presentata dal consigliere regionale del Pd
«È in atto una compravendita vergognosa per tutti»

Ruggero Mennea

BARLETTA - Quaranta o cinquanta euro in cambio del voto. È quanto denuncia da Barletta Ruggero Mennea, consigliere regionale del Partito democratico, a poche settimane dal voto delle amministrative del 15 e 16 maggio.

LA DENUNCIA - «C’è da debellare - chiosa Mennea - il vergognoso fenomeno della compravendita dei voti. Sarebbe, questo sì, un completo ritorno alla normalità, che la gente avverte come imprescindibile per tornare a riconoscere dignità ad una delle più nobili funzioni che in un Paese civile e veramente democratico si possa svolgere». Ma le dichiarazioni dell’esponente del Pd - che sembra sparare nel mucchio - non sono rivolte a nessun candidato o partito in particolare.

L’APPELLO - «Per fortuna - conclude Mennea - di candidati perbene ce ne sono e sono anche ottimisticamente portato a pensare che siano la stragrande maggioranza, così come rappresentano senz’altro la stragrande maggioranza i cittadini onesti e dignitosi che rifiutano lo scandalo dell’offerta di denaro. Il coltello dalla parte del manico - conclude Mennea - ce l’ha, appunto, questa maggioranza di persone perbene, che non deve stancarsi di rifiutare queste pratiche che offendono la dignità di tutti e della città nel suo insieme».

Angelo Alfonso Centrone

26 aprile 2011

domenica 24 aprile 2011

Dalla Voce della Verità

Leggendo questo volantino, qualcuno potrebbe pensare e dire: come mai tutto questo interesse da parte di Difino? è perché si candida a sindaco alle imminenti amministrative?

Il sottoscritto potrebbe rispondere non è vero, perché il mio interesse è per il bene del paese, e per la stessa gente che ci vive , le denunce penali accumulate in consiglio comunale in questa esperienza amministrativa, vanno oltre a quello che si può pensare, infatti dal momento che ho fatto la scelta di uscire dalla maggioranza Cassano della scorsa competizione è iniziata la mia lotta per la difesa del mio AMATO paese “Triggiano”.

Oggi però, percepisco a malincuore la distanza che separa le istituzioni, i politici, dai comuni mortali(cittadini).

Gli stessi politici che in campagna elettorale invadono le mura o le cassette della posta, di santini dandoci spesso "del tu", scendendo al nostro livello, creando gruppi e chiedendoci di aiutarli a superare lo scoglio della paura di non essere eletti.

Gli stessi politici pronti a posare su foto sorridenti o con occhi pieni di lacrime quasi a far credere di essere vittime non carnefici a seconda delle situazioni istituzionali in cui si trovavano ad intervenire. Durante le votazioni promettono nuovi posti di lavoro, elargiscono somme di denaro pagando il voto approfittando della crisi economica, della mancanza di lavoro, della debolezza dei ragazzini diciottenni, promesse di aiuto alla gente più povera garantendo contributi e case popolari...Tutta pubblicità...Quando poi le luci si spengono e si chiede alle istituzioni di parlare, di confrontarsi, di fornire aiuto, soccorso in caso di emergenza, le porte si chiudono. Ad elezioni concluse, finisce la confidenza, e il comune cittadino torna ad essere comune mortale, per chi sa del mio impegno sociale a sostenere le categorie più deboli, sa anche che questo con me non accadrà mai perchè conosce anche la mia estrema disponibilità a sostenere soprattutto chi ha bisogno di aiuto.

Il mio si chiama emergenza sociale e ho trasformato la mia sofferenza in rabbia e lotta accentuato dalla crisi economica che ha ferito il nostro paese.

So perfettamente il numero dei casi di gente che non riesce neanche a mangiare.

Per non parlare della Chiesa, che fine fanno i soldi raccolti durante le messe, i contributi ricavati dalle amministrazioni comunali e dalla popolazione per le feste patronali e non, ancora peggio se si parla dei soldi raccolti con le sagre, potrei essere d'accordo con l'invio di una parte e non di tutto il ricavato, nei paesi africani, egregi parroci l'africa adesso siamo noi, il nostro paese e quando parlo di paese sto parlando di Triggiano, qui c'è gente che sta peggio degli africani, che non possono mangiare e non possono pagare le bollette della luce o del gas, e il sottoscritto per quel poco che puo’ fare cerca di aiutarli in qualche modo per quello che è possibile, mi è capitato che ad un signore gli è morta la moglie e non poteva pagare la sepoltura di quella poveraccia, e i parroci che cosa fanno mandano i nostri soldi in altri paesi, e forse non è meglio fare qualcosa per questa povera gente per esempio fare qualche mensa sociale, visto che nelle nostre chiese del nostro paese c'è spazio abbastanza per poter svolgere questo tipo di aiuto?

Le famiglie con figli si espongono a qualche atto di indecenza anche a prostituirsi o a spacciare droga per sfamare i propri figli, e il sindaco uscente, ormai fuori in tutti i sensi politici, che fa? offre rifugio alle prostitute straniere e offrendo loro posti di lavoro a 10 euro all'ora, per questo mi chiedo perchè agli stranieri si, e alla nostra gente no?

Abbiamo chiesto aiuto alle istituzioni, chiedendo di annullare le commissione divulgando le stesse somme al sociale, ma la risposta è stata negativa, da parte del sindaco e della sua maggioranza uscente, gli stessi che ti invitavano a sorridere durante la campagna elettorale, che ti stringono calorosamente la mano per strada, al mercato, in piazza durante i comizi...

Quello che non accetto è che i politici che hanno avuto il loro voto, si disinteressino dei problemi comuni, ignorino le emergenze sociali e guadagnino fior di centinaia di euro al mese (quelli che si conoscono) senza restrizioni, ma spesso rivendicando che "vorrebbero di più" e si aumentano gli stipendi.

Allora pretendo che vengano rispettati i diritti dei cittadini.

Pretendo attenzione, cura, una reale attenzione per le questioni legate all'emergenza lavoro.

E non mi fermo, non mollo, non ho paura! Continuerò a lottare, a denunciare a chiamare la gente in piazza perchè chi deve tacere sono le istituzioni, i politici, i parroci, con i loro discorsi altisonanti, le chiacchiere di chi non vive sulla propria pelle la difficoltà del quotidiano ovvero sopravvivere!!!!

Uno di Voi, un amico di sempre e per sempre Michele Difino



mercoledì 13 aprile 2011

Michele Difino è il Candidato Sindaco a Triggiano

E’ ormai ufficiale la candidatura di Michele Difino a Sindaco di Triggiano.

In settimana, il gruppo dirigente, incaricato di curare tutte le fasi della campagna elettorale, unitamente ad altre realtà quali associazioni e forze politiche, comunicheranno la data della conferenza stampa nella quale, il Candidato Sindaco Michele Difino, unitamente ai candidati tutti, comunicheranno tutti i dettagli e i punti salienti del programma.

“Il nostro obiettivo - dichiara Difino - è quello di rinnovare radicalmente la dinamicità di un territorio che ha subìto anni di una gestione noncurante dei cittadini”.

Difino sostiene che una vera lista civica restituisce la gestione della città ai Triggianesi, quelli che amano per davvero questo nome, quelli che lavorano e ogni giorno mandano avanti una Triggiano che i partiti non vedono come una preziosa realtà di persone, ma come un mero vessillo da conquistare.

Michele Difino, valido impiegato della Camera di Commercio di Bari, da anni è impegnato in politica e attualmente è consigliere comunale a Triggiano.

Lo sostengono, fra gli altri, le quattro liste civiche Unione per Triggiano, Lista Civica per cambiare, Insieme per Triggiano e Amare Triggiano.

Triggiano lì 13 aprile 2011

giovedì 7 aprile 2011

Uno scritto alla dichiarazione fatta dal mio caro amico Onofrio D’Alesio su Triggiano Democratica inerente alle sue dimissioni di sub-commissario della PDL:


Condivido pienamente la decisione dell’amico Onofrio, perché come ho sempre sostenuto i partiti politici di destra , di sinistra , di centro, di sopra e di sotto, sono tutti eguali, fanno accordi sottobanco, anche se sei della stessa coalizione, ti usano come scudo parafulmine, non ti passano un centesimo ne  per la campagna elettorale e nè per altro, ma vogliono il loro simbolo in evidenza, e tutto questo perché, per le loro poltrone.

La mia scelta delle liste civiche? E’ nata proprio per le condizioni sopra elencate, allora, se mi devo prodigare per loro, mi prodigo per il mio paese, tanto i soldi li esce soltanto il sottoscritto, ma qualcuno potrebbe dire, e lo dice, allora chi te lo fa fare? E avete ragione, ma credetemi, per chi vuole bene al proprio paese, un sacrificio lo potrebbe pure fare, togliendo più di un qualcosa alla famiglia, perché il mio stipendio lavorato e non truffato, serve alla famiglia. A questo punto qualcuno dirà, nessuno fa niente per niente, ed è vero, ma, non è il caso del sottoscritto, se vi dico che, in questi cinque anni di consigliere comunale ho guadagnato appena 2.000 euro, ma non vi dico quanto ho speso e quanto spenderò, per pagare gli avvocati penalisti per difendermi dalle denunce ricevute e per quelle fatte a chi ha abusato della sua posizione per interessi propri. C'è da aggiungere anche il sostegno dato di tasca mia a quelle famiglie bisognose, che si sono rivolti al comune, ai servizi sociali, e che gli dicevano che soldi non ne stavano, casomai qualche buon sindaco aveva preferito regalare piante, invece di aiutare la povera gente, che non avevano niente da mangiare, o da comprare ai propri figli, ma soltanto dei disegni adesivi di frutta sulla portella del frigorifero, e se ve lo dico, e perchè prima di elargire qualcosa quando ho potuto, il sottoscritto constatava se fosse veritiero.
Ed oltre a rimetterci i soldi, ci rimetti la salute e qualche volta anche la vita, perchè le minacce sono all'ordine del giorno, l'ultima lunedì scorso ho avuto una visita nel mio ufficio di lavoro, accusandomi di aver sparlato  di qualche candidato sindaco, tanto è vero che il sottoscritto ha dovuto esporre denuncia, anche contro un coglione con la C maiuscolo, che dice di saper leggere l'italiano e che mi accusa di aver dato del maffioso ad un candidato sindaco, quanto poi è successo effettivamente il contrario, che loro hanno sparlando sul sottoscritto,  e perché tutto questo? Soltanto per difendere il mio paese.


Caro Onofrio la politica non è per gli onesti, ma per i disonesti, nella politica bazzica gente non proprio onesta, che sostengono le campagne elettorali,altrimenti da dove prendono e spendono, tanti soldi per le loro campagne elettorali? se qualcuno lo sa e me lo vorrebbe spiegare sarei felicissimo di capire e imparare,  ma la cosa che mi rode e che la gente gli va dietro, (non per colpa loro, ma per colpa della crisi, per cinquanta euro o come si sente in giro per cento euro a voto, in queste amministrative,  per delle illusioni di false promesse di campagna elettorale e di posti di lavoro, che non avranno mai e per le promesse che non manterranno mai, come è già successo in passato.

E gli addetti ai lavori che dovrebbero controllare, vedere  e ascoltare durante le campagne elettorali, dove stanno?

Casomai stanno pure presso qualche comitato elettorale di qualche candidato sindaco, perchè?

Ci sono delle leggi o delle regole che vanno rispettate?

Il sottoscritto  da anni lotta per non far rimanere nello stesso comune i dipendendi che prestano servizio per lo stato, non per cattiveria, ma soltanto per il loro e il nostro bene.

Per chiudere egregio Onofrio, anche il sottoscritto aveva pensato di lasciare, ma non ho potuto e non posso, per non essere chiamato vigliacco dalla gente che ha fiducia nel sottoscritto.

Non è campagna elettorale, ma soltanto pura verità.

Michele Difino








giovedì 24 marzo 2011

SCHIRALDI SI RITIRA DALLA COMPETIZIONE AMMINISTRATIVA PER LA CANDIDATURA A SINDACO DI TRIGGIANO DEL 15/16 MAGGIO 2011




             il diavolo                                   e                         l'acqua santa

Che Schiraldi fosse un signore nei confronti di Cassano, lo sapevamo da tempo, dimostrandolo, già cinque anni fa ed oggi, facendo un passo indietro, come diceva il mitico Totò signori si nasce non si diventa e Cassano non lo nacque. Schiraldi è un debole in sottoscritto non l'avrebbe mai fatto, facendo cantare vittoria al Cassano. Che Cassano sia un traditore, il sottoscritto lo ha più volte apostrofato nei scorsi anni di amministrazione comunale, fino all'ultimo consiglio comunale, e chi meglio di me può capire Schiraldi, visto che ho pagato con la mia pelle, uscendo da una maggioranza che mi ha visto vincente alle scorse amministrative, per fare spazio agli amici di merenda di Cassano.
A Cassano vorrei ricordare che il passo indietro di Schiraldi non è una sua vittoria, e che Schiraldi lo potrebbe sconfiggere in qualsiasi momento della vita politica, e che Cassano politicamente parlando è un perdente.
A Schiraldi gli porgo la mano, se ti vuoi candidare sindaco, il sottoscritto potrebbe fare un passo indietro, perchè non sono legato alla poltrona come Cassano, non ho interessi personali, se non gli interessi dei miei concittadini, non ho nessuna B/6 da approvare di qualche consigliere comunale come i Neglia in Cacucciolo.

mercoledì 23 marzo 2011

Parla chiaro il Codice di diritto canonico, al paragrafo 3 del canone 285: «È fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici, che comportano una partecipazione all’esercizio del potere civile». E il paragrafo 2 del canone 287 specifica: «Non abbiano parte attiva nei partiti politici e nella guida di associazioni sindacali, a meno che, a giudizio dell’autorità ecclesiastica competente (non credo che sia stato autorizzato), non lo richiedano la difesa dei diritti della Chiesa o la promozione del bene comune». Canoni che, tuttavia, non vincolano i diaconi permanenti. (Canone 288).

Non è credibile neanche la chiesa, ormai si sa che i preti fanno i politici, i politici fanno i preti.

Già il sottoscritto non era d'accordo dell’iniziativa di Don Salvatore, di portare in Africa tutto il ricavato delle somme raccolte all'ultima sagra del cavatelo, oltre 20.000 euro.


Ma, Don Salvatore, lo sa, che nel nostro comune c'è gente che sta peggio di loro?

Non ho niente contro di loro, e non sono razzista.

Dico a Don Salvatore che, se voleva scoprire il terzo mondo non c'era bisogna di andare fino in Africa, perché lo trova nel nostro comune, perché c'è solo fame.

E a riguardo delle somme della sagra, con una parte del ricavato, poteva benissimo fare una mensa sociale per i nostri poveri, visto, anche, i tanti spazi che gli abbiamo messo a disposizione.

E pensare che altri parroci di Triggiano non si possono permettere neanche una iniziativa per la comunità cattolica, come per esempio un ritrovo per i bambini disagiati, come da tempo Don Mimmo della Parrocchia del Crocifisso sta cercando di realizzare, ma non può, perchè  non ha fondi.

Comunque è anche colpa nostra per aver dato tanto agio a Don Salvatore.

Sia chiaro che la mia non è una vendetta politica, (ben vengano tutti quelli che vogliono far bene per il nostro paese), nei confronti di Don Salvatore o della lista civica, si poteva fare lo stesso stando dietro le quinte, e non esporsi così tanto, ma evidentemente Don Salvatore soffre di protagonismo, qualità vietata dal Codice di diritto Canonico.

Giusto per concludere, un qualcosa di personale, prima di questo ero diffidente nel andare a confessarmi ai preti, ma dopo di ciò, difficilmente andrò a raccontare i c...i miei a loro.

Scusatemi per il linguaggio, ma certe cose vanno dette, il sottoscritto è fatto così, parla in faccia, dice quello che pensa, non sono come altri politici e civili che si nascondono dietro un dito, ma la pensano ugualmente come il sottoscritto,  non me ne vogliate.

Michele Difino




Inchiesta sanità, il gip conferma richiesta di arresto per Tedesco

Secondo il gip, l'interrogatorio del senatore non avrebbe modificato il quadro indiziario sia dal punto di vista delle accuse, sia per quanto riguarda il pericolo di reiterazione dei reati, da parte sua ma più ancora da persone a lui vicine. La Giunta delle immunità del Senato deciderà sull'arresto entro il 5 aprile

Alberto Tedesco va arrestato. Il gip del tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare, avanzata dalla difesa del senatore il 5 marzo scorso. La decisione è stata depositata nella tarda serata di ieri. Tedesco - ex assessore alla Sanità della Regione Puglia - si è autosospeso dal partito e dal gruppo del Pd il giorno dopo la notifica della richiesta di arresto avvenuta nell'ambito delle indagini sulla gestione della sanità in Puglia.

Secondo il gip, l'interrogatorio di Alberto Tedesco - avvenuto venerdì scorso - non avrebbe modificato il quadro indiziario sia dal punto di vista delle accuse, sia per quanto riguarda il pericolo di reiterazione dei reati, da parte sua ma più ancora da persone a lui vicine. "Emerge con chiarezza - ha commentato la legale di Tedesco, Rosita Petrelli - che il giudice ha omesso ogni valutazione in ordine all'attualità delle necessità cautelari. La gravità indiziaria, peraltro, da noi fortemente contestata nel corso dell'interrogatorio, non è sufficiente a giustificare l'adozione e la permanenza di una misura cautelare". "E' necessario offrire la prova quanto meno della reiterabilità dei comportamenti assertivamente illeciti; ciò è escluso nel nostro caso - ha aggiunto Petrelli - laddove il senatore Alberto Tedesco oggi svolge attività del tutto diversa e distante da quella che avrebbe consentito i presunti illeciti dei quali oggi egli è chiamato a rispondere. Ovviamente - conclude la legale - porremo in essere ogni ulteriore necessaria attività difensiva".

Nello stesso provvedimento il gip ha disposto, come chiesto dalla procura nell'ambito della stessa inchiesta, l'interdizione per Tommaso Antonio Stallone, 47enne, di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), direttore amministrativo dell'Istituto De Bellis di Castellana Grotte. Nei suoi confronti il Giudice ha riconosciuto la correttezza delle procedure seguite dai vertici della Regione nel designarlo come direttore amministrativo. Ha, però, dato ragione all'accusa sul presunto episodio di abuso d'ufficio per l'assunzione di una bibliotecaria al De Bellis. Per questo la misura interdittiva avrà durata di un mese e non di due come chiesto dai pm. "Non sono state tenute in considerazione - ha commentato il legale di Stallone, l'avvocato Leonardo Iannone - le prove documentali prodotte e allegate a dimostrazione della regolarità e della trasparenza dell'assunzione".

Mentre da Bari il gip conferma la richiesta d'arresto del senatore Alberto Tedesco che si è autosospeso dal Pd, la Giunta delle immunità del Senato decidera sull'arresto dell'ex senatore alla Sanità della Puglia martedì della prossima settimana o al massimo tra due martedì, quindi entro il 5 aprile. Dopo l'audizione della settimana scorsa, infatti, oggi la Giunta ha discusso della vicenda, in attesa che arrivi la proposta del relatore Alberto Balboni (Pdl). "E' probabile - spiega la senatrice del Pd Marilena Adamo - che il relatore Balboni porti in Giunta la sua proposta la settimana prossima, comunque il presidente Follini ha sottolineato che al massimo tra due settimane la Giunta dovrà deliberare".

Anche il senatore del Pdl, Paolo Tancredi, indica come probabile per la prossima settimana l'arrivo della relazione e "a quel punto si andrà al voto". Sarà poi la conferenza dei capigruppo a calendarizzare per l'Aula il voto favorevole o contrario al verdetto che verrà emesso dalla Giunta delle immunità.

martedì 22 marzo 2011

A TUTTI I CONCITTADINI ABBIATE IL CORAGGIO DI DENUNCIARE QUESTO SCIACALLAGGIO, PENSIAMO AD UN FUTURO PIU' ROSEO, SPECIALMENTE PER I NOSTRI FIGLI.

L’aria è cambiata
Egregi cittadini siamo arrivati al momento tanto atteso, l’imminente voto  per la scelta di una amministrazione  che guarda gli  interessi di tutta la cittadinanza e non gli interessi di qualche singola famiglia.
false promesse
In questi giorni fino alla fine della campagna elettorale, sciacalli della politica scenderanno in campo o sono già scesi per accaparrarsi il voto, offrendo  false promesse di posti di lavoro o 100 euro o forse anche di più per un voto come già si sente in giro, facendo dei cittadini prostitute che vendono il proprio consenso al migliore offerente. Non ha prezzo la propria dignità. Non ha prezzo il proprio consenso. Bisogna meritarlo.

Ai rappresentanti della legge non coinvolti in questa competizione
chiedo più controllo e verifiche a 360 gradi, invece, ai rappresentanti  della legge coinvolti, dico state attenti a quello che dite e quello che  fate, che il grande fratello vi guarda attentamente.

candidati mascherati
L’aria deve cambiata  !!!!!!!
Dobbiamo pensare alla ricostruzione del nostro paese portato alla rovina dalle precedenti amministrazioni !!!! 
Chiedo a tutti i cittadini di non porgere l’altra guancia a questi sciacalli dando loro, modo di mettere le mani nelle casse comunali.

Questa volta il sottoscritto vi condurrà a votare senza l'inganno o altro stratagemma a “doppio taglio”!!!! armi solite dei candidati mascherati alla Casa Comunale !!!
Certa gente da dove prende i soldi per campagne elettorali a dir poco sontuose?

Come dice un detto proverbio non è oro tutto quello che luccica.

politica Cash & Carry
La gente attende da anni di vedere garantiti i propri diritti, guadagna con sangue e sudore i propri obiettivi.
Attenti ai falsi che continueranno a riempire le loro tasche a discapito della vostra vita e dei vostri diritti.
Chiedo a tutti i cittadini di non scendere a compromessi per un solo centesimo, per non ritornare a subire le conseguenze della solita amministrazione politica Cash & Carry !!!!


Michele Difino

Candidato Sindaco liste civiche



sabato 12 marzo 2011

PUGLIA: EMILIANO, TEDESCO? SE NON C'E' PERSECUZIONE SI VOTI PER L'ARRESTO.

 Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - "La decisione di arrestare una persona va lasciata alla magistratura". Cosi' il sindaco di Bari Michele Emiliano, intervenuto a '24 Mattino' su Radio 24, ha risposto a una domanda su come a suo parere dovra' votare il Pd sulla richiesta di arresto del senatore Tedesco, ex assessore regionale pugliese.
''Se i senatori non dovessero trovare nell'ordinanza alcun elemento che faccia pensare a una persecuzione di natura politica nei confronti di Tedesco - ha aggiunto Emiliano - dovrebbero lasciar decidere i magistrati''. Quindi votare si' per l'arresto? ''E certo'' ha concluso il sindaco di Bari che ha aggiunto: ''Come e' noto la vicenda e' nella nostra carne, riguarda la Puglia, riguarda Vendola e anche me perche' sono stato segretario del partito. Ma e' una vicenda dalla quale emerge un modello politico assolutamente inaccettabile''.

11/03/2011

giovedì 10 marzo 2011

Puglia: Li Giotti(idv) su Tedesco nessun "giallo" ma rigore doveroso.
Roma, 9 mar. (Adnkronos) - "Ho sollevato in giunta il problema della documentazione afferente la posizione del senatore Tedesco per la semplice ragione che la giunta ha il termine di trenta giorni per decidere sull'autorizzazione all'arresto". Lo ha detto il vice presidente della giunta per le autorizzioni a procedere del Senato, Luigi Li Gotti, dell'Italia dei valori.
"E ' necessaria chiarezza -aggiunge- sull'arrivo della documentazione e sull'autorita' che l'invia, al fine di non commettere errori procedurali. E' interesse della Giunta percorrere con esattezza i binari del regolamento. Il presidente Follini verifichera' i termini del problema posto. Quindi -conclude- nessun giallo, ma doveroso rigore attesa la decisione delicata che dovremo assumere".

09/03/2011

Sen. Tedesco in Aula «C'è fumus persecutionis» e Vendola sapeva
ROMA – «Sono assolutamente tranquillo. In Giunta ho ribadito gli elementi presenti nella memoria che ho consegnato e che tende a dimostrare l’esistenza di una sorta di fumus persecutionis». Il senatore Alberto Tedesco al termine dell’audizione in Giunta delle immunità del Senato, che lo hanno ascoltato in merito alla richiesta di autorizzazione all’arresto del gip di Bari nell’ambito di una inchiesta sulla sanità in Puglia, riferisce ai cronisti della sua arringa difensiva nel corso di una riunione cominciata alle 13,30 e sospesa alle 16,30 perchè cominciano i lavori d’Aula.
La seduta è stata interrotta e riprenderà questa sera o domani. Tedesco spiega, rifacendosi alla prassi parlamentare, che esistono «tre ipotesi di fumus persecutionis. La prima è di dolo evidente dell’inquirente che ti vuole danneggiare politicamente o personalmente. E questo lo escludo. La seconda è collegata alle modalità e ai tempi di esecuzione dell’indagine e io sostengo che i tempi e i modi si sono svolti in maniera oggettivamente persecutoria anche se non volutamente persecutoria». «Il terzo elemento – aggiunge – riguarda l’infondatezza dell’indagine che io ritengo di aver dimostrato nel corso dell’audizione».

Il senatore, che si è autosospeso dal Pd, ribadisce di sentirsi «un perseguitato» e indica due esempi: «Il fatto che in tre anni non sono mai stato interrogato e la perquisizione nella mia abitazione per cercare un appunto che era già in mano alla Procura di Bari». «Perquisizione che ha originato un clamore mediatico che mi ha danneggiato» osserva l’ex assessore alla Sanità della Puglia.

ORE 17:36 - IL PD NON HA UN «PROBLEMA TEDESCO»

«Il Partito democratico non deve porsi il problema del senatore Tedesco, ma quello di una corretta azione giudiziaria. In questa vicenda la posizione del partito è stata irreprensibile. C'è stato solo qualche commento dissonante che appartiene alla spregiudicatezza di chi l'ha fatto». Così il senatore Alberto Tedesco risponde ai cronisti che gli chiedono dei suoi rapporti con il Pd al termine dell’audizione in Giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione all’arresto del gip di Bari nell’ambito di una inchiesta sulla malasanità in Puglia.
«Anche da Vendola – aggiunge Tedesco – non ho sentito commenti malevoli nei miei confronti, altri lo hanno fatto». Quanto alle voci di un possibile cambio di casacca, il senatore che per ora si è autosospeso ed è nel gruppo misto taglia corto: «Io vengo da un partito di sinistra e rimango convinto della militanza a sinistra. L’unica alternativa è, nel caso, tornare a casa».

ORE 17:46 - «VENDOLA SAPEVA, QUANTO ME»

«Io avevo chiesto di fare il presidente del Consiglio regionale, un posto richiesto anche da un’altra forza politica, che ha prevalso. Allora Vendola mi chiese di fare l’assessore alla Sanità». Lo riferisce il senatore Alberto Tedesco al termine dell’audizione in Giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione all’arresto nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità in Puglia. In Giunta, peraltro, il senatore del Pdl Ferruccio Saro aveva chiesto a Tedesco perchè aveva scelto di fare l’assessore alla Sanità visto che ha nel settore familiari e conoscenti.
Alla domanda se il presidente Vendola era a conoscenza di quanto avveniva nella Sanità pugliese, Tedesco risponde: «sulla gestione e il governo della sanità, Vendola sapeva esattamente quanto ne sapevo io. Non poteva non conoscere quanto accadeva nel governo del settore più rilevante della regione e che assorbe il 75% del bilancio». «Vendola era a conoscenza delle politiche di intervento nel settore della sanità e le condivideva con me. Anzi, a volte, ero io che seguivo i suoi indirizzi» afferma Tedesco.

ORE 18:21 - IL «GIALLO» DELLA TELEFONATA TRA LAUDATI E FOLLINI
È giallo intorno a una telefonata tra il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati e il presidente della Giunta delle Immunità del Senato Marco Follini per la vicenda del senatore Alberto Tedesco per il quale il gip ha chiesto la concessione dell’autorizzazione alla custodia cautelare.
Follini, la settimana scorsa, rende nota la telefonata intercorsa tra lui e il procuratore capo della Repubblica in merito alle carte dell’inchiesta sulla sanità pugliese. Il rappresentante Idv Luigi Li Gotti interviene sottolineando l'irritualità dell’intervento del magistrato dell’accusa, dato che la Giunta deve pronunciarsi esclusivamente sulla base della documentazione fornita dal Giudice delle indagini preliminari.
Lo ha riferito oggi a margine dell’audizione del senatore Tedesco, lo stesso Li Gotti. «Non mi è mai capitata – spiega - una cosa del genere è del tutto irrituale. Io – spiega – voglio esaminare solo le carte che sono autorizzato ad esaminare. E invece veniamo a sapere che il pm ha offerto, nell’ambito di una sinergia tra istituzioni, delle carte che ora vogliamo sapere se sono le stesse inviate dal Gip o se sono documenti ulteriori». Analoga eccezione è stata sollevata dal Pd Felice Casson. «Follini – riferisce sempre Li Gotti – ha chiesto a Laudati di scrivere una lettera contenente i termini della questione e si è impegnato a fare chiarezza su quali siano i documenti che esaminiamo. Capite, si tratta di quattro faldoni e di un disco con altri 45 faldoni...».
Follini si trincera dietro il riserbo del suo ruolo di presidente della Giunta ma quando una giornalista gli dice che la procura di Bari ha fatto sapere che sarebbe stato proprio lui a chiamare Laudati, replica: «Posso ricevere delle telefonate, ma ne faccio raramente come possono attestare i miei amici».
Il relatore Alberto Balboni (Pdl), conferma la telefonata tra Follini e Laudati, per dire che quest’ultimo «non ha offerto altre carte ma ha dato la sua disponibilità qualora servissero le carte». Dal canto suo Tedesco ai cronisti che, al termine della prima parte dell’audizione, gli riferiscono delle perplessità di Li Gotti afferma: «Laudati è persona correttissima. Se c'è stato un intervento, ma dovete chiedere a Follini, è stato 'ad adiuvandum', per agevolare l’invio del materiale».

ORE 18:32 - SARO, PD E VENDOLA COME PILATO
«Noi siamo garantisti non a senso unico e non siamo giustizialisti. Nella storia del nostro Paese sono stati rari i casi in cui si è autorizzato l’arresto e non possiamo andare contro la storia del Paese e dei nostri principi». Lo dice il senatore del Pdl, Ferruccio Saro, a margine della seduta della Giunta delle immunità parlamentari del Senato, in cui si è audito il senatore Alberto Tedesco sulla richiesta di arresto del Gip del tribunale di Bari.
«Certo – sottolinea Saro – qui si tratta di capire fino in fondo le contraddizioni interne del Pd. Ci sono due elementi: il Pd ha candidato Tedesco e non può adesso lavarsene le mani». «Poi – prosegue il senatore del Pdl – dobbiamo capire le responsabilità di Vendola. Non saranno penali, ma politiche sì. Quindi su quanto accadeva nella sanità pugliese o Vendola sapeva tutto e ha coperto politicamente oppure se non se n'è accorto dormiva e non credo che dormisse visto che è una persona sveglia». «Dunque se sono veri gli addebiti a Tedesco, Vendola avrebbe delle responsabilità politiche e non può tirarsi fuori» conclude Saro.

ORE 18:41 - PDL, NESSUN GIALLO SU ATTI DI TEDESCO
«Nessun 'giallo' sul ruolo del procuratore di Bari in merito alla trasmissione dei documenti inerenti la posizione del senatore Tedesco». Lo dicono in una nota congiunta i senatori del PdL, Ferruccio Saro, e Carlo Sarro, rispettivamente capogruppo e segretario nella Giunta per le Immunità del Senato. «Alle osservazioni del senatore Li Gotti – riferiscono Saro e Sarro – il presidente Follini, nella seduta odierna, ha risposto in modo chiaro ed esauriente, ribadendo che tutta la interlocuzione istituzionale è avvenuta con il gip competente e che il trasferimento degli atti dalla Procura di Bari alla Giunta per le Immunità non presenta anomalie, ma anzi testimonia lo spirito collaborativo da parte del pm nel rispetto assoluto delle prescrizioni dettate dal gip nel provvedimento con il quale è stata richiesta al Senato l’autorizzazione all’arresto del senatore Tedesco».
«Attesa la serietà delle vicende di cui la Giunta si sta occupando, auspichiamo che nessuna facile dietrologia o strumentale ricostruzione dei fatti possa condizionare il buon andamento dei lavori» concludono i due senatori del Pdl della Giunta delle immunità.