martedì 30 novembre 2010

DALL'EFFETTO TRUFFA E FURTI ALLA SANITA' PUGLIESE - CHE IL PRESIDENTE VENDOLA CON I SUOI EX ASSESSORI OGGI SENATORI DELLA REPUBBLICA, DIRETTORI GENERALI HANNO VOLUTAMENTE PORTARE SULL'ASTRICO LA "SANITA' PUGLIESE" - INTERVISTA TRATTA DALLA DAL GIORNALE " LA REPUBBLICA" DEL 30/11/2010



Fiore: “Non c’è una ricetta miracolosa ora la gente dovrà accettare i sacrifici”L’assessore: “Situazione difficile, risparmi per 350 milioni”

di LELLO PARISE

L'assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore

Non sarà una passeggiata di salute. Il piano di rientro a cui il governo Berlusconi ieri sera dà il via e che costringerà la Puglia a stringere i cordoni della borsa lungo il fronte dell’assistenza pubblica, non è facile da mandare giù: dovranno essere riconvertiti — o, meglio, chiusi — diciotto ospedali, i posti letto subiranno un taglio drastico, ne mancheranno all’appello qualcosa come 2mila 200, spunterà il ticket di 1 euro per ogni ricetta, mentre la ciliegina sulla torta prevede il blocco del turn over. E’ inevitabile, come stanno le cose, immaginare che questi sacrifici scateneranno odio e rancori. «Ne sono certo» conferma l’assessore alla Sanità, Tommaso Fiore, che pure da sette mesi gira come una trottola da un capo all’altro del tacco d’Italia per «parlare, ascoltare, invocare soluzioni alternative».

Nonostante questo, professore, forse sarebbe meno pericoloso attraversare un campo minato che dovere fronteggiare un vero e proprio esercito di scontenti o delusi.
«Mi aspetto di tutto. Tuttavia ho stabilito un buon rapporto con l’Anci, l’associazione dei comuni».

Basterà a calmare gli animi?

«Io non ho ricette miracolose. Mi auguro che la gente si renda conto della situazione».

Qual è la situazione, scusi?

«Quello della sanità è solo uno dei capitoli legati alla ristrutturazione del welfare che da gennaio andrà in scena dappertutto nel Belpaese, non esclusivamente da queste parti».
Dunque, lacrime e sangue.

«Ai funzionari del ministero interessa il saldo, e basta».

Cioè?

«Dovremo risparmiare almeno 350 milioni di euro. Ma non potremmo raggiungere questo obiettivo se, per esempio, congelassimo il turn over e allo stesso tempo continuassero a restare aperti alcuni servizi. Dobbiamo piuttosto muoverci contemporaneamente in più di una direzione».
Il piano di rientro passerà per le forche caudine del consiglio regionale. In aula cascherà l’asino? Sì, insomma, ci sarà l’assalto alla diligenza da parte delle forze politiche di maggioranza e dell’opposizione per salvare questo o quel nosocomio?

«Fino ad ora non c’è stato, quello che chiamate assalto alla diligenza. Eppure ho incontrato moltissime persone».

I nodi, però, cominciano a venire al pettine: nella Asl di Bari ci sono circa 500 contratti a termine, sottoscritti da medici e infermieri, che scadono alla fine dell’anno e che nella stragrande maggioranza dei casi rischiano di diventare carta straccia.

«Rimarranno in piedi unicamente quelli che sono indispensabili per fare funzionare le cose essenziali, come il 118. A tutti i direttori generali delle Asl, non soltanto a quello di Bari, ho impartito l’ordine di salvaguardare tanto le emergenze quanto le urgenze: non possono essere accusati di avere interrotto un servizio pubblico».

L’altra faccia della medaglia riguarda i precari, soprattutto ausiliari, che dovrebbero essere “internalizzati”, ma Palazzo Chigi chiede e ottiene lo stop di queste assunzioni. Diversamente non sarebbero finiti nelle casse della Regione, 500 milioni di euro. Una partita persa?

«Con Roma abbiamo siglato una tregua: aspetteremo quello che succederà a febbraio, quando verosimilmente si pronuncerà la Corte costituzionale a proposito di queste “internalizzazioni”. Io penso che il verdetto sarà favorevole alla Puglia: non verranno gettate alle ortiche le agenzie in house destinate ad accoglierli, gli ausiliari».

Professor Fiore, vede il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto?

«Sarà importante fissare criteri chiari, non applicare il metodo del colpo al cerchio e dell’altro alla botte. Se seguissimo questa strada non faremmo economie, ma uno spezzatino. Indigesto per tutti».

giovedì 25 novembre 2010

EFFETTO TRUFFE SANITA'


Sanità, la Consulta boccia la legge


"Illegittime le nuove assunzioni"

Per la Corte costituzionale, la legge della Regione Puglia "non rispetta i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica"

Una seduta del consiglio regionale

E' illegittima, in quanto "non rispetta i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica", la legge della Regione Puglia che un anno fa ha previsto che i minori costi derivanti dalle cessazioni dal servizio sanitario negli anni 2009 e 2010 venissero integralmente impiegati per nuove assunzioni del personale sanitario. Lo ha deciso la Corte Costituzionale che, con la sentenza n.333 scritta dal giudice Sabino Cassese, ha bocciato l'art.1 commi 1,2,3 e 4 della legge regionale n. 27 del 2009.

La Consulta ricorda che in base ai principi concordati in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni e province autonome, "gli enti del servizio sanitario concorrono agli obiettivi di finanza pubblica, adottando le misure necessarie a garantire che le spese del personale non superino il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito dell'1,4 per cento per ciascuno degli anni" che vanno dal 2007 al 2012.

La legge regionale impugnata dal governo dinanzi alla Corte Costituzionale, invece, "pur richiamando i principi stabiliti dalla legislazione dello Stato, prevede, mediante la riutilizzazione integrale dei minori costi derivanti dalle cessazioni, un meccanismo che - sottolinea la Consulta - con essi è in contrasto". La circostanza poi che la Regione Puglia - aggiunge la Corte - abbia modificato per ben due volte la disciplina censurata (dapprima prevedendo una decurtazione delle dotazioni organiche e, successivamente, introducendo il cosiddetto blocco del 'turn-over' per il triennio 2010-2012) costituisce una ulteriore prova che la disposizione impugnata non diminuisce la spesa".

DAL QUOTIDIANO LA " REPUBBLICA" DEL 25/11/2010

L´ira di Emiliano "Sì, votatemi la sfiducia"

Il sindaco anche contro il Pd: "Ha perso la bussola, mi ricandido da solo" ."Il centrodestra ha ragione a chiedere le mie dimissioni, se se la sente le voti il centrosinistra"

di GABRIELLA DE MATTEIS

Michele Emiliano in Consiglio comunale

Michele Emiliano è un fiume in piena. E non nasconde la sua rabbia dopo la seduta del consiglio comunale di martedì. La delibera sull´housing sociale, portata dalla giunta, non è stata discussa e ad imporre un rinvio è stata anche e soprattutto la maggioranza di centrosinistra. Ora l´opposizione, con Ninni Cea, è pronta a presentare una mozione di sfiducia per il sindaco che risponde puntando l´indice contro la sua coalizione. «E´ stato un atteggiamento demenziale. Il partito democratico è in stato confusionale. I consiglieri avrebbero dovuto votare la delibera elaborata sulla base di una legge votata a livello regionale». Michele Emiliano parla davanti ad una platea di giornalisti. Ma più che una conferenza stampa, il suo è uno sfogo, ma soprattutto un messaggio.

«Il centrodestra - dice - ha ragione a chiedere le mie dimissioni se il Pd, il più grande partito di questa maggioranza, e l´intero centrosinistra perdono la bussola e la strada del programma peraltro in piena campagna elettorale». Emiliano non è spaventato dalla mozione di sfiducia. «Se hanno il coraggio, la votino anche quelli del centrosinistrra». E sul futuro ha comunque le idee chiare: «Io comunque sono pronto a ricandidarmi, anche da solo perché il sindaco risponde al popolo». E sul provvedimento, snobbato dal consiglio aggiunge «La delibera riguardava la definizione dei suoli su cui realizzare case nei quartieri Carrassi e San Pasquale secondo la legge regionale n.12 di edilizia sociale, che prevede il coinvolgimento dei privati. Il bando regionale scade il prossimo 2 dicembre e se il centrosinistra non chiederà nuovamente di portare in consiglio la delibera andrà persa una opportunità che in tutta la Regione ha già avuto ottimi riscontri dopo essere stata approvata dal governo nazionale».

Ma la questione è anche un´altra. La mancata approvazione della delibera che, tra Poggiofranco e Carrassi, prevedeva una lottizzazione di edilizia sociale, quindi, pone un problema politico. Almeno secondo la chiave di lettura offerta dal primo cittadino e presidente regionale del Pd che infatti chiede la convocazione degli stati generali del centrosinistrra. Poi l´affondo: «Da mesi mi stanno torturando Partito Democratico, Sel, Italia dei Valori per assessorati e società del Comune. Hanno sottratto ore al mio lavoro». Ed ancora: «Hanno sfasciato Napoli, l´Abruzzo, Ancona, mi chiedo se vogliono farlo anche con Bari che è l´unica città del Mezzogiorno che ha i conti in ordine».

Emiliano, dopo la seduta del consiglio comunale che di fatto ha visto un´intesa tra opposizione e maggioranza (Sel ieri ha ribadito con un comunicato la sua contrarietà alla delibera) difende la bontà della delibera e restituisce una sua interpretazione più squisitamente politica. «Qualche pazzo vuole creare un caso Puglia per danneggiare Vendola. Molte pecorelle si fanno strumenti dei lupi» si sfoga Emiliano che chiede a Bersani di intervenire. E intanto mentre l´opposizione insiste, chiedendo le dimissioni del sindaco: «Questa città – accusa il coordinatore Ninni Cea – è ormai allo sbando. Emiliano che non è il padrone della città non ha più i numeri della sua maggioranza», il capogruppo del Pd Emanuele Martinelli getta acqua sul fuoco e ridimensiona il caso. «Avevamo chiesto soltanto tempo per esaminare la delibera e magari per proporre alcune modifiche perché, ad esempio, il piano d´ambito scelto per l´intervento di edilizia sociale e cioè il quartiere Poggiofranco non ci convince» dice Martinelli che però ammette: «Che ci possa essere qualche malumore, come dice il sindaco, legato agli assessorati è vero, ma solo in riferimento alla mancata rotazione della delega di Decaro».

martedì 23 novembre 2010

Dal Giornale la Repubblica

"Emiliano peggio di Brunetta"

dipendenti comunali in rivoltaInfuocata assemblea nell'aula consiliare con centinaia di vigili urbani, maestre, impiegati contro la delibera che prevede controlli sulle presenze. Scatta lo stato di agitazione

di PAOLO RUSSO

Un momento dell'assemblea

«Emiliano anticipa Brunetta»: i dipendenti comunali di Bari si fermano dal lavoro per un giorno e dichiarano lo stato di agitazione. L’assemblea indetta ieri dalla Funzione pubblica Cgil ha gremito l’aula del consiglio comunale. Vigili urbani, maestre d’asilo, impiegati e uscieri: in centinaia hanno contestato la gestione del personale attuata dal Comune.

Molti i problemi messi sul tappeto dal segretario provinciale del sindacato Pino Gesmundo. Ma sono due le questioni che hanno agitato di più i dipendenti comunali: l’applicazione anzitempo del decreto Brunetta e la stretta imposta dall’amministrazione comunale sulla rilevazione delle presenze e degli orari di servizio. La prima questione è la più spinosa. Con una recente delibera la giunta Emiliano ha affidato ai dirigenti comunali il compito di redigere il piano delle performance. In pratica i capi ufficio daranno i voti a tutti gli impiegati su una base di criteri individuati dall’amministrazione comunale senza consultare i sindacati. «La cosa stupefacente — accusa Gesmundo — è che da una giunta di centrosinistra non ci saremmo aspettati questa solerzia nell’applicare con un anno d’anticipo le discutibili novità imposte dal ministro della Funzione pubblica che se ne infischiano delle giuste esigenze di flessibilità e tolleranza applicabili nei confronti dei lavoratori».

A proposito di controlli sulla forza lavoro il Comune ha intenzione di estendere l’utilizzo del cartellino segnatempo a tutti i dipendenti. «I controlli non ci fanno paura ma il rischio è che un vigili urbano che deve prendere servizio ad Enziteto o al San paolo sia obbligato a inizio e fine turno a passare dal comando di Japigia per timbrare il cartellino. Un’assurdità».

Su questa e altre iniziative assunte dall’amministrazione comunale i lavoratori in assemblea hanno rivendicato il proprio diritto a concertare le decisioni con i vertici del Comune. «Se prima di firmare l’ordinanza sulla sicurezza a Bari vecchia o quella che ha disposto la chiusura del lungomare alle auto il sindaco avesse consultato i rappresentati della polizia municipale — accusa la Cgil — probabilmente la loro applicazione si sarebbe dimostrata più efficace».
Al termine dell’infocata assemblea che ha visto la defilata partecipazione dell’ex vicesindaco Emanuele Martinelli (delegato alla polizia municipale), i lavoratori hanno dichiarato lo stato di agitazione. «Se il sindaco Emiliano non darà risposte ai problemi sollevati dai lavoratori a dicembre organizzeremo una grande manifestazione di protesta in piazza Prefettura» ha annunciato Gesmundo.

EFFETTO VENDOLA - EFFETTO TRUFFA SANITA' PUGLIESE

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 23/11/2010

Ospedale «Di Venere» arriva lo stop ai ricoveri 
di ROBERTO CALPISTA

BARI - Sospensione di tutti i ricoveri di elezione (quelli programmati) fino a nuovo ordine. È la scure che si abbatte sull’ospedale «Di Venere» di Carbonara. Ieri la «sorpresa» in una circolare a firma del direttore medico facente funzione, Luigi Lestingi. Una lettera inviata a tutti i direttori delle unità ospedaliere dell’area Bari Sud e, per conoscenza, ai dirigenti dei pronto soccorso del «Di Venere » e del «Fallacara» di Triggiano. Si legge: «A seguito di saturazione dei posti letto disponibili presso le unità operative di degenza dell’ospedale Di Venere, i ricoveri d’urgenza in sovrannumero vengono conseguentemente sistemati su barelle del pronto soccorso - giustificati dal criterio delle eccezionalità - non rappresentando uno standard di accoglienza e di sicurezza dei pazienti. Tale situazione è ulteriormente aggravata dai ricoveri di “pazienti critici”, non programmabili né evitabili, trasportati dal sistema “118” presso questo ospedale ad alto livello di complessità assistenziale».
E continua: «Considerando che la persistenza di questo fenomeno determina disservizio organizzativo e rischioso per l’assistenza alla popolazione, si dispone con effetto immediato la sospensione e la riduzione dei ricoveri in elezione fino al rientro del numero dei posti letto funzionalmente attivi per ciascuno unità operativa, tenendo conto anche della percentuale del 10 per cento da riservare ai ricoveri in emergenza/urgenza. Il monitoraggio dell’andamento dei ricoveri in elezione avverrà a cura della stessa direzione medica ». Che vuol dire? Niente più ricoveri programmati fino a nuovo ordine perché è necessario riservare i posti letto ai casi più gravi che accedono tramite il pronto soccorso, dove finora - a causa della cronica carenza di posti letto nei reparti - molti pazienti anche in condizioni gravi, sono stati trattenuti sistemati in maniera provvisoria e precaria sulle barelle.

«La situazione è questa, non potevamo fare altro - spiega il direttore generale della Asl Bari, Nicola Pansini -. Il nostro dovere principale è quello di assicurare la massima assistenza alle urgenze e alle emergenze. Né possiamo rischiare una sistemazione provvisoria e pericolosa, per esempio, a gravi politraumatizzati e infartuati che accedono al pronto soccorso. Anche se per la “tipolo gia” dei ricoveri si inciderà solo su alcuni reparti, quali quelli chirurgici, neurologici, cardiologici e di medicina».
Certo i disagi saranno inevitabili e ancora più gravi con la riduzione dei posti letto prevista nel piano di rientro sanitario (che al momento è fermo). Ancora Pansini: «Non ci sono alternative, se non si rafforza il territorio il futuro sarà realmente traumatico. Bisogna dislocare, medici e strutture in modo assicurare una reale “rete” sanitaria che possa garantire almeno l’assistenza di base, riservando agli ospedali di eccellenza di svolgere appunto il proprio compito. Ripeto, la strada è obbligata». E proprio il «Di Venere» di Carbonara è tra gli ospedali maggiormente colpiti dal taglio dei posti letto. In ballo ci sono oltre 1.400 posti letto da ridurre in tutta la Puglia. Trecento di questi letti toccano alla Asl della provincia di Bari, guidata da Nicola Pansini. 71 sono invece quelli che, nella sostanza, perderà il «Di Venere».

venerdì 19 novembre 2010

AL. SINDACO PRO – TEMPORE - COMUNE DI TRIGGIANO

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

AL SEGRETARIO GENERALE

AL DIRIGENTE LAVORI PUBBLICI ING. FELICE RUBINO

Oggetto: Lavori di riqualificazione del centro storico. Autorizzazione subappalto. Determinazione n.506 del 08/10/2010. 

Con la presente io sottoscritto Michele Difino, in qualità di Consigliere Comunale di codesta amministrazione, sono qui a chiederVi quanto segue:

Verifica dei requisiti allo svolgimento dei lavori quanto previsto dalla determina in oggetto della ditta sub-appaltratrice “Restauri Meda s.r.l” con sede in Trani alla Via Città di Milano 34/36.

 Blocco dei lavori per mancanza dei requisiti di legge previsti dall'appalto. 

Si prega di poter inviare una immediata risposta, al fine di evitare denunce presso sedi opportune.


Triggiano, lì 19/11/2010.                                      Con osservanza delle mie funzioni
                                                                                 Rag. Michele Difino





CON CASSANO SINDACO

sabato 13 novembre 2010

In riferimento all'articolo pubblicato sulla gazzetta del mezzogiorno, ho ritenuto che questa scandalosa storia sia a conoscenza del Ministro Maroni garante della legge sulla sicurezza e delle prostitute.

Sicurezza: il governo prova a togliere le prostitute dalla strada col “foglio di via”

Egregio Ministro Maroni in riferimento al pacchetto sicurezza come sopra da lei emanata sono dispiaciuto nel comunicarla che la legge è valida in e per tutta l'Italia, ma non è valida per la nostra città Triggiano in provincia di Bari e per lo squilibrato e pro-tempore sindaco Cassano.

Il nostro tanto amato(?) sindaco Michele Cassano non rispetta il decreto legge sulle sicurezza - prostitute, ed oltre a non rispettarla, si comporta in modo  contrario alla sua legge, cioè dando rifugio e posti di lavoro a 10 euro all'ora, togliendo lavoro ai nostri concittadini, avendo inoltre  la bella faccia (non è che sia tanto bella, anzi a me mi fa schifo) di pubblicare il tutto in un articolo sulla gazzetta del mezzogiorno di martedì 09 novembre 2010,  sig . Ministro la persona in questione di cui mi vergogna soltanto nel fare il suo nome, crede di aver fatto una bravata, e non rendendosi conto di aver fatto soltanto una delle le sue tantissime Cassanate, offendendo e izzando i nostri concittadini, sapendo, che la nostra città è in  forte crisi di lavoro,  ci sono tantissimi nostri concittadini che stanno veramente facendo la fame, tanto da  spingersi anche al suicidio buttandosi nientemeno dal terrazzo del nostro palazzo comunale, dove siede comodamente sulla sua poltrana il sindaco, il tutto avvenendo  proprio sotto gli occhi del nostro amatissimo (?) sindaco Cassano.

Sig. Ministro la gente è sfiduciata, non vogliono presentarsi ai seggi elettorali, la percentualità dei non votanti aumenta, alle ultime elezione abbiamo avuto quasi il 70% di gente che non ha votato, soltanto per delle pazzie di questo sindaco.

Vi sembra una cosa normale? Vi sembra una persona normale, francamente al sottoscritto e a tutta la gente della nostra città sembra uno squilibrato.

Al sig. Ministro chiedo il suo intervento istituzionale e disciplinare nei confronti di questo sindaco, pur essendo il primo cittadino non da un buon esempio nel rispetto delle leggi della Costituzione Italiana.

Rimango alla sua completa disposizione allegando in calce il mio numero telefonico e email, per altri chiarimenti.

                Distinti saluti.                                           Michele Difino



  tel.3383440964

email : michele.difino@virgilio.it

venerdì 12 novembre 2010







Sicurezza: il governo prova a togliere le prostitute dalla strada col “foglio di via”
Il governo, approvando il pacchetto sicurezza presentato dal ministro degli Interni Roberto Maroni, prova a togliere le prostitute dalla strada. Un giro di vite in cui molte teste cadranno. Sarà infatti applicata la misura del foglio di via per chi esercita la prostituzione su strada violando le ordinanze dei sindaci in materia, ha precisato Maroni.

Inoltre il prefetto disporrà del concorso delle forze di polizia per assicurare l’attuazione delle ordinanze in materia di sicurezza urbana. In questo modo, ha spiegato il ministro, “si rafforza il ruolo dei sindaci: le ordinanze comunali, infatti, si sono spesso rivelate poco efficaci perché non c’era collegamento con le forze di polizia che dovevano attuarle. Si aumenterà così il livello di sicurezza nelle città”.

Se le prostitute dunque non dovessero rispettare le norme presentate dal sindaco della città in cui esercitano, saranno mandate via. Espulse le straniere, a casa le italiane. Per il momento della riapertura delle case chiuse nessuna traccia.




giovedì 11 novembre 2010

Riceviamo e pubblichiamo

Critiche al sindaco: cittadini contro Cassano


Messaggio di un gruppo di cittadini: «Cassano attacca i Triggianesi e non li difende; si è costruito la propria fine politica con le sue mani»; –

I cittadini e Cassano.

Un rapporto che secondo il sindaco deve essere diretto, di fiducia, senza il “tramite” della politica e quindi dei partiti. E così capita che un gruppo di cittadini di Triggiano, forse sollecitati da questa voglia di sincerità, di trasparenza e di schiettezza, che contraddistingue spesso e volentieri le parole di Cassano, abbia voluto in modo diretto far conoscere la propria opinione sul suo operato e sulla crisi istituzionale che sta interessando il nostro comune.

Alla nostra redazione, è arrivata una lunga lettera con la quale viene attaccato il sindaco Michele Cassano e nella quale si contesta qualche suo atteggiamento ultima sulla questione della prostituta. Lettera nella quale si boccia l’operato del primo cittadino e nella quale si dichiara apertamente che la soluzione finale, quella della sfiducia, del commissariamento non sia poi così male per comune e cittadini.

ELETTI ED ELEZIONI – Le elezioni Michele Cassano le ha vinte non c’è dubbio, ma le hanno vinte anche coloro che siedono in consiglio comunale. “Gli ricordiamo” che tutto il Consiglio Comunale eletto lo è direttamente; chi ha votato Cassano ha espresso anche le preferenze per i Consiglieri Comunali che come tali sono i rappresentanti dei cittadini nell’amministrazione del Comune».

LE PROVOCAZIONI - Gli atti di Michele Cassano sono stati provocatori, il

                              “ Caso della prostituta Anita”.

«Imprudente – è stato Cassano che non ha valutato le conseguenze di attenzioni per altrui così provocatori (o forse il suo intento era proprio l’ennesima provocazione, come nel suo stile ?) .

IL SINDACO E I SINDACI - Che sindaco è stato in questi anni di legislatura Cassano? «L’impulsività, l’arroganza, la non moderatezza – non sono certo prerogative che si adattano ad un Sindaco.

Se a questo si aggiunge la brama di rivalsa e di contrapposizione verso i consiglieri e verso la precedente Amministrazione quella vincente, appare chiaro con quale totale assenza di lucidità ed obbiettività Cassano ha amministrato in questi cinque anni!

Triggiano con Cassano non potrà purtroppo più dire di aver sempre espresso Sindaci di grande qualità, i quali nel corso degli anni hanno contribuito prima a condurre questo territorio in una posizione di rispetto ed attenzione nel panorama della provincia di Bari e della Puglia ed anche oltre, e a farlo poi uscire, anche con grande fatica ma con vitalità, originalità , orgoglio di appartenenza e prospettive future, dalle criticità economiche, sociali, ed ambientali che avevano seguito la chiusura della Superga.

Cassano purtroppo non incarna, neanche in minima parte, questo tipo di amministratori».

« Cassano – si è costruito la propria fine politica con le sue mani.

Protagonista di esternazioni plateali e chiaramente prive di fondamento, ma non demordiamo, senza Cassano ci potrà essere una ripresa con fiducia, senza paura:

                                    Triggiano merita questo».


Un gruppo di cittadini giovani e meno giovani.

mercoledì 10 novembre 2010

IL SOTTOSCRITTO DA CITTADINO TRIGGIANESE MI VERGOGNO DI QUESTO SINDACO, NEL SOLO PENSARE CHE NON FA NIENTE PER I NOSTRI CONCITTADINI, QUANTO PER LE PROSTITUTE

Risposta all’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 09/11/2010 a firma del dott. Vito Mirizzi.

Prostituta “salvata “ dai Vigili Urbani.

Apprendo con entusiasmo dell’immediato intervento del Sindaco Cassano e dell’Assessore Isidoro Milillo in favore della prostituta rumena “Anita”.

A quanto pare le vicende della prostituzione in terra di Bari attraggono molto, in questo periodo storico, l’Amministrazione comunale di Triggiano, che tanto si è prodigata per offrire un posto di lavoro ed un reintegro in società della “bella Anita”.

Premesso che il sottoscritto non nutre alcun sentimento di rifiuto o di fastidio nei confronti di queste donne sfortunate, gradirei, però, una maggiore attenzione ed un più serio impegno da parte dell’amministrazione Cassano verso le innumerevoli e quotidiane problematiche che i nostri cittadini devono affrontare, nel trovare lavoro, nel non perderlo, con tanta gente in cassa integrazione e con la crisi che fa chiudere tante aziende un tempo floride! Non deve arrivare all’esasperazione rischiando il suicidio dal tetto del Comune!!

Credo di interpretare l’idea ed il desiderio della maggior parte dei nostri concittadini che pretendono il rispetto ed il soddisfacimento dei bisogni primari di ognuno di noi.

La provocazione posta in essere dall’attuale Sindaco Cassano nei confronti della cittadinanza evidenzia il menefreghismo dell’amministrazione nei confronti delle problematiche concrete e perennemente irrisolte, e rappresenta una presa in giro nei confronti di chi si aspetta da una pubblica amministrazione interventi seri e socialmente efficaci.

Offrire e addirittura mercanteggiare la paga giornaliera di una prostituta (10 euro piuttosto che 7), e dimenticare chi ha una famiglia da sfamare, da parte di chi deve tutelare la serenita’ dei suoi concittadini e’ vergognoso! Tutto questo verra’ tenuto in conto sicuramente nel momento in cui nelle urne si decidera’ del suo destino, visto che a quanto pare i suoi concittadini sono stati trattati come persone di serie B persone oneste e persone non oneste a quanto pare sono di serie A.

Triggiano; 09/11/2010 Consigliere Comunale Michele Difino

venerdì 5 novembre 2010

AL COMUNE DI TRIGGIANO
Al Sig. Sindaco Michele Cassano
Al Presidente del Consiglio Comunale Sig. Adolfo Schiraldi

Al Segretario Generale Dott.ssa Annamaria Guglielmi


OGGETTO: Richiesta rescissione contrattuale in merito alla gara d’appalto vinta dalla Ditta                       
Giovanni   Putignano & Figli S.r.l.

Il sottoscritto Difino Michele, in qualità di Consigliere Comunale di codesto Comune, essendo venuto a conoscenza dei noti fatti di cronaca giudiziaria riguardanti la Società denominata “Giovanni Putignano & Figli S.r.l.”, stante anche il risalto mediatico che gli stessi accadimenti hanno avuto su tutto il territorio nazionale, con la presente

                                           CHIEDE FORMALMENTE

che l’Amministrazione Comunale rendiconti nelle sedi opportune i criteri di assegnazione ed il relativo affidamento dei lavori riguardanti la realizzazione delle rete di fognatura pluviale nell’abitato di Triggiano; lavori che, come ben noto a tutta la cittadinanza, sono stati assegnati dopo apposita gara di appalto integrato per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di adeguamento della rete fognante dell’abitato (CIG 318948436), alla su richiamata Società.

Questa richiesta viene formulata dopo aver appreso che, in data 29 ottobre 2010, il gip Sergio Di Paola su richiesta del pm Isabella Ginefra, ha firmato un’ordinanza di sequestro cautelare dei beni della predetta Società.

Tale stato di cose, validato da una serie di inequivocabili intercettazioni telefoniche e ambientali che non lasciano adito a dubbi, impongono che questa Amministrazione valuti seriamente l’opportunità di rescindere il contratto in essere, prendendo così le distanze da quanto sta accadendo.

Chi scrive, ritiene che un tale atto sia dovuto oltre che per ragioni di opportunità, non potendo di fatto la predetta Società continuare la propria attività in favore di codesta amministrazione dato il sequestro subito, anche da un mero principio di trasparenza che la stessa legge prevede in questi casi, ma sia dovuto soprattutto per conservare integra la credibilità dell’intero Consiglio Comunale.

Giova ricordare che la Ditta Giovanni Putignano & Figli S.r.l., veniva puntualmente denunciata dalla testata giornalistica locale “Il Levante”, e che il sottoscritto già in passato aveva sottoposto una missiva di denuncia alla Vostra cortese attenzione in data 23/09/2010, senza peraltro ottenere, aggiungo inspiegabilmente, risposta alcuna. Tale omissione, viene ritenuta ancor più grave dalla circostanza che tale documento, nonostante le mie reiterate richieste, non è stato messo a disposizione dei membri della Giunta e del Consiglio Comunale.

Per tale motivo sono qui a chiedere un sollecito riscontro a quanto da me richiesto, riservandomi, qualora non ottenessi risposte, di trasmettere la presente alle autorità competenti.

Con osservanza

IL CONSIGLIERE COMUNALE
       Michele Difino