venerdì 17 giugno 2011


Michele Cagnazzo                     
Sesso in cambio di un lavoro: bufera sull'on. Zazzera (Idv)


BARI - «Nei miei confronti è in atto una vera e propria azione diffamatoria»: così il deputato dell’Idv Pierluigi Zazzera commenta la notizia riportata da siti internet secondo la quale il 14 giugno scorso l’ex responsabile per l’Idv dell’Osservatorio pugliese sulla legalità, Michele Cagnazzo, dimessosi dall’incarico più di un anno fa, ha denunciato alla Procura di Bari una storia di sesso e politica.

La vicenda – diffusa sulla base di anticipazioni del settimanale «l'Espresso» – coinvolgerebbe lo stesso Zazzera e il senatore dell’Idv Stefano Pedica, accusati da Cagnazzo di aver, un anno fa, costretto una donna di 31 anni ad avere rapporti sessuali con loro per ottenere in cambio un posto di lavoro nell’ufficio legislativo del partito.

«Nei confronti di Cagnazzo – afferma Zazzera – ho già presentato una querela penale a febbraio, quando su internet Cagnazzo affermava queste cose, e una denuncia nei suoi confronti è stata presentata anche da Pedica».

«L'unica cosa certa – aggiunge – è che Cagnazzo ha una querela penale nei suoi confronti. Così come appare poco chiaro perchè la denuncia non è stata presentata dalla donna ma è stata presentata da Cagnazzo. Mi sarei aspettato che mi querelasse la persona interessata, invece lo ha fatto lui”.

“Ho già dato mandato ai miei legali – continua Zazzera - per querelare Cagnazzo la seconda volta. E’ un diffamatore. Una persona che non è rimasto evidentemente soddisfatto da questioni interne all’Idv e ha reagito così, diffamando. E’ una «vendetta» da parte di chi non ha evidentemente ottenuto ciò che voleva”.

«Provo amarezza – continua Zazzera – nel vedere che c'è chi fa politica in questo modo. E’ molto triste. Sono senza parole per tutto quello che viene raccontato. Chi mi conosce sa bene come sono fatto: io – aggiunge Zazzera – non frequento serate mondane. Non temo nulla. Siamo sereni e vedremo quello che accadrà, vedremo se la Procura riterrà di approfondire la questione, di ascoltarci».

Secondo quanto scrive «l'Espresso» in un’inchiesta che riguarda anche altre questioni riguardanti il partito di Di Pietro, Cagnazzo avrebbe incontrato la donna nell’aprile 2010 negli uffici baresi dell’Italia dei Valori e avrebbe ricevuto da lei stessa confidenze secondo le quali era «vittima di insistenti avances e ricatti» da parte dei due parlamentari dell’Idv

La vicenda sarebbe andata avanti dall’autunno 2009 al gennaio 2010, “finché‚ – scrive il giornale che riporta parole di Cagnazzo – constatando che nulla si muoveva sul fronte del lavoro, M. interruppe i rapporti anche telefonici con i due. La donna, poi, riferisce sempre Cagnazzo, “scoprì in seguito con somma sorpresa, di risultare tra i candidati alle elezioni regionali 2010 per la Puglia, nella lista Idv, pur non avendo mai proposto n‚ tantomeno accettato la propria candidatura».

Alla Gazzetta, Zazzera aggiunge che «non voglio parlare di quello che il calunniatore scrive, ma parlo del calunniatore e del diffamatore».

Specifica di «non volere entrare nel merito dell’esposto che un signore ha deciso di portare alla Procura che mi sta calunniando. Questa persona è stata da me querelata per diffamazione. Provvederò alla querela.

Ma la donna di cui si conoscono solo le iniziali è stata candidata dell’Idv? «Ma sa quante persone si sono candidate nell’Italia dei valori che hanno le stesse iniziali. Quando ci sarà un ulteriore approfondimento chiarirò tutto.

Ci sono riferimenti precisi ad alberghi in cui sarebbero avvenuti gli incontri? «Ma faccio incontri per attività politica in tanti alberghi... ma io parlo del calunniatore. C’è stato tanto clamore quando non c’è ad oggi nessuna indagine in corso. C’è stato un esposto presentato due giorni fa ed è finito sui giornali. Anche questo dovrebbe farci riflettere un poco».

martedì 14 giugno 2011

Sanità, esenzione  ticket: così in Puglia

BARI – Restano in vigore in Puglia le esenzioni sui ticket previste dalla legge statale. L'assessorato regionale alle politiche della salute precisa infatti oggi che, dopo l’approvazione ieri del ddl che cancella le esenzioni previste a livello regionale, “il diritto all’esenzione ticket per visite ed esami specialistici sarà comunque mantenuto dalle seguenti categorie di cittadini:

- Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (codice esenzione E01);

- Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E02);

- Titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico (Codice E03);

- Titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant'anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E04)”.

“Perdono, invece, il diritto all’esenzione ticket - sottolinea l’assessorato – per visite ed esami specialistici”:


- “Lavoratori in mobilità e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E97);

- Lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E98);

- Inoccupati e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E99)”.

Per l’assessorato regionale, “la modifica approvata dal Consiglio regionale di Puglia si è resa necessaria dopo il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Corte Costituzione alla previgente normativa regionale e in relazione al Piano di rientro, anche al fine di allineare il regime delle esenzioni ticket per visite ed esami specialistici al quadro normativo nazionale”.

“Nulla è mutato, invece, rispetto alle altre esenzioni – è detto ancora nella nota - riconosciute ai cittadini per invalidità e patologia, a tutela della maternità e per altre particolari condizioni”.

Sul sito del Portale regionale della Salute (www.sanita.puglia.it) sarà pubblicato, dopo l’entrata in vigore della nuova norma, l’elenco aggiornato di tutte le esenzioni previste.
Il sottoscritto da pugliese dico di essere orgoglioso nel vedere il mio Presidente della Regione Puglia sorridente e felice!!!!!!!! Per essere tale, è evidente che si trova a suo agio nel suo mondo.

Buon divertimento Presidente!!!!!!!

Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, all'Europride di Roma
11-06-2011
 «Abbiamo bisogno di vivere in un Paese che rispetti le diversità, che non sono una minaccia ma una ricchezza», ha detto il leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola, intervenuto all’Europride 2011. «Essere all’Europride significa testimoniare la necessità che l’Italia possa diventare europea – ha proseguito Vendola - adeguando i propri standard di diritti civili. Il nostro è un Paese in cui si fa fatica anche a bandire l’omofobia, che è stata sdoganata persino nel lessico istituzionale». Vendola ha sfilato tra la deputata Pd Paola Concia e Vladimir Luxuria. «Davvero una manifestazione matura e felice» ha commentato il presidente della Regione Puglia al termine del corteo.
Per colpa di una amministrazione Schittulliana inefficiente.
Concorsi per dirigenti il Tar boccia la Provincia di Bari.

BARI - Hanno preferito mettere un biologo a dirigere un servizio amministrativo o un architetto a capo degli informatici piuttosto che far scorrere una graduatoria e reclutare una persona che ne aveva diritto, ma forse poco gradita. I giudici parlano di «sviamento», ma gli ingredienti per una «combine» modello calcistico, in chiave concorsi, ci sarebbero tutti.

La Provincia di Bari finisce sotto i colpi di scure del Tar sui (contestati) concorsi per dirigenti: accogliendo il ricorso presentato da una dipendente collocata in graduatoria per dirigente amministrativo, l’ente ha preferito assumere altra gente o modificare la pianta organica pur di non assumere quella persona. Maria Grazia Magenta, da un anno e mezzo in «guerra» con l’amministrazione, ha avuto ora ragione del Tar che ha annullato una serie di atti giudicati illegittimi e irrazionali che porteranno probabilmente a una sua assunzione, salvo appelli al Consiglio di stato, e condannato l’ente a pagare 3mila euro di spese.

Con un articolato provvedimento (18 pagine) pubblicato venerdì, i giudici amministrativi della II sezione (presidente Antonio Pasca, relatore Giacinta Serlenga, la stessa che ha messo sotto accusa i concorsi alla Bat) hanno infatti messo l’ente di via Spalato in una situazione di grande imbarazzo istituzionale: secondo i magistrati, la Provincia - pur di non assumere la Magenta - avrebbe preferito raddoppiare le procedure di concorso (con bandi per assunzioni a tempo determinato pubblicati a Ferragosto), adottando così scelte irrazionali e generando «un evidente inutile dispendio di energie e di denaro pubblico».

I fatti risalgono al 2008 quando la Provincia bandisce, tra gli altri, un concorso per cinque dirigenti amministrativi. La Magenta (che lavora in via Spalato) arriva sesta ma si ritrova il posto praticamente in tasca perché la prima classificata della graduatoria rinuncia all’assunzione. Tuttavia, l’ente decide di non procedere allo scorrimento della graduatoria, cioè non assumere la Magenta come dirigente. E, per fare questo, si avventura in un tortuoso percorso di atti amministrativi che passano prima per una ridefinizione della pianta organica dei dirigenti (preferendo i profili tecnici a quelli amministrativi) ma cadendo poi in contraddizione nel momento in cui procede a nuove assunzioni - a tempo determinato - bypassando l’obbligo di chiamata della Magenta e assegnando a un biologo o un architetto servizi come l’Economato o gli Affari generali. Per ribattere alle due ordinanze del Tar dei mesi scorsi, riformate in sede cautelare dal Consiglio di Stato che ha ritenuto - in questa fase - non illogica «la scelta dell’amministrazione provinciale di incrementare in senso perequativo il numero di posti di dirigente tecnico», l’ente prosegue per la sua strada. Ferma i concorsi a tempo indeterminato fissati dal nuovo piano del fabbisogno del personale nel quale però inserisce sei profili tutti rigorosamente tecnici: nonostante ciò, procede - sbagliando - ad affidare ad interim servizi amministrativi a professionalità di tipo tecnico, o lasciandosi andare in alcuni casi a far ricoprire posti come dirigente del servizio informatico a un architetto ambientale (unico concorso sospeso). La sentenza del Tar si appunta essenzialmente sulla scelta della Provincia di prediligere i tecnici agli amministrativi, senza una adeguata motivazione. Tesi in qualche modo smentita dall’evidenza da cui emerge in maniera inconfutabile un bilanciamento tra le due categorie dirigenziali soprattutto se la preferenza ai tecnici non appare scaturita «da una meditata ponderazione delle reali esigenze e necessità dell’ente». Da qui l’esempio citato dal Tar per Economato e Affari generali che non possono toccare a tecnici ma ad amministrativi o, a conferma di scelte irrazionali, vi sarebbero alcune decisioni adottate al contrario: destinando cioè a posti tecnici dirigenti con capacità amministrative.

Per comprendere gli effetti della sentenza, sarà necessario ricostruire l’iter nel frattempo avviato dalla Provincia: appare a questo punto improbabile che la Provincia possa procedere con i nuovi concorsi se prima non sanerà la posizione con la Magenta vista la decisione del Tar «limitata agli interessi della ricorrente». Anche se l’amministrazione rischia non poco vista l’illegittimità dichiarata dei concorsi a tempo determinato. A ciò si aggiunga l’assenza di risorse per assumere la Magenta visti i vincoli nel frattempo imposti dai piani di finanza pubblica.

E a conferma dei pasticci sui concorsi per dirigente va ricordato che non più tardi di qualche mese fa, sempre il Tar, ha di fatto annullato le procedure di assunzione di due dirigenti, uno di Bari l’altro della Bat: entrambi sono al loro posto in attesa del giudizio di appello.


Sanita': Regione Puglia,ticket anche a bimbi,anziani, poveri.

Per l'impegno assunto a causa del deficit sanitario(meglio dire, per i furti che ha fatto la prima giunta Vendola).

13 giugno, 20:05

(ANSA) - BARI, 13 GIU - In Puglia tutti pagheranno il ticket per le visite e gli esami specialistici: anche i bambini ''di eta' inferiore a sei anni'', gli anziani (da 65 anni in poi) e le persone con basso o nessun reddito. E' l'effetto dell'approvazione da parte del consiglio regionale - avvenuta oggi pomeriggio all'unanimita' - del ddl di abrogazione dei commi 1 e 2 dell'art. 13 della legge regionale di bilancio 2011.

La cancellazione di ogni tipo di esenzione dal ticket e' legata all'impegno assunto dalla Regione con il Governo per il Piano di rientro 2010-2012 dal deficit del sistema sanitario pugliese.

(ANSA).

mercoledì 8 giugno 2011

mercoledì 8 giugno 2011

Referendum sul legittimo impedimento
Legittimo impedimento, l’istituto che permette all'imputato di giustificare la propria assenza in aula. Se si tratta della prima udienza, il giudice ne dichiara la contumacia (il procedimento non subisce interruzioni), mentre alla seconda udienza l’imputato è dichiarato assente (contumace se assente per causa o forza maggiore, caso fortuito).
Due gli articoli del Codice di procedura penale che lo regolano: l’art. 599, comma II (Decisioni in camera di consiglio) secondo cui «l’udienza è rinviata se sussiste un legittimo impedimento dell’imputato che ha manifestato la volontà di comparire»; l’art. 420-ter (Impedimento a comparire dell’imputato o del difensore), per cui «quando l’imputato, anche se detenuto, non si presenta all’udienza e risulta che l’assenza è dovuta ad assoluta impossibilità di comparire per caso fortuito, forza maggiore o altro legittimo impedimento, il giudice, con ordinanza, anche d’ufficio, rinvia ad una nuova udienza e dispone che sia rinnovato l’avviso all’imputato»
Legge sul legittimo impedimento. 3 febbraio 2010, la camera dei Deputati approva il Ddl «Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza», con il voto favorevole di Pdl e Lega Nord, contrari Pd e Idv (astenuto l’Udc). Il Senato lo ratifica il 10 marzo 2010.

La legge, applicata anche ai processi penali in corso, assicura il «sereno svolgimento delle funzioni attribuite dalla Costituzione e dalla legge» al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri: il Premier, se imputato, può invocare il legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale in caso di concomitante esercizio delle attribuzioni previste per legge o dai regolamenti e di ogni attività coessenziale alle funzioni di Governo (art.1, comma I), mentre per i Ministri costituisce legittimo impedimento l’esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni (art.1, comma III).

Il processo penale è rinviato a altra udienza (art. 1, comma IV), senza che il giudice abbia il potere di discernere l’effettiva legittimità dell’impedimento reclamato. Introdotta la nozione di «impegno continuativo» (nel caso di impedimento continuativo, correlato allo svolgimento delle funzioni governative, limitato a un massimo di 6 mesi), il rinvio dell'udienza non influisce sul corso della prescrizione del reato, sospeso per l'intera durata del rinvio: la prescrizione riprende il suo corso quando cessa la causa della sospensione (art.1 comma VI).